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L’idea di Zanonato: “Un bond per gli incentivi ma in capo al Gse”

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LA PROPOSTA, CHE LASCIA PERÒ SCETTICI MOLTI NEL GOVERNO, È DI ALLUNGARE LA DURATA DEGLI ONERI SULLE RINNOVABILI DAL 2031 AL 2041, DIMINUENDONE PERÒ L’IMPORTO MENSILE. SECONDO IL MINISTRO NON AGGRAVERÀ IL DEBITO

Fonte: La Repubblica – Affari & Finanza

Autore: Luca Pagni

E’ stato modificato rispetto alla prima stesura. Perché aveva attirato le critiche di più di un membro del governo. Giustamente preoccupato di non aumentare, con una nuova misura, il peso del debito pubblico. Ma ora il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato è pronto a varare il provvedimento con cui intende – attraverso l’emissione di titoli obbligazionari abbassare le bollette degli italiani, sia delle famiglie che delle partite Iva e delle piccole imprese. E di presentarlo al consiglio dei ministri a cavallo tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, quando verrà presentato il decreto del Fare2. «Bisogna creare uno strumento finanziario che abbatta il costo dell’energia e che si alimenti con il contributo alle rinnovabili». Con queste parole, l’ex sindaco di Padova del Pd ha presentato il progetto che, nel calcolo del ministero, dovrebbe portare al taglio di almeno 3 miliardi di euro alla bolletta elettrica degli italiani. Più che un risparmio si tratterebbe soltanto di dilazionare la spesa nel tempo: in pratica, invece di pagare tanto subito famiglie e pmi si pagheranno un po’ di meno per un periodo più lungo. Ma andiamo con ordine. Il provvedimento si basa su un assunto: in questo momento sulle bollette pesano in modo sostanziale gli incentivi alle rinnovabili e altri oneri impropri, che valgono circa 12 miliardi all’anno, per almeno altri 18 anni, fino a 2031, quando cioè termineranno i contributi pagati dai cittadini per lo sviluppo del fotovoltaico. E questo nonostante gli incentivi siano stati rivisti tre volte, dall’ultimo governo Berlusconi e da quello Monti. Un nuovo taglio non è all’ordine del giorno. Zanonato lo ha esplicitato: «Non vogliamo penalizzare ulteriormente il settore ». La misura alternativa è invece costituita da una serie di obbligazioni che saranno, con tutta probabilità, emesse dal Gse, l’ente che – nella barocca struttura che sovrintende il mercato elettrico – è il gestore unico dei servizi energetici. Ma come funziona il tutto? E soprattutto come è garantito quello che a prima vista sembra nuovo debito? «L’obiettivo – ha dichiarato di recente sempre il ministro – è un calo di 3 miliardi del costo della bolletta elettrica, che non andrebbe a carico dei produttori, con i quali vogliamo rispettare tutti gli impegni, ma sarebbe a carico di un bond che verrebbe sottoscritto dai risparmiatori e verrà pagato tra dieci, quindici o venti anni con gli incentivi che continueremo a incassare con la bolletta». Detto, in maniera molto più diretta il funzionamento del meccanismo è il seguente: gli incentivi vengono ridotti non appena approvato il decreto, cosicché la bolletta risulterà più leggera per le tasche dei cittadini. Ma i produttori di energia verde continueranno a percepire la stessa cifra. La differenza sarà coperta dalle obbligazioni che saranno emesse dal Gse. E come saranno pagati gli interessi? Allungando, sempre in bolletta, il periodo di vita della voce “incentivi” in bolletta, secondo il progetto almeno fino al 2041. E il cui ricavato, a questo punto, non sarà più incassato dai produttori di rinnovabili ma dal Gse. Una partita a somma zero e che evita, per lo meno, di aumentare il debito pubblico, nel caso in cui gli interessi fossero a carico dello Stato come era parso in un primo momento.