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L’esperto americano Horne controreplica a Borgia: «Geotermia Enel ok»

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Botta e risposta tra professori

Fonte: Il Tirreno

Autore: F.B.

Il professor Roland Horne, presidente dell’International Geothermale Agency, la più grande istituzione mondiale della geotermia, aveva espresso in un’intervista il suo giudizio (ampiamente positivo) sulle tecnologie usate per il vapore di Bagnore 4. Criticato dal professor Andrea Borgia, che aveva chiesto se Horne fosse davvero bene informato sulla situazione amiatina, il professore americano ora replica con l’intenzione esplicita di chiudere il discorso: «In materia geotermica so benissimo ciò di cui parlo», afferma Horne. «Ribadisco che ovunque gli impianti binari sono usati a temperature inferiori di 180 gradiº C, in quanto la tecnologia della pompa sommersa (downhole pump) non è attualmente affidabile per temperature superiori a 180º C. C’è solo una eccezione nel mondo, il sito di Borinquen in Costa Rica, che utilizza un impianto binario con una temperatura superiore a 200º, ma i pozzi non necessitano pompaggi e richiede comunque il rilascio del gas non – condensabile in atmosfera, rendendo quindi le stesse emissioni di un impianto a flash, e non è ancora dimostrato se tale impianto possa avere buone prestazioni operative sul lungo termine». In definitiva _ conclude Horne _ «né gli impianti flash né gli impianti binari hanno un significativo impatto ambientale. La differenza principale tra i due è il rilascio di gas non – condensabili dalle torri di raffreddamento in un impianto di flash (che Enel Green Power abbatte con impianti Amis). Gli impianti flash sono termodinamicamente più efficienti per lo sfruttamento di risorse a temperature più elevate, pertanto una gestione responsabile di una risorsa pubblica suggerirebbe l’utilizzo dell’impianto più efficiente, dato che non vi è alcuna differenza significativa dal punto di vista ambientale».