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Le donne oggi in Toscana: sul lavoro, a scuola, in politica o tra le mura ‘nemiche’ di casa

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Luci e ombre, ampi tratti di strada già percorsi ed altri su cui occorre proseguire. Sono i numeri che raccontano le donne in Toscana: donne violentate nel chiuso delle mura domestiche, ancora nel 2015, donne al lavoro tra le prime vittime della crisi, ma anche donne che si fanno strada, a scuola, in politica o mettendo su una propria impresa.

Fonte: Toscana-Notizie.it

Autore: Walter Fortini

Un femicidio al mese
Il numero più cupo è sicuramente quello delle 12 donne vittime di femicidio nel 2014, praticamente una al mese, o le 77 morte per mano ancora di un familiare dal 2006 al 2014, una ogni 46 giorni, ‘colpevoli’ solo di decidere. Non sono le 152 donne uccise in Italia nello stesso anno, quasi una ogni due giorni, ma fa ugualmente impressione, al pari delle duemilacinquecento che ogni dodici mesi trovano il coraggio di uscire allo scoperto e cercano aiuto per le violenze, fisiche ma più spesso psicologiche, a cui sono sottoposte.

Continuano a crescere le imprenditrici
Il numero più incoraggiante e che regala alla Toscana un primato arriva dall’imprenditoria. Sono state 95 mila le imprese capitanate da donne nella regione nel 2015. E’ un po’ meno di un’impresa su quattro e dunque l’equilibrio è ancora lontano dall’essere raggiunto. Ma continuano a crescere e in Toscana crescono più che in qualsiasi altra regione. Tra gli imprenditori con meno di 35 anni sono ancora di più: quasi un’azienda su tre, con ritmi di crescita ancora più elevati rispetto agli imprenditori uomini e contributi di qualità e in tutti i settori. Vuol dire che il lavoro fatto e gli strumenti e incentivi messi in campo stanno dando i loro frutti, ma è necessario proseguire negli sforzi. Per saperne di più  

La carica delle vicesindaco donne
Dall’imprenditoria alla politica, in un anno – il 2016 – in cui si festeggiano anche i settanta anni dal diritto di voto conquistato dalla donne in Italia nel 1946 e dalla conquista, naturalmente, di essere parimente elette. Nei comuni toscani sotto i 15 mila abitanti un sindaco ogni cinque è donna (il 18% per la precisione): uno ogni otto (il 13%) nei territori con meno di 15 mila abitanti. I vice sindaci sono addirittura il 40 e 44 per cento e gli assessori all’incirca la stessa percentuale. Un po’ meno donne, tra il 35 e il 20 per cento, si contano tra i consiglieri comunali. Le ultime elezioni regionali, che si sono svolte nel 2015, non hanno rappresentato un importante passo in avanti quanto a presenza femminile. La Toscana risulta comunque la prima regione in Italia per donne elette nei parlamenti regionali: un dici su quaranta, pari al 27,5% e decisamente di più delle nove su quaranta (ovvero il 18%) del 2010. Parte del merito va probabilmente alla legge elettorale che ha introdotto l’alternanza di genere tra gli aspiranti consiglieri e la doppia preferenza uomo-donna (o viceversa). Nella giunta regionale le donne sono quattro su otto, tra gli assessori.

Più deboli nel mercato del lavoro
Che la crisi che ha coinvolto dal 2009 anche l’economia toscana e la fase di recessione che poi è seguita abbia più spesso colpito le donne lavoratrici lo si intuiva. Una conferma arriva dai numeri della cassa integrazione in deroga. Le domande arrivate sulle scrivania degli uffici regionali da gennaio a novembre del 2015 hanno coinvolto per il 45,3% donne (5.877 in tutto), con percentuali ancora più alte a Prato e Firenze. Potrebbero sembrare non tante e una divisione quasi equilibrata, sennonché le donne registrano un tasso di occupazione molto più basso (tra il 56 e il 58 per cento in Toscana contro il 70-71 per cento degli uomini), hanno anche tassi di disoccupazione e inattività più elevati (oltre il 10 e 35 per cento rispetto all’8,6 e 21-22 degli uomini) spesso legati anche alla difficoltà di conciliare tempi di lavoro e della famiglia, nonostante il lavoro pur fatto in questi anni, e pertanto quel 45 per cento di donne costrette alla cassa integrazione pesa molto di più.

