Negli ultimi dieci anni le fonti rinnovabili hanno contribuito a cambiare il sistema energetico italiano. Oggi gli impianti sono presenti in tutti gli 8.047 Comuni italiani, con una progressione costante: erano 6.993 nel 2009, 3.190 nel 2007, 356 nel 2005 e con risultati sempre più importanti di copertura dei fabbisogni elettrici e termici locali. Complessivamente in Italia nel 2014 le rinnovabili hanno contribuito a soddisfare il 38,2% dei consumi elettrici complessivi (nel 2005 si era al 15,4) e il 16% dei consumi energetici finali (quando nel 2005 eravamo al 5,3%). Oggi l’Italia è il primo Paese al mondo per incidenza del solare rispetto ai consumi elettrici e si è sfatata così la convinzione che queste fonti avrebbero sempre e comunque avuto un ruolo marginale nel sistema energetico italiano e che un loro eccessivo sviluppo avrebbe creato rilevantissimi problemi di gestione della rete. A impressionare sono da un lato i numeri della produzione da fonti rinnovabili passata in tre anni da 84,8 a 118 TWh, e dall’altro quelli di distribuzione degli impianti da fonti rinnovabili: circa 800mila, tra elettrici e termici, distribuiti nel territorio e nelle città, sempre più spesso integrati con smart grid e sistemi di accumulo o in autoproduzione, che oggi sono la frontiera dell’innovazione energetica nel mondo. Attraverso il contributo di questi impianti, e il calo dei consumi energetici, l’Italia ha ridotto le importazioni dall’estero di fonti fossili, la produzione dagli impianti più inquinanti e dannosi per il clima (nel termoelettrico -34,2% dal 2005) e si è ridotto anche il costo dell’energia elettrica.
Ad analizzare la mappatura delle rinnovabili in Italia e la loro crescita costante sul territorio è il rapporto Comuni Rinnovabili 2015 di Legambiente, giunto alla sua decima edizione, realizzato con il contributo del Gruppo Asja e in collaborazione con il GSE, presentato la settimana scorsa a Roma. All’incontro hanno partecipato Guido Bortoni, presidente Autorità per l’energia, Silvia Velo, sottosegretario all’Ambiente, Nando Pasquali, presidente GSE, Agostino Re Rebaudengo, presidente assoRinnovabili e Asja Ambiente Italia, Edoardo Zanchini, vicepresidente Legambiente, Francesco Ferrante, vicepresidente Kyoto Club, Francesco Sperandini, direttore Direzione operativa GSE. Nel corso della mattina sono stati assegnati il premio Comuni Rinnovabili 2015 a Campo Tures (BZ) e i premi Buona Pratica a Forlì e a Celle San Vito (FG).
“Questi risultati dimostrano quanto oggi uno scenario energetico incentrato su fonti rinnovabili e efficienza energetica sia già realtà e nell’interesse di un Paese come l’Italia, –afferma Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente– ora occorre aprire una seconda fase di questa rivoluzione energetica al fine di cogliere tutte le opportunità legate alla riduzione dei costi delle tecnologie, eliminando tutte le barriere che oggi questi progetti si trovano di fronte”. Su questo punto in particolare Zanchini insiste ricordando che “Occorre semplificare la burocrazia. Oggi, riconosciamolo, non vi è certezza normativa. Si dice all’imprenditore delle rinnovabili, Tieni, questi sono alcuni incentivi, provaci. Non posso dirti altro. Se sei abbastanza cocciuto, testardo, se hai la pazienza di attendere e resistere, puoi anche farcela. Un conto è l’abuso, ma un conto è la paralisi”.
Per Francesco Ferrante però “Occorre vantarsi dei risultati raggiunti. Occorre rivendicare quelli che sono stati i risultati a cui siamo pervenuti nello sviluppo delle fonti rinnovabili, anche in confronto ad alcune altre situazioni nazionali in Europa. Per quanto riguarda il sostegno alle rinnovabili io non pretendo un vero e proprio “Green Act”, ma mi accontenterei di veder inserito un po’ di “Green” all’interno delle manovre fiscali. Parliamoci chiaro, le vere incentivazioni passano dalla fiscalità agevolata. Non dai contributi una tantum”.
Il sottosegretario Silvia Velo è intervenuta dicendo che “L’efficienza energetica è una vera e propria opportunità per l’edilizia. Si tratta di fare una sorta di revamping dell’esistente, risparmiando suolo (non vengono fatte nuove costruzioni) e di energia (con l’efficientamento i costi energetici si riducono). Le Smart Cities, le città intelligenti non sono altro che questo: programmazione delle città e dei loro servizi a livello collettivo, sottraendo gli interventi alle iniziative individuali. L’efficienza energetica è il pilastro attorno al quale è possibile costruire gli interventi sulle rinnovabili”.
Infine una precisazione del presidente dell’Autorità per l’energia Bortoni: “Noi, come Autorità Garante sull’Energia, siamo tesi e protesi verso le energie da fonti rinnovabili. Questo ovviamente in un quadro di sostenibilità. Il 75% della Generazione Distribuita è rinnovabile. La Generazione Distribuita ha prodotto nel 2013, qualcosa come 64 Twh. Per la Generazione Distribuita noi siamo un Paese a trazione Rinnovabile”.