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L’energia della terra impreziosita dall’arte

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A Pomarance la ricchezza viene dai giacimenti geotermici ma i capolavori del manierismo e i teatri sono dei gioielli

Fonte: Il Tirreno, Cultura e spettacoli

Autore: Il Tirreno, Cultura e spettacoli

Pomarance, un paese all’estremo sud nel pisano, è un luogo rinato per l’industria. Nel comune, infatti, agiscono gli impianti di sfruttamento dei giacimenti geotermici (gestiti dall’Enel) di Larderello. E i quattrini che questa ricchezza del sottosuolo, già nota ai romani eppoi valorizzata dai Medici, procura, fa sì che Pomarance abbia seimila abitanti che non se ne vanno, studenti che imparano a diventare periti elettrici, turisti che abbondano nei 1200 posti letto, tre teatri ed un Palio, ammirevole, dove per vincere "lo straccio" i 4 rioni non si battono coi cavalli o i ciuchi ma si confrontano, fatto unico e rarissimo, a colpi di rappresentazioni, drammaturgie, commedie, messe inscena, dove i cittadini sono attori, registri, musici. E tutti un pubblico caldo di applausi e coltissimo. Venne a Pomarance per una performance di "Volterra teatro" anche Margherita Hack, la grande astrofisica. E lei, fiorentina, si sentì di casa, recitò all’impronta e capì come a Pomarance si avverta l’anima della terra, quella che palpita nel sottosuolo fremente di gas, fumarole, getti di vapore, sorgenti d’acqua bollente, e ricopre il territorio di boschi intatti e meravigliosi dove, annaffiati da fiumi come il Cecina e il Trossa, spuntano rarità di piante e di fiori, come l’alisso, la betonica gialla, il fiordaliso e sbocciano variopinte orchidee selvagge, un tipo s’è perfino evoluto in un corpo di insetto imenottero così gli altri insetti, maschi, vi vanno a scapricciare perpetuando la specie. Insomma s’accoppiano con le orchidee, evento stuzzicante. Chi scoprì Pomarance furono gli etruschi. Risalivano la Toscana e dopo l’alto Lazio qui si insediarono e fecero paesi e tombe. Tanti sono i ritrovamenti anche perché siamo a due passi da Volterra che, degli etruschi, fu borgo militare e commerciale importante. Dopo gli etruschi vennero i romani, toccarono le acque caldissime e costruirono ville e terme. Un romano, certo Marancio Pomario, fece, nelle sue terre, edificare un vero castello. E da qui s’avviò la colonizzazione, che vide dominare prima i pisani, poi i fiorentini medicei che presero Volterra e la misero, nel 1472, a feroce e sanguinario sacco imponendo, sulle cataste di assassinati, il loro Marzocco, quel leone fiero e rapace che ancora domina a Pomarance la piazzetta Cavour. Loris Martignoni, pensionato Enel, sindaco da anni, alto, magro, con occhio penetrante e attiva attenzione a tutto ciò che fa storia e fa politica, spiega con pazienza il rapporto tra geotermia e territorio, un rapporto che dona alle almeno sette frazioni che suddividono il comune, vitalità e voglia di intraprendere. Qui tutto si fa per ciò che sgorga e sbuffa in superficie. I cittadini hanno in casa acqua al bollore e riscaldamento a prezzi domestici. L’agricoltura sfrutta l’energia e produce un olio doc. Perfino la piscina comunale olimpica è un vanto perché vi si guazza dentro gioiosamente anche quando fuori gela. Informa Martignoni che da qui l’Enel dà il 30% d’energia all’intera Toscana e il 2-3% d’energia all’Italia intera. Un tesoro. Magari si pensa che questa presenza (oggi l’Enel) possa recare danni all’ambiente. Circolano leggende che i soffioni sbuchino all’improvviso in un orto e lo devastino. Tutto falso. Dice Martignoni che Larderello, dove si perfora a quasi 3mila metri di profondità, usa la scienza nella coltivazioni di questi soffioni, e l’intero mondo, nel settore, è venuto qui ad imparare. Sicché tubature e canalature e torri fumanti ormai si integrano bellamente coi campanili e le rocche. Pomarance possiede, a proposito, una Rocca sillana monumento di potenza e bellezza. Sorta in origine nel XII secolo quando i fiorentini la presero e la fecero toccare dal grande architetto Giuliano da Sangallo e la Rocca divenne un borgo con tutti i servizi per una guarnigione. Oggidì la si usa per eventi spettacolari. Chi opera sugli eventi è un giovane, Billy Cerri, che lavorava in uno studio legale ma adesso fa l’assessore alla cultura a tempo pieno. Con lui si percorrono le attrazioni artistiche: vi è a Pomarance una Pieve intitolata a San Giovanni che possiede quadri, un’Annunciazione del Roncalli ed una Madonna del Rosario di Nicolò Cercignani detti ambedue "il Pomarancio" che lavorarono, il primo al Quirinale in Roma e il secondo in Vaticano, eppoi per i gesuiti a Canterbury. Due vere vedettes del manierismo cinquecentesco. Poi vi sono i teatri ristrutturati: quello "delle comiche" appartenuto alla Accademia dei Terrazzani, quello del palazzo De Larderel, quello dei Coraggiosi. Sono autentici gioielli. Un’aristocratica dai gusti fini, Maria Luisa Ursini degli Uberti detta Bebe, a metà del Novecento, lasciava volentieri Castiglioncello, dove passava le vacanze, per venire a Pomarance a recitare storie assieme ad altre giovanette, una vera e propria compagnia spontanea che s’occupava, come i pomarancesi attuali, di eseguire costumi, scene e parodie. Ma poco vi sarebbe senza la geotermica. Nei dintorni, da sempre, ribollivano le pozze. Ma solo nel 1777 un chimico tedesco, Franz Hofer, direttore delle Spezierie del Granduca di Toscana, prospettò l’utilizzo industriale dell’acido borico, utile all’investitura delle ceramiche e nella farmacologia. Di seguito a lui il chimico anatomico Paolo Mascagni (al quale è dedicata una via) che insegnava all’università di Siena, indicò la possibilità di estrazione dell’acido. Ed aprì la strada ad un autentico genio d’impresa, un francese, Francesco De Larderel che a Pomarance, vide con sorpresa ed entusiasmo, far bolle la terra, bolle odorose di zolfo e boro, e si convertì, lui ch’era chimico, al prodotto facendolo diventare, da sbuffo del ventre infiammato della terra, un’industria dal peso internazionale. Consiglio, andando a Pomarance, di visitare un ristorante, "Il Pomarancino" (risottino ai funghi con fonduta di caprino tagliata con i fichi e pecorino) e un’osteria, "5 all’undici" (tordelli maremmani e salsiccia con fagioli all’uccelletto). Al bar dello Sport vi sono Denise e Laura. Laura avverte che i giovani per divertirsi se ne vanno al mare a Bibbona o in discoteca a Pontedera e Pisa. Altrimenti festeggiano il palio e rievocano lo sfavillante medioevo pisano.