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Lettera Aperta sulla Strategia Energetica Nazionale

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Un gruppo di docenti e ricercatori l’ha indirizzata al Premier Matteo Renzi e ai ministri dello Sviluppo Economico, Ambiente, Economia, Salute e Università e Ricerca

Fonte: Rinnovabili&Territorio

Autore: Redazione

Siamo un gruppo di docenti e ricercatori che sentono la responsabilità di dare il massimo contributo per superare le difficoltà poste dal problema energetico, attraverso la condivisione di conoscenze e informazioni scientificamente corrette”.

Si presentano così gli scienziati convinti che gli “scienziati non possono chiudersi in torri d’avorio per dilettarsi con le loro ricerche, senza curarsi dei problemi della società in cui operano e di quelli dell’intero pianeta” e dunque hanno preso carta e penna e hanno scritto una lettera al governo -indirizzata al Premier Renzi e a un gruppo dei suoi Ministri- per porre l’attenzione sulla futura Strategia Energetica del Paese. Oltre alla lettera al Premier, hanno ritenuto opportuno lanciare anche un appello agli scienziati e ai cittadini “affinché il problema energetico non venga affrontato solo in una stretta visione economica, ma in una ampia prospettiva che comprenda gli aspetti scientifici, sociali, ambientali e culturali”.

Primo firmatario è Vincenzo Balzani del Dipartimento di Chimica dell’Università di Bologna, cui fanno seguito una ventina tra docenti universitari, ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), del CNR, dell’ENEA.

Definire le linee di indirizzo per una valida Strategia Energetica Nazionale –si legge nella lettera- è un problema complesso, che deve essere affrontato congiuntamente da almeno cinque prospettive diverse: scientifica, economica, sociale, ambientale e culturale”. I firmatari indicano dunque i cinque punti fondamentali da seguire per la definizione di una Strategia Energetica Nazionale, che invece l’attuale SEN “che l’attuale governo ha ereditato da quelli precedenti e che apparentemente ha assunto”, non contempla.

Al primo punto la necessità di ridurre i consumi energetici aumentando l’efficienza energetica e incentivando “una cultura della parsimonia, principio di fondamentale importanza per vivere in un mondo che ha risorse limitate”.

Al secondo punto la riduzione del consumo dei combustibili fossili, anche per ridurre la dipendenza energetica del nostro Paese da altre nazioni.

Terzo punto la promozione dell’uso delle fonti rinnovabili che, scrivono al quarto punto, “non sono più una fonte marginale di energia, come molti vorrebbero far credere”. Anzi, “sviluppando le energie rinnovabili e le tecnologie ad esse collegate il nostro Paese ha un’occasione straordinaria per trarre vantaggi in termini economici (sviluppo occupazionale) e ambientali dalla transizione energetica in atto”

All’ultimo punto si ricorda che “la transizione dai combustibili fossili alle energie rinnovabili sta già avvenendo in tutti i Paesi del mondo. In particolare, l’Unione Europea ha messo in atto una strategia basata sui punti sopra elencati (il Pacchetto Clima Energia 20 20 20, l’Energy Roadmap 2050)”.

Una direzione quella indicata che pare non essere stata colta dal Governo con il recente decreto Sblocca Italia che “attribuisce un carattere strategico alle concessioni di ricerca e sfruttamento di idrocarburi, semplifica gli iter autorizzativi, toglie potere alle regioni e prolunga i tempi delle concessioni con proroghe che potrebbero arrivare fino a 50 anni. Tutto ciò in contrasto con le affermazioni di voler ridurre le emissioni di gas serra e, cosa ancor più grave, senza considerare che le attività di trivellazione ed estrazione ostacolano e, in caso di incidenti, potrebbero addirittura compromettere, un’enorme fonte di ricchezza certa per l’economia nazionale: il turismo. D’altra parte il decreto non prende in considerazione la necessità di creare una cultura del risparmio energetico e più in generale della sostenibilità ecologica e non semplifica le procedure che ostacolano lo sviluppo delle energie rinnovabili”.

La lettera si chiude con la “speranza che si possa aprire un costruttivo dibattito sui problemi riportati in questo appello, con uno spirito di leale e piena collaborazione”.