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Media e bassa entalpia geotermica: quali opportunità per i territori?

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Questo il tema del Seminario organizzato da CoSviG per i propri soci, lo scorso Venerdì 28 Settembre ad Arcidosso

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

Nella Sala del Consiglio dell’Unione dei Comuni Montani dell’Amiata Grossetana, ad Arcidosso, si è svolto l’ultimo dei seminari che CoSviG ha organizzato quest’anno per i propri soci con l’intento di offrire un approfondimento degli strumenti conoscitivi per poter affrontare con maggiore consapevolezza le scelte che sono chiamati a prendere sul territorio.

Il tema delle medie e basse entalpie geotermiche, in particolare, si sta proponendo in maniera sempre più assidua alle amministrazioni toscane, a seguito della liberalizzazione del settore avviata con il decreto legislativo 22/2010 che ha portato al riassetto complessivo delle regole per l’utilizzo delle fonti geotermiche. Come ha spiegato nel suo intervento Aldo Ianniello, Dirigente del Settore Energia, Tutela della Qualità dell’Aria e dall’Inquinamento Elettromagnetico e Acustico della Regione Toscana.

Gli altri temi di approfondimento, dopo l’introduzione del Presidente di CoSviG, Piero Ceccarelli, sono stati affidati a Maurizio Vaccaro, del Dipartimento di Ingegneria dell’Energia e dei Sistemi dell’Università degli Studi di Pisa che si è soffermato sulle tecnologie di utilizzo, e ad Alessandro Sbrana, Professore Ordinario presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Pisa, che ha parlato delle possibili utilizzazioni della risorsa a media e bassa entalpia in Toscana.

Sia Vaccaro che Sbrana collaborano, per le specifiche competenze, anche in Energea, la nuova società nata dalla fusione di CITT e CEGL, con il compito affidatogli dalla Regione Toscana d’incentivare il trasferimento tecnologico in materia di energie rinnovabili.

Energea è attualmente composta da CoSviG e da centri di ricerca quali Università di Pisa e Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna, e lavora, tra l’altro, nel campo del risparmio energetico e nello sviluppo della geotermia.

«La geotermia classica, basata sull’alta entalpia è un industria ormai matura –ha detto Piero Ceccarelli nel presentare il seminario- che ha dato il massimo non sul piano tecnologico ma occupazionale tanto che da molti anni la curva dei lavoratori occupati è in discesa».

Quindi se l’obiettivo è di ricercare «nuove opportunità nello sviluppo della risorsa geotermica bisogna incamminarci su nuovi sentieri» ha raccomandato Ceccarelli.

Il Presidente di CoSviG ha poi ricordato come il decreto legislativo 22/2010 abbia permesso la liberalizzazione del settore, definendola «positiva per molti aspetti ma non per tutti».

«Il dibattito che si apre con questa liberalizzazione –ha detto Ceccarelli- è sull’unicità della gestione e non sappiamo cosa succederà dopo il 2024 allo scadere delle concessioni Enel con il possibile ingresso di diversi gestori ad operare all’interno dello stesso bacino. Il problema che si pone è dunque quello della frammentazione della gestione che, se non adeguatamente governata, potrebbe avere come conseguenza un non corretto sfruttamento della risorsa stessa».

Tema questo del governo nella gestione della risorsa geotermica su cui il presidente di CoSviG più volte ha posto l’accento, così come sulla necessità di costruire una filiera geotermica, che oltretutto, ha sottolineato Ceccarelli «ci darebbe la possibilità di omogeneizzare le diverse aree geotermiche, senza distinguere più l’area classica dall’Amiata».

La necessità della costruzione di una filiera del comparto della geotermia è stata evidenziata anche dall’Assessore Regionale all’ Ambiente ed Energia, Annarita Bramerini, nelle sue conclusioni alla mattinata d’incontro e approfondimento di Arcidosso.

«La filiera del calore è uno dei due assi su cui si fonda il Piano Regionale per l’Ambiente e l’Energia (PAER) che stiamo definendo e che tiene conto non solo di quanto scritto a suo tempo nel Piano di Indirizzo Energetico Regionale (PIER) ma anche del dibattito che si è sviluppato a livello nazionale sulle fonti energetiche rinnovabili, sia per gli incentivi che per la dipendenza dall’estero per la tecnologia» ha detto Bramerini.

«Il nostro Paese -ha continuato l’Assessore- ha fatto la scelta a suo tempo, perché in ritardo rispetto allo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, di incentivare l’energia prodotta senza però tenere conto della filiera tecnologica ed industriale che si poteva sviluppare attorno a queste risorse. Come ha fatto, invece, la Germania. La conseguenza è stata che l’Italia è stata ed è tuttora terra di conquista per le imprese estere che producono tecnologie per le rinnovabili e ha perso l’opportunità di creare una vera e propria industria in questo senso».

«Con la geotermia non dobbiamo fare lo stesso errore -ha raccomandato l’Assessore- come Regione ci stiamo attrezzando ma ce la potremo fare solo se verrà in nostro aiuto anche il Governo per rendere concreta questa strategia».