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Le biblioteche toscane al Salone di Torino: incontro con Tullio De Mauro, Monica Barni e Maria Stella Rasetti

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Le biblioteche pubbliche non più come luogo del silenzio e dello studio specialistico, ma come luogo della condivisione e della socializzazione, dove sperimentare nuove possibilità di cittadinanza attiva.

Fonte: Toscana-Notizie

Autore: Paolo Ciampi

E’ stato questo il tema al centro dell’incontro "Lettura sociale" con cui si è aperto il programma delle iniziative ospitate allo stand della Regione Toscana nel terzo giorno al Salone del Libro di Torino. Tutto questo insieme al professor Tullio De Mauro, grande conoscitore dello stato di salute della cultura in Italia e della condizione dell’editoria, della lettura e dell’alfabetizzazione. Con lui Maria Stella Rasetti, direttrice di una biblioteca toscana considerata un modello nazionale, la San Giorgio di Pistoia, e la vicepresidente e assessore alla cultura, Monica Barni. Un confronto che è partito da dati di lettura nazionali assolutamente non soddisfacenti.

"L’Italia – ha ricordato De Mauro – ha indici bassissimi di lettura. Si dice che il 52 per cento degli italiani legge, ma le statistiche ingannano, in realtà le persone che leggono davvero due o tre libri l’anno sono il 32, 33 per cento. Gli altri sono i cosiddetti lettori molli e l’Istat deve imparare a distinguere tra lettori veri e lettori molli. Tra l’altro – ha proseguito -, c’è anche la regressione di chi esce da scuola con cadute perfino nell’analfabetismo. La percentuale di adulti italiani in età di lavoro con gravi difficoltà con la carta stampata è sul 70 per cento, compresa gente che ha difficoltà a leggere anche un cartello stradale. Le biblioteche – ha sottolineato – sono allora il luogo ideale per invertire questa situazione. Tenendo anche conto che esiste una correlazione forte tra libri posseduti e letti e andamento scolastico: piu i ragazzi hanno possibilita di leggere e migliore sarà il loro rendimento non solo nelle materie letterarie ma in tutte le materie".

"Le biblioteche sono sempre di più piazze di accesso al sapere – ha detto nel suo intervento Monica Barni – ed è importante che si mettano in rete. Abbiamo costruito servizi efficaci come il prestito interbibliotecario e il catalogo unico delle biblioteche. Ma importanti sono anche gli eventi dedicati alla lettura. Il valore aggiunto è che sono iniziative regionali, le buone pratiche entrano in un circuito e possono essere estese e ripetute. E mi sembrano importanti anche le biblioteche che vanno fuori dalle loro mura e costruiscono possibilità di lettura nelle carceri, negli ospedali, nelle piazze. Queste sono iniziative da portare avanti. Penso che le biblioteche potrebbero essere un avamposto di quell’educazione permanente in genere così deficitaria in Italia".

"E’ un privilegio lavorare nelle biblioteche in Toscana – ha detto Rasetti – nel senso che negli ultimi dieci anni la Regione ha investito molte risorse nelle biblioteche pubbliche, creando un circuito virtuoso con iniziative dal gioco all’educazione permanente, dai circoli di lettura all’arte contemporanea. Questo non ha trasformato le biblioteche in centri sociali, ma ha permesso alle biblioteche di fare meglio il loro mestiere, come dimostrano i dati sui lettori e i prestiti. Nella mia città, Pistoia, in pochi anni i prestiti sono passati da 43 mila a 200 mila all’anno. E questo per una grande operazione di offerta culturale, che difende anche la bibliodiversità. Abbiamo dato spazio anche ad autori meno televisivi o a titoli che hanno la qualità ma non la forza della distribuzione, in questo alleati con le librerie indipendenti e gli editori. La biblioteca oggi è luogo di cittadinanza attiva, dove tutte le realta della società si ritrovano, qualsiasi sia la loro appartenenza e provenienza, possono esercitare la loro creatività e acquisire competenze che possono ricostruire anche una nuova possibilita’ di lavoro. Pensate – ha concluso – che ci sono immigrati che ricevono la tessera di utenti della biblioteche prima di avere il permesso di soggiorno: la biblioteca è il luogo della loro prima cittadinanza e di speranza nel futuro. Investire nelle biblioteche è investire nel futuro delle comunità".