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Le rinnovabili termiche: occasione di sviluppo per la Toscana.

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Il convegno dello scorso 13 gennaio, organizzato da Amici della Terra Toscana in collaborazione con la Regione Toscana, la Provincia di Firenze e con le principali associazioni delle rinnovabili termiche, ha fatto il punto sullo stato dell’arte e sulle proposte da indirizzare al governo in materia di energie rinnovabili. Tra gli intervenuti anche il Co.Svi.G.

Fonte: Geotermia News

Autore: Redazione

Al centro del convegno degli Amici della Terra della Toscana, come ha indicato il presidente Sergio Gatteschi, la proposta di attivare incentivi per la realizzazione degli interventi necessari volti a promuovere gli obiettivi di efficienza energetica e di risparmio dei costi per le rinnovabili termiche, che hanno dimostrato di avere una resa energetica circa otto volte superiore rispetto a quella del fotovoltaico.
Un dibattito che ha avuto una sponda a livello nazionale da parte di Anima, la federazione di Confindustria che raccoglie le principali associazioni di categoria dei produttori di tecnologie rinnovabili termiche e che rappresenta un comparto che fattura ogni anno 4,5 miliardi di euro.
Il Presidente di Anima, Sandro Bonomi, ha espresso apprezzamento nei confronti di quanto dichiarato -sulle pagine del Corriere della sera, proprio venerdì- da Guido Bortoni, presidente dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas che ha indicato la necessità di «intensificare gli sforzi sul fronte delle rinnovabili termiche e soprattutto dell’efficienza energetica, perché si possono generare significative ricadute positive sulla filiera industriale nazionale».
«L’Italia è uno dei paesi leader nel mondo nella produzione delle rinnovabili termiche, tecnologie che -ha aggiunto Bonomi- rispetto alle rinnovabili elettriche, costano meno, sono più efficienti, vengono prodotte in Italia e non impattano sulla rete elettrica, provocando imprevisti ed onerosi sovraccarichi di tensione».
Un quadro che è emerso in maniera chiara dal convegno degli Amici della Terra, dove dopo la presentazione dei casi di applicazione delle rinnovabili termiche in Toscana, ne sono stati illustrati i vantaggi in termini di rapporto costi/benefici rispetto all’utilizzo di combustibili fossili.
In questo quadro la Toscana -capitale nazionale e non solo della geotermia elettrica- può assumere anche un ruolo leader nello sviluppo delle rinnovabili termiche partendo proprio dalla risorsa del sottosuolo.
«La risorsa geotermica non è limitata all’alta entalpia- ha, infatti, sottolineato nel suo intervento Armando Burgassi di CoSviG, il Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche – Per un teleriscaldamento con terminali di utenza di tipo tradizionale (ovvero tramite radiatori) sono necessari 80-90°C;  per un teleriscaldamento con utenze terminali a pavimento o parete è invece sufficiente una risorsa a 40-50° C».
Quindi il ragionamento di Burgassi è che utilizzare una risorsa rara e preziosa come il vapore per gli usi diretti assume quasi il paradosso di essere uno “spreco”, dato che, per questi usi, sono sufficienti risorse a temperature molto più basse. Purtuttavia, in alcune aree “privilegiate”, come quelle geotermiche tradizionale ed amiatina, ove la disponibilità e la reperibilità di vapore endogeno ad alta entalpia non costituisce un problema, sono già attivi sistemi di teleriscaldamento (e altri sono in progetto) e sistemi che forniscono calore ad attività produttive. Con risparmi ambientali ed economici rilevanti.
Per una serra tradizionale di 20mila metri quadrati di estensione, ad esempio,  l’uso del calore geotermico implica una spesa di 0,03 Euro/metro quadro a fronte di 0,10 Euro/metro quadro necessari per ottenere lo stesso calore tramite fonti fossili, con un risparmio dell’ordine del 60/70% sulle spese mensili.
Analogo risparmio si ottiene anche nel caso del teleriscaldamento.
Il dato per un’abitazione di 70 metri quadri in cui si utilizza il calore geotermico per riscaldamento e acqua calda sanitaria indica, infatti, una spesa invernale nell’ordine di 250 Euro rispetto a 625 euro che si spenderebbero utilizzando fonti fossili, che si riduce da 75 a 30 Euro nel periodo estivo.
A questo vanno aggiunti i benefici ambientali, che, come ha sottolineato Armando Burgassi, sono di notevole interesse.
Nel caso degli usi diretti per le aziende si risparmiano circa 19 milioni di metri cubi/anno di Metano e si evita l’immissione di circa 44.300 tonnellate/anno di Anidride Carbonica. In termini di tonnellate di petrolio risparmiate il dato si aggira sui 14.300 tonnellate/anno.
Tra le aziende che utilizzano vapore geotermico per le loro attività oltre alle serre vi sono anche caseifici e impianti industriali quali la Isolver di Castelnuovo Val di Cecina e la SCL di Larderello, nel comune di  Pomarance.
I risparmi ambientali nel caso dei teleriscaldamenti geotermici, che attualmente forniscono calore a circa 1,5 milioni di metri cubi di edifici, gli effetti ambientali si traducono in circa 38.000 Tonnellate/anno di emissioni evitate di CO2, circa 12.000 tonnellate di petrolio all’anno risparmiate e a oltre 16 milioni di metri cubi/anno di metano non utilizzati.
Nelle aree in cui è in funzione il teleriscaldamento, tranne Pomarance (nel caso di Pomarance il vapore è fornito da una centrale posta a circa 4 km dal centro urbano), il vapore geotermico è reperibile direttamente sul posto per la presenza di centrali geotermoelettriche, che in Toscana forniscono oltre 5Gwh/anno di energia elettrica pari a circa il 25% del fabbisogno elettrico regionale.
Ma oltre a fornire energia elettrica il vapore geotermico già contribuisce e potrà ancora di più in futuro incidere sulla copertura del fabbisogno termico regionale.
Nel breve periodo è, infatti, prevista l’ultimazione degli impianti di teleriscaldamento in corso di realizzazione (o per cui è già stata predisposta fatta la gara) nei comuni di Monteverdi M.mo, Radicondoli, Chiusdino e Montieri.
Nel medio periodo vi potrà essere, inoltre, la realizzazione degli impianti di teleriscaldamento di Massa Marittima e Volterra ancora però in fase di  prefattibilità e individuazione della risorsa disponibile. 
La scommessa sta poi nel futuro: «nei prossimi dieci anni -ha detto Armando Burgassi– la potenzialità e lo sviluppo dei teleriscaldamenti geotermici sono legate in maniera strettissima ad alcuni fattori: i risultati delle indagini relative ai permessi di ricerca richiesti, l’evoluzione della normativa vigente in ambito regionale e nazionale e l’evoluzione dei sistemi incentivanti a vari livelli: Regione, Stato, Unione Europea».