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L’Unione Europea potrebbe raggiungere l’obiettivo di riduzione delle emissioni CO2 al 2020

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Presentata la relazione annuale della Commissione Europea sui progressi relativi all’azione per il clima: nel 2013 le emissioni di gas a effetto serra dell’UE sono diminuite dell’1,8% rispetto al 2012 e hanno raggiunto il livello più basso dal 1990.

Fonte: Rinnovabili&Territorio

Autore: Redazione

Il 28 ottobre la Commissione Europea, con l’ausilio dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, ha pubblicato la relazione annuale sui progressi relativi all’azione per il clima. Secondo le stime più recenti, nel 2013 le emissioni di gas a effetto serra dell’UE sono diminuite dell’1,8% rispetto al 2012 e hanno raggiunto il livello più basso dal 1990. Un dato che indica che l’Europa è sulla buona strada non solo per raggiungere l’obiettivo fissato per il 2020 ma addirittura per superarlo.

Il rapporto annuale “Trends and projections in Europe” dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, fornisce per la prima volta anche i dati sull’uso delle entrate fiscali derivanti dalle aste del sistema UE di scambio delle quote di emissione (ETS), che hanno raggiunto 3,6 miliardi di euro nel 2013. La direttiva europea sull’ETS prevede che almeno la metà delle entrate derivanti dalle aste delle quote di emissioni venga utilizzata per la lotta contro i cambiamenti climatici nell’UE o in altri paesi; dalla relazione dell’AEA emerge che la quota che la maggior parte dei 28 paesi hanno utilizzato per investimenti in settori come l’efficienza energetica, le energie rinnovabili o i trasporti sostenibili è pari a 3 miliardi di euro, quindi superiore al 50% raccomandato.

«Il raggiungimento degli obiettivi per il 2020 –ha dichiarato Connie Hedegaard, Commissario Europeo responsabile dell’Azione per il clima – dimostra che l’Europa è pronta per rafforzare il suo impegno. Ma non solo: evidenzia anche che l’UE sta effettuando tagli drastici. Le politiche funzionano. Pertanto, la scorsa settimana, i leader dell’UE hanno deciso di continuare questo percorso ambizioso e raggiungere almeno il 40% entro il 2030. Ciò richiederà investimenti significativi. Ecco perché è incoraggiante constatare che gli Stati membri hanno deciso di utilizzare la maggior parte dei loro attuali proventi derivanti dal sistema ETS per investimenti in materia di clima ed energia e di proseguire nella transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio».

La relazione sui progressi nella realizzazione degli obiettivi di Kyoto e di Europa 2020, presentata annualmente dalla Commissione al Parlamento Europeo e al Consiglio, è basata sui dati comunicati dai 28 Stati membri come previsto dal regolamento sul meccanismo di monitoraggio.

Dalla relazione emerge che vi è stata una riduzione delle emissioni dell’1,8% nel 2013 rispetto al 2012, e ciò implica che le emissioni complessive dell’UE sono inferiori di circa il 19% rispetto al livello del 1990.

Il rapporto evidenzia inoltre un andamento positivo anche per quanto riguarda l’incremento dell’uso delle fonti rinnovabili, che nel 2012 hanno coperto il 14% del consumo finale, e dell’efficienza energetica, che registra un andamento migliore di quanto non sarebbe necessario per raggiungere l’obiettivo al 2020.

L’analisi dei risultati raggiunti dai vari Stati membri evidenzia un quadro piuttosto eterogeneo: sono nove i paesi (Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Grecia, Romania, Slovacchia, Ungheria e Regno Unito) che stanno ottenendo buoni risultati nel raggiungimento di tutti e tre gli obiettivi. Mentre, se non vi saranno aggiustamenti, Belgio e Germania potrebbero non raggiungere i loro obiettivi al 2020 sia per le emissioni non-Ets che per l’efficienza energetica.

Una situazione intermedia si registra in Bulgaria, Italia, Lettonia, Lituania, Olanda e Slovenia per l’obiettivo della riduzione delle emissioni di CO2 e in Austria, Bulgaria, Francia, Lituania, Malta, Olanda e Polonia per gli obiettivi di efficienza energetica.

In Italia sembra infatti attendibile il raggiungimento degli obiettivi dell’utilizzo di una quota di energie rinnovabili del 17% sui consumi finali al 2020, dato che già nel 2012 la quota era del 13,5% sempre sui consumi finali; altrettanto positivo è il trend per gli obiettivi di efficienza energetica.

Il nostro Paese rischia invece di non raggiungere al 2020 l’obiettivo di riduzione delle emissioni del 20% rispetto ai valori del 1990.