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L’Europa divisa (anche) sul prossimo pacchetto clima-energia

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Unfinished European Union Flag puzzle
Alla prossima riunione dei capi di Stato e di governo dei paesi dell’Ue, prevista per venerdì 21 marzo, in agenda ci sarà anche la discussione del pacchetto Clima-Energia 2030, ma ancora non c’è accordo.

Fonte: Rinnovabili&Territorio

Autore: Redazione

I 28 Stati membri dell’Unione Europea si presenteranno divisi al prossimo vertice dei capi di Stato e di Governo, in agenda per il prossimo venerdì 21 marzo, sui target del pacchetto Clima-Energia proposti dalla Commissione europea per il 2030.
Il quadro presentato dalla Commissione Europea il 22 gennaio scorso per aggiornare il pacchetto Clima-Energia dopo il 2020 ha tre obiettivi: ridurre la CO2 del 40% rispetto ai livelli del 1990, produrre il 27% di energia tramite rinnovabili e rilanciare l’ efficienza energetica in tutti i settori.
L’Italia, assieme ad altri 12 Paesi, è schierata a favore di una rapida adozione del taglio vincolante a livello nazionale del 40% di CO2 rispetto al 1990 e di un target UE di almeno il 27% di energia da rinnovabili.
Il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, ha portato avanti, infatti, la decisione del suo predecessore Andrea Orlando ed è fra i firmatari della dichiarazione del gruppo dei ministri europei "per la crescita verde" insieme ai colleghi di Gran Bretagna, Francia, Germania, Spagna, Portogallo, Belgio, Olanda, Danimarca, Svezia, Finlandia, Estonia e Slovenia.
"Sollecitiamo -scrivono i tredici Paesi- il Consiglio UE di marzo ad un accordo sugli elementi chiave" del pacchetto per il 2030.
L’altro schieramento, guidato dalla Polonia, e a cui partecipano Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria, vuole rimandare la decisione in merito ai target a dopo il 2015, quando a Parigi si svolgerà il summit ONU, da cui dovrebbe nascere un nuovo accordo salva-clima.
L’intesa appare dunque lontana mentre invece servirebbe una decisione comune di tutti e 28 i Paesi, come ha ribadito la Polonia, all’ultimo Consiglio Energia: "Non c’è dubbio che qualsiasi decisione sul quadro delle politiche per il 2030 debba essere unanime" e insieme a Bulgaria e Romania ha chiesto una valutazione d’impatto dei costi della strategia al 2030 per ciascun Paese dell’Ue.
A conclusione di quel Consiglio tutti e 28 i Paesi hanno definito la proposta sul tavolo "una buona base di discussione", ma non si sbilanciano sui target e rimandano il tema al successivo vertice di giugno.
"Una politica europea climatica ed energetica coerente -si legge nella bozza- deve assicurare prezzi energetici convenienti, competitività industriale, sicurezza delle forniture e raggiungimento degli obiettivi ambientali e climatici".
Con l’obiettivo di arrivare "quanto prima" ad un accordo sui target di riduzione delle emissioni di CO2, rinnovabili ed efficienza energetica per il 2030, i leader dei 28 chiedono quindi di "approfondire la comprensione delle implicazioni per i singoli Stati membri", sviluppare misure per evitare il ‘carbon leakage’, garantire la competitività delle industrie energivore europee e rivedere la direttiva Ue sull’efficienza energetica.
L’Italia dal canto proprio ritiene necessaria una valutazione nazionale per definire gli strumenti necessari a raggiungere i target del 2030 e «assicurare che le azioni intraprese siano le più efficaci ed efficienti in termini di costi, sostenibilità, sicurezza degli approvvigionamenti, crescita e innovazione» ha detto il ministro dell’ambiente Galletti a Bruxelles, ricordando anche il possibile ruolo dei biocarburanti di seconda generazione nel settore trasporti, un comparto per ora assente dalla strategia europea.