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Le rinnovabili potrebbero fruttare 48 miliardi di euro al 2020

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E’ necessario però impostare una diversa politica energetica per i prossimi anni

Fonte: Rinnovabili & Territorio

Autore: Redazione

L’Osservatorio sull’Industria e la Finanza delle Rinnovabili (OIR), avviato nel 2008 d’intesa con il GSE da parte della società di consulenza Agici, di cui è presidente Andrea Gilardoni, ha presentato pochi giorni fa il suo terzo rapporto, che indica le linee essenziali che dovrebbe seguire la politica energetica nei prossimi anni, per ottenere risultati di tutto rilevo.

Le priorità, secondo il rapporto dal titolo “Rinnovabili ed efficienza energetica. Proposte per un rilancio nel nuovo contesto globale”, riguardano intanto la razionalizzazione del sostegno alle rinnovabili, per evitare le continue intermittenze che non giovano al settore degli investimenti.

E’ poi ritenuto essenziale favorire la crescita internazionale delle industrie rinnovabili italiane, sostenere fortemente lo sviluppo tecnologico, sviluppare meccanismi per favorire il consenso nella realizzazione di infrastrutture e impianti, razionalizzare la connessione alla rete e la gestione delle fonti non programmabili e, infine, sostenere le rinnovabili termiche.

Nel rapporto si suggerisce, inoltre, di sostituire il Piano energetico nazionale, fondamentalmente basato sull’individuazione delle migliori modalità di generazione di energia, con un Programma di sostenibilità energetica, fondato sullo sviluppo dell’efficienza energetica in tutte le fasi della produzione, del trasporto, dello stoccaggio e del consumo.

Questo Piano rinnovato dovrebbe anche prevedere l’individuazione di un mix produttivo ottimale nell’ottica dell’efficienza, politiche di sostegno equilibrate e il rafforzamento e il coordinamento di politiche di ricerca, sviluppo e innovazione.

Infine, ma non per importanza, si dovrebbe incentivare la promozione di comportamenti virtuosi presso i cittadini e la razionalizzazione dei processi di produzione-consumo quali reti elettriche intelligenti, impianti per la generazione distribuita, sistemi di riscaldamento efficienti, tecnologie ICT avanzate, a partire dalle città: l’obiettivo è quello di creare le Smart City.

«Per Smart City- spiega l’OIR- intendiamo lo sviluppo congiunto di rinnovabili ed efficienza energetica in un’ottica di ottimizzazione del consumo delle risorse dei territori urbani». Un fenomeno che «coinvolge industria, finanza, ICT(Information Communication and Technology,ndr), passando per la pianificazione urbanistica e i trasporti» e che «richiede prodotti e servizi innovativi».

L’attuazione di queste politiche strategiche potrebbe fruttare al nostro paese benefici economici pari a circa 48 miliardi di euro in dieci anni e 60.000 nuovi posti di lavoro.

Dei 48 miliardi di euro, circa 36 deriverebbero dai risparmi nelle importazioni di combustibili fossili, 8 per le emissioni e il conseguente impatto sul clima evitati e 4 miliardi per la nuova occupazione diretta creata. I posti di lavoro nati nel settore, infatti, saranno, secondo l’OIR, 60.000, senza contare tutto l’indotto.

Nel Rapporto si evidenzia come nell’analisi costi –benefici, i benefici «stanno rendendo la maggior parte delle tecnologie verdi competitive con le fonti fossili».

Inoltre, lo sviluppo delle tecnologie di generazione distribuita potrebbe sostenere un mercato del valore di circa 15 miliardi di euro. Queste previsioni per il sistema Italia si inseriscono in un quadro positivo a livello globale, visto che «il mercato delle rinnovabili prosegue la sua crescita sostenuta: gli investimenti sono passati da 186 miliardi di dollari Usa nel 2009 a 241 nel 2010».

Da noi, però, ha sottolineato Andrea Gilardoni, servirebbero «decisioni più sagge» da parte degli amministratori.

L’Italia potrebbe, inoltre, investire di più nell’efficienza energetica, settore in cui – si sottolinea – il paese ha tutte le carte in regola per raggiungere obiettivi ambiziosi in un settore che rivestirà un ruolo di primo piano anche nello sviluppo delle città intelligenti.