Donne più studiose degli uomini, soprattutto in Toscana
Torna il sorriso guardando il livello di istruzione. Le donne superano gli uomini. Non è una novità dell’ultimo anno ma una conferma del trend che ha visto, dal 2004 ad oggi, un autentico balzo. Se le in Europa, soprattutto per i livelli di educazione alti, le differenze di genere non sono accentuate, in Toscana (dato 2013) le donne sopravanzano gli uomini di sei punti percentuali, più della media italiana. Certo i numeri, va detto, sono ancora lontani dalle medie europee e dagli obiettivi di Europa 2020. Le toscane laureate o con un dottorato di ricerca sfiorano il 20 per cento, gli uomini si fermano al quindici. La media europea viaggia attorno al 30 per cento. Ne esce fuori una regione più europea del resto d’Italia, anche se permangono difficoltà a trovare un’occupazione con mansioni adeguate alla formazione raggiunta.
In Toscana non sono particolarmente basse neppure le laureate in scienze e ingegneria, studi di solito appannaggio degli uomini. Il dato si rafforza soprattutto tra le giovani generazioni, segno di una possibile inversione di tendenza. 

Bambini e servizi per l’infanzia
Si vive sempre di più, che è indice della qualità del vivere in Toscana, ma si fanno pochi figli e sempre più tardi: 1,35 per donna nel 2014, meno che nel 2008 e meno della media nazionale, con il primo figlio a quasi 32 anni.. E c’è chi di figli proprio non ne fa: le statistiche raccontano che di nuovo nel 2014 accade ad almeno una coppia su tre in Toscana (il 36,6%), in crescita. Questo implica una piramide demografica dove le nuove generazioni costituiscono sempre più una minoranza, con parenti e persone anziane da accudire (il cui peso ricade spesso sulle donne), nonni che vivono lontano o lavorano fino a tarda età e la necessità di servizi per l’infanzia capaci di conciliare tempi della famiglia e del lavoro. La Toscana tra nidi e servizi similari ne conta 1005 con 28.652 posti offerti, che coprono il 34 per cento dell’utenza potenziale: praticamente un bambino su tre tra tutti quelli che vivono nella regione ed hanno l’età giusta per potersi iscrivere. L’obiettivo europeo era del 33 per cento, quindi è stato raggiunto e superato.
In Europa le donne hanno un tasso di occupazione ridotto in alcune fasce di età, oscillazioni temporanee dovute all’assunzione di un maggiore carico di cure familiari. Poi però tornano a lavoro. In Italia e in Toscana questa temporaneità è molto meno frequente e si traduce più spesso in una fuoriuscita definitiva dal mercato del lavoro.

Abbattere gli ostacoli alla parità di genere
La Regione ha dal 2009 una legge con cui ha fissato l’obiettivo di rimuovere ogni ostacolo che impedisca il pieno raggiungimento della parità di genere nell’ambito sociale, culturale ed economico. Due sono stati per adesso i piani per la parità di genere predisposti: uno per il 2009-2010 e il seconda dal 2012 al 2015.

Valorizzare le diversità fa bene al business
Secondo alcuni studi dell’Università Bocconi e della McKinsey valorizzare le diversità aiuta a far crescere i fatturati. Team misti, con persone che hanno schemi e modi di pensare diversi, aiutano a comprendere meglio i clienti. Le multinazionali americane e del nord Europa già lo fanno, in Italia molto di meno. Squadre miste vuol dire composte anche da donne. Si stima che il pink power potrebbe generare 37 miliardi di dollari di ricchezza in più nel mondo.

Sport professionistico al maschile
A proposito di squadre e atlete ci sono poi i riconoscimenti mancati alle sportive. In Italia solo quattro sport sono professionistici, tutti al maschile: calcio, ciclismo, golf e ciclismo, per legge o per regolamento, o meglio per vuoto legislativo. Tutta colpa di una legge del 1981, la 91, e dei regolamenti mancati del Coni e delle federazioni.  

Per saperne di più:
Il videoclip realizzato dalla Regione e pubblicato sul canale YouTube di Toscana Notizie
Bilancio di genere (link)
Il rapporto sulla condizione economica e lavorativa delle donne – Irpet (link)
Le pagine delle pari opportunità sul sito della Regione Toscana (link