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L’intervista – Continua a crescere la geotermia

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Massimo Montemaggi è il responsabile di Enel Green Power. “Ci vuole un approccio scientifico e non ideologico”Nel giro di un anno con noi cinquanta nuove risorse

Fonte: Corriere di Siena

Autore: Corriere di Siena

Massimo Montemaggi, responsabile Geotermia Enel Green Power, anche in un periodo di crisi la geotermia toscana continua a crescere e a far segnare il segno "più" in tutti i suoi indicatori: produzione, centrali, assunzioni. Ci può spiegare questo fenomeno più unico che raro? “La spiegazione è semplice nel senso che, laddove c’è collaborazione tra Istituzioni, Aziende e società civile intorno all’obiettivo dello sviluppo di un territorio, tutto procede per il verso giusto. In Toscana stiamo facendo proprio questo: Enel Green Power procede secondo quanto stabilito dall’accordo sulla geotermia firmato con la Regione Toscana. Nel giro di due anni abbiamo messo in esercizio quattro nuove centrali: Lagoni Rossi e Nuova Sasso in provincia di Pisa nell’area di Larderello e Castelnuovo Val di Cecina, Nuova Radicondoli e Chiusdino in provincia di Siena per un totale di 72 MW di potenza installata”. Numeri importanti. Tutto ciò come si traduce in termini di occupazione, uno dei nodi più scottanti della Toscana visto che numerose aziende stanno chiudendo proprio in tanti settori che finora sono stati trainanti per la nostra regione? “Nell’indotto geotermico toscano nel 2011 abbiamo completato una prima tranche di assunzione che ha visto l’ingresso di 50 nuove risorse nel giro di un anno. Altre 50 entreranno entro l’estate 2012. I Comuni geotermici stanno già facendo corsi di formazione che preparano le persone alle nostre selezioni. Cerchiamo due profili: junior, che abbia dai 19 ai 29 anni, diplomato con un titolo elettrotecnico o meccanico, e senior, con più di 29 anni, che abbia già esperienza nel settore manutentivo, in quello meccanico o in quello chimico. Oltre a questo, c’è tutto il piano di sviluppo della geotermia sull’Amiata”. A proposito di Amiata, la discussione sulla nuova centrale Bagnore 4 è più che mai di attulità con un acceso dibattito. “Noi diciamo che per parlare di argomenti tecnici, come la geotermia, bisogna essere preparati e avere un approccio scientifico e non ideologico. A questo proposito, tengo a fare una precisazione che una volta per tutte sgombri il campo da equivoci: si parla spesso di geotermia a emissioni zero. Ebbene, nessuno dei 526 impianti geotermici nel mondo è a emissioni zero, se con questo si intende un impianto in grado di trattare o reiniettare la CO2, eventualmente presente nel fluido. Le emissioni degli impianti geotermici sono naturali e dipendono dal serbatoio geotermico, ovvero da come madre natura ha predisposto il serbatoio nel sottosuolo. Peraltro, nelle aree geotermiche, qualora non si realizzino impianti di produzione, le emissioni si verificano in maniera naturale e distribuita: questo non lo dico io, ma importanti istituti internazionali quali l’International Geothermal Association e le Linee Guida dell’Ipcc, l’Organo tecnico sotto l’egida delle Nazioni Unite che predispone gli indirizzi in tema di politica ambientale e che non annovera le emissioni di CO2 della geotermia tra quelle da sottoporre a ricognizione”. E per quanto riguarda gli impianti binari cosa può dirci? “In geotermia la discussione sul tipo di impianto è fuorviante, perché esso è legato alle caratteristiche del serbatoio. Gli impianti binari sono realizzabili quando vi sono serbatoi geotermici a bassa e media entalpia, costituiti soltanto da acque calde senza gas disciolto. Se si intende costruire un impianto binario in presenza di serbatoi geotermici ad alta entalpia, che come sull’Amiata sono energeticamente più ricchi e a temperature più alte, si fa un danno nel senso che essi non comporterebbero alcun miglioramento per le emissioni ed anzi peggiorerebbero la situazione di impatto ambientale perché richiedono una superficie più estesa e producono emissioni sonore molto maggiori”. Quindi nessun pericolo?
“Assolutamente no. Anzi, solo opportunità per tutto l’Amiata. Enel Green Power è leader mondiale in questo settore e produce energia elettrica nel rispetto dell’ambiente e della natura. Vengono da ogni parte del mondo a visitare la geotermia toscana e tutti i movimenti ambientalisti più affermati a livello nazionale, europeo e mondiale sostengono la geotermia. Noi abbiamo brevettato la tecnologia AMIS (Abbattimento Mercurio e Idrogeno Solforato) e lo abbiamo installato in 23 impianti geotermici della Toscana. Abbattiamo le emissioni di gas per più del 90%. Per questa ragione, e anche per il fatto che la geotermia si manifesterebbe ugualmente in modo naturale anche senza la presenza di impianti, possiamo affermare che la geotermia di Enel Green Power non fa emissioni aggiuntive come avviene in un altro processo di combustione. I monitor, che abbiamo installato nei Comuni, confermano che le emissioni delle nostre centrali sono ininfluenti, anche perché eminenti studiosi affermano che il mercurio è presente in Amiata a prescindere dalla geotermia ed il suo significato tossicologico è comunque pari a zero. Il resto è strumentalizzazione e noi non vogliamo prestarci a questo gioco, perché il nostro interesse è produrre energia rinnovabile e contribuire alla crescita del territorio. Il piano di riassetto di Piancastagnaio è entrato nella fase operativa: investiamo 90 milioni di euro con ricadute sul tessuto imprenditoriale locale e benefici all’ambiente con l’avvenuta chiusura di PC2, il riefficientamento di PC3, PC4 e PC5, per non parlare del teleriscaldamento e degli usi plurimi, che stanno sostenendo l’economia locale come serre e caseifici. Su Bagnore 4 investiamo 130 milioni di euro con oltre 100 occupati per 5 anni tra addetti diretti e indiretti, oltre alle già citate ulteriori 50 assunzioni entro l’estate 2012 e 600 milioni di euro di investimenti nel prossimo quinquennio. Questi sono i fatti oggettivi ed è giusto farli conoscere con serietà e correttezza nei confronti di tutti”.