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L’Enel: siamo leader mondiali delle energie rinnovabili

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Paolo Andrea Colombo, presidente Enel contesta le critiche degli ambientalisti e risponde delinenado i numeri che l’azienda raggiunge in energia prodotta da fonti rinnovabili

Fonte: Il Sole24ore

Autore: Marco Magrini

«Non si può contestare a Enel di essere insensibile alle energie rinnovabili». Semmai, Paolo Andrea Colombo, presidente del gigante italiano degli elettroni – di fatto il prodotto finale che vende ai consumatori di 40 mercati del mondo – contesta le critiche degli ambientalisti. In vista di Rio+20, il vertice Onu sulla sostenibilità che si è aperto oggi, Greenpeace aveva attaccato la società attribuendole emissioni per «una tonnellata di anidride carbonica al secondo», per colpa del troppo carbone usato nella produzione industriale degli elettroni. A Rio de Janeiro per partecipare al Corporate Sustainability Forum convocato dall’Onu prima del vertice, Colombo snocciola il suo punto di vista. La controllata «Enel Green Power è è leader mondiale nelle rinnovabili. Ha una capacità 7mila megawatt in 650 impianti di 16 paesi diversi, con tutte le fonti energetiche in portafoglio, incluse quelle idroelettrica e geotermale. L’azienda produce 2,2 miliardi di kW/ora all’anno. Da qui al 2016, abbiamo in programma sei miliardi di investimenti». «Proprio per estendere l’accesso all’energia, oltre che per migliorare l’efficienza energetica, aumentare l’uso delle fonti rinnovabili, ridurre le emissioni e mitigare gli impatti ambientali negativi – ha aggiunto – gli investimenti privati devono essere sostenuti dalle istituzioni, attraverso un quadro normativo e regolatorio stabile, politiche ambientali condivise e market mechanism che permettano una pianificazione degli investimenti di lungo periodo da parte delle imprese».
Prima di arrivare a Rio, Colombo è passato da Buzios, un paesino diventato (troppo) famoso per aver stregato Brigitte Bardot, per inaugurare una piccola scommessa, fatta da Enel insieme alla controllata Endesa Brasil. «È una sistesi minima di quel che fa Enel su scala globale», assicura il presidente.
Con un investimento di 18,7 milioni di dollari, in parte finanziato dalla municipalità locale, Enel e Endesa Brasil hanno lanciato un esperimento triennale per la smart city, la città intelligente. Contatori elettronici (un’evoluzione di quelli già installati prima in Italia e ora in Spagna), una prima infrastruttura per lo smart grid (la rete elettrica intelligente capace di gestire le fluttuazioni delle rinnovabili). E poi ancora veicoli elettrici, wi-fi pubblico e addirittura un centro di raccolta dei rifiuti riciclabili, dove i cittadini o esercizi commerciali possono portare olii usati, bottiglie di plastica, lattine e giornali, e ottenere così un credito sulla bolletta elettrica. Il tutto, corredato da un piano per insegnare alla gente a usare gli elettroni all’ora giusta della giornata. I numeri del progetto, cominciato a novembre, sono un tantino modesti: 211 contatori installati, 5 auto elettriche, 12 motorini, 60 lampioni a led, 4 punti di ricarica, wi-fi in una strada sola, un’ottantina fra famiglie e alberghi che partecipano alla raccolta differenziata. Ma si tratta comunque di un laboratorio per la città del futuro: un futuro inevitabile.
«Il crescente fabbisogno dei paesi emergenti farà comunque salire la domanda di energia», dice Colombo. Dunque, le fonti rinnovabili non sono un’opzione, ma una necessità, «insieme allo smart grid, che diventa indispensabile per integrare le nuove fonti» nella rete dove circolano gli elettroni.