Ciafani: «Enel, che voleva costruire centrali nucleari, oggi è diventata il principale operatore al mondo di rinnovabili. Bisogna seguire l’esempio di Enel»
Intervenendo alla scuola di formazione politica “Meritare l’Europa”, il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, si è attirato le ire delle maggiori associazioni ambientaliste italiane – tra cui Legambiente – per alcune posizioni di retroguardia, comprese aperture all’impiego dell’energia nucleare.
«Oggi la tecnologia nucleare di quarta generazione non esiste e quella di terza generazione avanzata, che stanno cercando di costruire i francesi, sono due cantieri infiniti che sono costati quasi 4 volte il costo preventivato inizialmente – commenta nel merito il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani – Puntiamo sulle rinnovabili e non perdiamo tempo a parlare di cose che non si faranno mai. È inutile spendere risorse pubbliche per una tecnologia che chissà mai se arriverà. Abbiamo già la possibilità di produrre energia elettrica dal sole, dal vento, dall’acqua e dal calore della Terra».
Tra le fonti rinnovabili citate da Ciafani, il calore della Terra (ovvero la geotermia) è quella che rappresenta le caratteristiche più interessanti se confrontata con il nucleare, che rinnovabile non è ma ha dalla sua importanti caratteristiche – ricordate da Cingolani nel suo intervento – come la continuità produttiva.
Indipendentemente dalla condizioni meteorologiche, un impianto nucleare può infatti continuare a produrre elettricità mentre fonti rinnovabili come l’eolico o il fotovoltaico sono per natura intermittenti.
Necessitano dunque di essere accoppiate a meccanismi come gli accumulatori e ad altre fonti rinnovabili programmabili come appunto la geotermia.
Come già spiegato da ricercatori come Riccardo Basosi e Maria Laura Parisi dell’Università di Siena, la «geotermia in Toscana è in grado di soddisfare il fabbisogno elettrico del 30% della popolazione della regione, ovvero 1.120.000 persone, 365 giorni all’anno, 24 ore su 24! Ed è l’unica fonte rinnovabile che ha questa fondamentale caratteristica di stabilità e rinnovabilità».
Non a caso «grazie al non indifferente contributo della geotermia (ed al momento dell’istantanea riportata nella figura sotto, anche del fotovoltaico in misura minore), il centro Italia è la regione con la più bassa impronta di carbonio del Paese (escluse le isole)».
Non solo: come documenta l’Unione Geotermica Italiana, nonostante investimenti minimi «la geotermia in Italia ha mantenuto la sua competitività, con costi di produzione complessivi (LCOE) comparabili o addirittura inferiori rispetto ad altre fonti rinnovabili, e in linea con eolico e fotovoltaico. Un ulteriore elemento a favore della produzione di elettricità da geotermia è poi il suo elevato fattore di carico, il più alto tra tutte le fonti rinnovabili, con un rapporto dell’84% tra capacità massima ed energia effettivamente prodotta».
A queste caratteristiche se ne aggiungono altre particolarmente importanti per un Paese come l’Italia, caratterizzato da un patrimonio paesaggistico particolarmente prezioso, dato che la geotermia è la fonte rinnovabile a minor uso di suolo: con 7,5 km quadrati per TWh/anno prodotti, il geotermico ha un impatto cinque volte più basso del fotovoltaico sono questo profilo.
Tutte caratteristiche che rendono il “calore della Terra” particolarmente prezioso in un mix energetico volto allo sviluppo sostenibile, ma che purtroppo non sono ancora molto note né alla cittadinanza né ai decisori politici: da qui l’urgente necessità di una migliore e maggiore comunicazione ambientale in materia. Anche perché gli esempi di successo, proprio sul territorio italiano e toscano in particolare, non mancano.
Come osserva Ciafani, in Italia in particolare le aziende «dovrebbero ringraziare gli antinuclearisti che nel 2011 (anno dell’ultimo referendum nazionale in materia e del disastro di Fukushima in Giappone, ndr) non hanno permesso di intraprendere questa avventura disastrosa. Enel, che voleva costruire centrali nucleari, oggi è diventata il principale operatore al mondo di rinnovabili. Bisogna seguire l’esempio di Enel».
Che oltre ad essere il più grande operatore privato a livello globale nel settore delle energie rinnovabili, attualmente è anche il gestore di tutte le centrali geotermoelettriche attive in Toscana e (dunque) in Italia.