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L’eolico offshore soffia in Puglia

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Rinnovabili. Maxi-investimento di 800 milioni del colosso tedesco wpd per un impianto con 95 turbine e 342 MW di potenza
La società prevede il termine dell’iter autorizzativo nel 2013: operatività dal 2016

Fonte: Il Sole24ore

Autore: Francesco Ciaraffo

Un investimento compreso tra i 550 e gli 800 milioni di euro, circa 80 nuovi posti di lavoro creati e, soprattutto, lo studio di soluzioni per far partecipare la cittadinanza locale agli utili.
La tedesca wpd prova a far soffiare il vento sull’eolico offshore in Italia, dove non sono presenti impianti e i progetti in via di sviluppo vivono una fase di stallo. Dopo aver avviato le procedure per ottenere la concessione d’uso demaniale marittimo e depositato la procedura di Autorizzazione Unica al ministero dei Trasporti, infatti, la società ha avviato la procedura di Valutazione Impatto Ambientale (VIA) al ministero dell’Ambiente per la realizzazione di un parco nel Gargano. La timeline della società tedesca, con alle spalle già un parco offshore costruito in Germania e circa 9 già autorizzati in Europa, prevede il termine dell’iter autorizzativo entro maggio 2013 e l’entrata in funzione a luglio 2016. Il progetto presenta l’installazione di 95 turbine per una potenza totale di 342 MW capaci di produrre oltre 780 milioni di chilowattora all’anno in grado di soddisfare il fabbisogno di circa 240.000 famiglie (calcolando un consumo medio di 3.229 KWh/anno).
«L’iter autorizzativo un po’ spaventa», ammette Leonardo Perini, general manager della wpd Italia Offshore. E le premesse non sono delle migliori visto che il consiglio regionale ha votato all’unanimità un ordine con cui si schiera contro l’istallazione delle pale eoliche al largo delle coste pugliesi. Proprio per questo sono in corso una serie di incontri con le associazioni locali (ambientalisti e pescatori, per esempio) oltre a una riunione con il Ministero dell’Ambiente che servirà per fare il punto sulle richieste di integrazione alla VIA presentate dai vari enti locali.
Lo studio sull’impatto ambientale è costato 350mila euro. «Già abbiamo effettuato trivellazioni di 50 metri sui fondali per studiare la stratificazione del terreno. Abbiamo anticipato questa operazione che di solito si effettua in una fase più avanzata del progetto», spiega Perini. Pronto, e già presentato insieme allo studio di impatto ambientale, un faldone di 90 pagine con i risultati di un anno di monitoraggio sul campo dei flussi migratori degli uccelli. «Abbiamo visto che l’impianto non incrocia le rotte», spiega Perini. E non è un elemento secondario.
Un altro progetto per un impianto offshore della Trevi Energy di Cesena nella stessa zona ha ricevuto parere negativo da parte della Regione Puglia proprio perché, tra l’altro, impattava negativamente sulle rotte migratorie degli uccelli. Forte dell’esperienza del gruppo cesenate, la wpd, inoltre, ha disegnato l’impianto in modo che il punto più vicino alla costa risulti a 10,5 km (da Mattinata) occupando un’area di circa 77 kmq (il progetto di Trevi è perpendicolare a quella della wpd, ha una distanza minima dalla costa di 8 km e si trova di fronte a Zapponeta). «Inizialmente avevo studiato un progetto simile a quello della Trevi, ma traslando il progetto di 90 gradi abbiamo ridotto di molto l’impatto visivo», spiega Perini.
Per circa 25 anni la gestione del parco creerà circa 80 posti di lavoro, di cui 60 per la manutenzione, il trasporto e gli interventi di urgenza, altri 20 per la supervisione, la logistica e il controllo. La società ha calcolato in 5 milioni di euro annui le entrate per lo Stato dovute per l’occupazione di suolo demaniale. «Non essendoci delle royalties per i comuni interessati dall’opera (Mattinata, Monte Sant’Angelo, Manfredonia e Zapponeta, in provincia di Foggia, e Margherita di Savoia, in quella di Barletta-Andria-Trani, n.d.r.)., stiamo anche pensando a ricadute economiche più dirette per il territorio come forme di azionariato diffuso in modo che una percentuale degli utili possa rimanere nelle zone in questione. Oppure la creazione di una fondazione a cui saranno destinate delle somme di denaro per la promozione di iniziative legate alla green economy. Sono forme innovative in Italia, ma già sperimentate in altre zone dove gestiamo parchi» , anticipa Perini. La wpd ha anche pensato alla creazione di un polo turistico legato al parco e attività di miticultura. Ma le difficoltà ci sono e il general manager non le nasconde. «Avevamo in testa altri tre progetti offshore in Italia, ma l’incertezza normativa ce li ha fatti mettere in stand-by. I tedeschi hanno già fatto degli investimenti per lo studio di impatto ambientale per il parco del Gargano e le novità legislative non sono positive. Non so – conclude Perini – se avrebbero iniziato il progetto alla luce del decreto per le rinnovabili firmato la scorsa settimana».