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L’origine del pomodoro va in etichetta per legge: soddisfatta la Coldiretti Toscana

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«Nelle province di Grosseto, Arezzo, Siena e Livorno, dove si trovano oltre 2200 ettari investiti a pomodoro che interessano 400 imprese agricole»

Fonte: Rinnovabili&Territorio

Autore: Redazione

Dopo il relativo decreto interministeriale pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso febbraio, dal 27 agosto è scattato l’obbligo in Italia di indicare in etichetta l’origine di prodotti composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro (come pelati, polpe, concentrati, etc). Finora l’obbligo di etichettatura di origine era in vigore in Italia solo per le passate ma non per pelati, polpe, sughi e soprattutto concentrati.

Va infatti considerato che, secondo gli ultimi dati, l’Italia importa circa 92 milioni di chili di prodotti afferibili a queste ultime categorie.

Riportato al fresco significa attorno il 20% della produzione nazionale. «Un fiume di pomodoro che – osserva la Coldiretti Toscana – viene poi spacciato nel mondo come italiano per la mancanza di un sistema di etichettatura di origine obbligatorio». Una lacuna che adesso è stata finalmente colmata.

Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana, vede infatti in questa nuova regola commerciale «un nuovo passo importante verso l’informazione più completa ai consumatori: etichette trasparenti non solo per passata ma anche per pelati, polpe, sughi e concentrati». Come riassume la Coldiretti, la nuova normativa prevede infatti che le confezioni di tutti i derivati del pomodoro, sughi e salse prodotte in Italia dovranno avere obbligatoriamente indicate in etichetta le seguenti diciture:

a) Paese di coltivazione del pomodoro: nome del Paese nel quale il pomodoro viene coltivato;

b) Paese di trasformazione del pomodoro: nome del paese in cui il pomodoro è stato trasformato.

Se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture:

  • Paesi UE,

  • Paesi non UE,

  • Paesi UE e non UE.

Se tutte le operazioni avvengono nel nostro Paese si può inoltre utilizzare la dicitura "Origine del pomodoro: Italia".

E per i prodotti che non soddisfano i requisiti previsti dal decreto perché immessi sul mercati o etichettati prima dell’entrata in vigore del provvedimento?

Per consentire lo smaltimento delle scorte, potranno essere commercializzati entro il termine di conservazione previsto in etichetta; la strada però è ormai tracciata.

Anche il mondo agricolo toscano aspettava questa svolta.

«Seppure calata nel corso degli ultimi anni, la produzione di pomodoro da industria interessa in modo significativo alcune aree della nostra regione – conclude infatti Antonio De Concilio, direttore Coldiretti Toscana – soprattutto nelle province di Grosseto, Arezzo, Siena e Livorno, dove si trovano oltre 2200 ettari investiti a pomodoro che interessano 400 imprese agricole». A conti fatti si tratta di 12 milioni di euro di produzione lorda vendibile (PLV) agricola regionale.