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L’Indonesia punta a diventare uno dei leader mondiali dell’energia geotermica

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Situata lungo “l’anello di fuoco del Pacifico” con 150 vulcani attivi, l’Indonesia possiede il 40% delle riserve geotermiche globali. E adesso si prepara al loro sfruttamento

Fonte: Geotermia News

Autore: Redazione

L’Indonesia è considerata uno dei principali bacini geotermici del pianeta, con una riserva valutata pari a quasi il 40% di quelle esistenti.

Nonostante questo però, e nonostante abbia iniziato a sviluppare il settore dell’energia geotermica già trent’anni fa, il paese asiatico occupa solo il terzo posto nella classifica della potenza geotermoelettrica installata , dietro gli Stati Uniti e le Filippine, con un modesto 4% sul totale potenziale.

Già a inizio anno però, il governo di Jakarta ha annunciato l’obiettivo ambizioso di aumentare la produzione a 4.000 MW entro il 2014, come aveva reso noto il capo della sezione presso il Ministero dell’Energia, Bambang Setiawan e di raggiungere con la geotermia i 9,5 gigawatt di capacità entro il 2025, arrivando a soddisfare il 33% della domanda di elettricità in Indonesia.

L’obiettivo era stato fissato prima del summit sul clima di Copenaghen, nel contesto del piano d’azione dell’Indonesia per la riduzione del 26% le emissioni di gas serra entro il 2020.

E a febbraio il ministro dell’Energia e delle risorse minerarie, Darwin Zahedy Saleh, ha annunciato dal palco della riunione nazionale dell’Associazione Geotermica Indonesiana a Giacarta, che sarebbero stati destinati 350 miliardi di rupie (39 milioni di dollari), per incentivare esplorazioni e investimenti nel settore.

Il governo ha inoltre emanato un decreto che prepara la strada per la ripresa di 15 progetti di centrali geotermiche rimasti fermi sino ad ora.

A marzo è poi intervenuta la Banca Mondiale che ha concesso 400 milioni dollari all’Indonesia in aiuti per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e nello stesso mese, il segretario delle alternative energetiche e rinnovabili presso il ministero dell’Energia, Djajang Sukarna, ha annunciato la decisione della Banca Asiatica dello Sviluppo di concedere un prestito di mezzo miliardo di dollari per realizzare tre centrali geotermiche, per una capacità totale di 165 MW.

Un prestito sufficiente a coprire l’80% delle spese necessarie a costruire le centrali elettriche, mentre il restante 20% proverrà dalla società elettrica Pln, che si occuperà della realizzazione di due centrali a Karaha (nella parte occidentale dell’isola di Giava) e a Mataloko (nella provincia di Nusa Tenggara Orientale).

Del terzo impianto, a Sungaipenuh, si dovrebbe occupare in parte la Pertamina Geothermal Energy (PGE), una controllata del gruppo petrolifero e del gas Pertamina, e in parte sempre la Pln.

L’operatività delle tre centrali è prevista entro il 2015 .

Ma gli occhi sulle riserve geotermiche indonesiane ce li hanno messi anche altre multinazionali, dalla Chevron alla Generale Electric americane, all’indiana Tata e ora è la volta anche del gruppo francese GDF Suez.

La Chevron è in Indonesia già da circa vent’anni, durante i quali ha realizzato più di 80 pozzi, fino a una profondità di due chilometri, sotto la foresta pluviale indonesiana. Con il vapore a 315 gradi che ne ha ricavato, è riuscita a fornire di elettricità la capitale Jakarta.

Chevron ha ora in programma di espandere la sua attività geotermica, ma non sarà più sola in questa partita.

General Electric e Tata stanno investendo ingenti risorse che potrebbero arrivare a oltre 30 miliardi di dollari, contando che il governo indonesiano vorrà mantenere agli impegni presi di garantire risorse e agevolazioni al settore.

In occasione del Forum economico mondiale di Jakarta, anche GDF Suez, attraverso la filiale International Power (IPR)-GDF Suez Asia, ha annunciato di aver chiuso un accordo per la realizzazione, insieme alle società PT Supreme Energy e Marubeni Corporation, di una centrale da 220 MW di potenza. Si tratta della terza centrale geotermica per GDF Suez che conta su una potenza installata nel Paese asiatico di 1280 MW e di 815 MW di potenziale ulteriore di sviluppo e che nel consorzio formato con le altre due società è presente con una quota del 35%. La realizzazione della centrale è prevista nel sud della provincia di Sumatra e rappresenterà- anche questo- un ulteriore passo verso l’attuazione del programma governativo indonesiano di accelerare sull’uso delle risorse geotermiche per soddisfare gran parte del fabbisogno di energia elettrica del Paese.