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L’elenco delle azioni per far crescere le energie rinnovabili nei prossimi anni

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Sono 26 le azioni prioritarie per lo sviluppo del settore dell’energia elettrica da fonti rinnovabili in Italia racchiuse in un documento elaborato da APER

Fonte: Rinnovabili & Territorio

Autore: Redazione

L’Associazione dei Produttori di Energia da fonti Rinnovabili (APER) ha proposto 26 azioni racchiuse in 10 schede e le ha messe al vaglio dei principali partiti che si presenteranno alle prossime elezioni.

 

La richiesta di APER ai candidati è di sottoscrivere il programma, indicando anche la data: entro il 7 febbraio 2013.

L’obiettivo è ottenere garanzie, da chi sarà chiamato a formare il prossimo Governo, affinché nel primo anno di insediamento vengano intraprese le necessarie azioni perché il settore elettrico della Green Economy possa crescere, rilanciando l’occupazione e lo sviluppo, raggiungendo gli obiettivi stabiliti sia nel recente documento di Strategia Energetica Nazionale (SEN), sia nell’Energy Roadmap dell’Unione Europea.
Le dieci schede riguardano:

  • il potenziamento del ruolo dell’Italia all’interno delle politiche energetiche europee;

  • l’indipendenza dall’esterno per quanto riguarda l’importazione di energia elettrica (attualmente ne importiamo il 76% di cui il 14% direttamente sotto forma di elettricità e il 62% sotto forma di combustibili);

  • il rilancio del Made in Italy nella filiera delle rinnovabili;

  • il potenziamento degli investimenti in ricerca e sviluppo;

  • la creazione di un "Sistema Paese" che incentivi l’esportazione del Made in Italy delle rinnovabili;

  • regole certe che diano stabilità al comporto;

  • la semplificazione delle procedure e l’allineamento ai principali Paesi europei;

  • l’eliminazione dalle bollette di energia di voci che ne aggravano inutilmente il carico agli italiani (ad es. il servizio di interrompibilità che remunera i soggetti energivori che accettano distacchi temporanei o le agevolazioni di costo per le grandi imprese);

  • un maggiore sostegno alle rinnovabili per renderle competitive;

  • l’incremento della mobilità elettrica.

Le 26 azioni proposte da APER per rendere concreti i dieci obbiettivi prevedono di:

  1. Assumere un ruolo di leadership nella redazione del nuovo Pacchetto Clima-Energia, individuando, per ognuno dei settori coinvolti, come obiettivi vincolanti al 2030:

    • il 35% di energia da fonti rinnovabili e, per il segmento delle rinnovabili elettriche, il 50% sul totale dei consumi;

    • un incremento del 35% in efficienza energetica;

    • una diminuzione del 35% delle emissioni di gas climalteranti (un pacchetto che si potrebbe definire 35-35-35).

  2. Confermare l’obiettivo del 38% per le rinnovabili elettriche sui consumi finali al 2020.

  3. Predisporre una nuova disciplina normativa che consenta realmente di raggiungere l’obiettivo del 38%.

  4. Sostenere lo sviluppo della filiera del biometano predisponendo una specifica disciplina normativa.

  5. Varare una politica industriale che, coinvolgendo anche il sistema creditizio, privilegi e sostenga la filiera delle rinnovabili quale strumento concreto di rilancio della manifattura italiana e l’esportazione dei suoi prodotti.

  6. Incrementare gli investimenti pubblici nella ricerca e nello sviluppo sperimentale, anche per il tramite delle migliori Università.

  7. Promuovere gli investimenti nella ricerca e nello sviluppo sperimentale da parte di aziende private con strumenti di sostegno adeguati.

  8. Costituire una cabina di regia nazionale che tracci gli indirizzi di sviluppo nella ricerca del settore della greeneconomy, favorendo le eccellenze pubbliche e private.

  9. Incentivare una collaborazione con le istituzioni comunitarie e nazionali coinvolte nell’adozione di bandi finalizzati al finanziamento di progetti innovativi e di sviluppo delle fonti rinnovabili.

  10. Sostenere il processo di internazionalizzazione della filiera rinnovabili.

  11. Costruire un nuovo sistema per la promozione delle imprese italiane all’estero.

  12. Rivedere i meccanismi di sostegno della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, basandoli su modelli di accesso diretto e certo, eventualmente con tariffe differenziate per fonte soggette a riduzioni automatiche progressive all’aumentare della potenza nazionale installata.

  13. Riallocare, per le future aste/registri, i contingenti non richiesti (eolico off-shore, grande idro) verso le tecnologie con maggior disponibilità di progetti (eolico onshore e piccolo idro).

  14. Prevedere regole chiare e durature e favorire l’adozione di norme regionali omogenee.

  15. Semplificare e accelerare i procedimenti autorizzativi.

  16. Ampliare l’uso di strumenti quali il silenzio-assenso.

  17. Prevedere poteri sostitutivi e sanzionatori nei confronti delle amministrazioni territoriali, attribuiti a un organo centrale.

  18. Rendere trasparente e "meno pesante" la bolletta elettrica, razionalizzando le voci e imputando a carico della fiscalità generale quelle non inerenti il mercato dell’energia e il sostegno alle rinnovabili.

  19. Adeguare gli attuali meccanismi di sostegno per raggiungere gli obiettivi europei al 2030 e favorire la transizione post-incentivi.

  20. Estendere l’applicabilità del meccanismo di scambio sul posto agli impianti di potenza fino a 5 MW.

  21. Sollecitare l’AEEG affinché adotti, seppur con oltre 4 anni di ritardo, la regolamentazione dei Sistemi Efficienti di Utenza.

  22. Introdurre contratti bilaterali di lungo periodo.

  23. Integrare le fonti rinnovabili nel mercato.

  24. Introdurre forme di agevolazione fi scale (IVA agevolata, detrazioni IRPEF ecc.) per l’acquisto di auto elettriche, pompe di calore, cucine a induzione.

  25. Rivedere la struttura di prezzo dell’energia elettrica (che risale al post guerra del Kippur del 1973) attribuendo a più elevati consumi domestici una riduzione del prezzo unitario pagato, così come già previsto per i consumi industriali e in tutti i principali paesi comunitari.

  26. Favorire gli investimenti che portano ad un risparmio energetico. Nel caso della Pubblica Amministrazione prevedere un plafond d’investimento in deroga al Patto di Stabilità per gli interventi con payback breve (entro 5 anni).

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