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Le batterie per le auto elettriche di Stellantis saranno geotermiche

Siglato un contratto con la tedesca Vulcan per la fornitura di 81-99mila tonnellate di idrossido di litio estratto dalle salamoie geotermiche. E in Italia?

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Siglato un contratto con la tedesca Vulcan per la fornitura di 81-99mila tonnellate di idrossido di litio estratto dalle salamoie geotermiche. E in Italia?


La multinazionale dell’automobile Stellantis, nata quest’anno dalla fusione tra il gruppo Psa e Fiat-Chrysler, punta sulla geotermia per costruire le batterie necessarie a sostenere la transizione verso l’elettrico dei propri veicoli.

Nell’ambito di un pacchetto d’investimenti da 30 miliardi di euro al 2025, pensato per garantire che oltre il 70% delle auto vendute dal gruppo in Europa sia a basse emissioni entro il 2030, Stellantis ha infatti annunciato la stipula di un accordo vincolante con Vulcan Energy Resources per la fornitura di 81-99mila tonnellate di idrossido di litio (LiOH) nell’arco di cinque anni a partire dal 2026.

Il litio rappresenta un ingrediente fondamentale per la costruzione delle batterie, ovvero il cuore dei veicoli elettrici, ma ad oggi l’approvvigionamento di questa materia prima è condizionato da importanti impatti ambientali e dalla presenza di importanti riserve lontano dall’Europa.

Non a caso l’UE ha inserito il litio tra le materie prime critiche, stimando un fabbisogno in crescita di quasi 60 volte al 2050.

Ad oggi dipendiamo fortemente dall’estero per l’estrazione di questa commodity, che avviene generalmente in cave a cielo aperto, come nelle miniere o nelle salars del Sud America, con un impatto ambientale enorme per le emissioni di CO2 data dall’intensità energetica necessaria a questo processo, senza sottovalutare il consumo di suolo e di acqua.

«Non possiamo permetterci di sostituire l’attuale dipendenza dai combustibili fossili con la dipendenza dalle materie prime critiche – osserva nel merito il vicepresidente della Commissione europea Maroš Šefčovič – La semplice verità è che dipendiamo in gran parte da materie prime non sostenibili, provenienti da paesi con standard ambientali e sociali molto più bassi, meno libertà o economie instabili»

Il progetto Vulcan, nato e sviluppato in Germania, ribalta questo paradigma facendo leva sulla geotermia non solo per produrre elettricità ma anche il litio necessario alle batterie, estraendolo dalle salamoie geotermiche.

«Il progetto Zero carbon lithium™ di Vulcan nella valle dell’Alto Reno, in Germania – spiegano da Stellantis – utilizza l’energia geotermica per produrre idrossido di litio dalla salamoia senza l’uso di combustibili fossili e un consumo minimo di acqua, riducendo la generazione di carbonio nella catena di fornitura dei metalli per batterie».

Il processo tecnologico è già stato illustrato dall’Unione Geotermica Italiana (UGI), con vantaggi ambientali – oltre che nella catena di fornitura della commodity – molto chiari: se per 1 tonnellata di idrossido di litio con l’estrazione tradizionale vengono emesse da 5 a 15 tonnellate di CO2, nel progetto Vulcan le emissioni sono inferiori a 5,3 tonnellate per una tonnellata di idrossido di litio.

«L’accordo definitivo di acquisto con Stellantis è in linea con la nostra missione di decarbonizzare la batteria agli ioni di litio e la catena di fornitura dei veicoli elettrici – commenta l’ad di Vulcan, Francis Wedin – Il progetto Vulcan zero carbon lithium™ intende anche ridurre la distanza di trasporto delle sostanze chimiche al litio in Europa e la nostra posizione in Germania, prossima alle gigafactory europee di Stellantis, è coerente con questa strategia».

Una di queste gigafactory verrà realizzata in Italia, a Termoli, e anche il cuore di Stellantis – ex Fiat – resta in buona parte italiano.

Soprattutto, le tecnologie geotermiche sono nate in Toscana oltre due secoli e fa e sempre qui sono presenti centrali geotermoelettriche e know how d’eccellenza riconosciuto a livello internazionale.

Secondo alcuni studi preliminari, non mancherebbe neanche la possibilità tecnica di estrarre litio geotermico, presente anzi in grandi quantità ed elevatissima qualità: un’occasione preziosa da esplorare per rendere la nostra regione e l’Italia protagoniste della transizione ecologica in corso, declinando lo sviluppo sostenibile in nuovi posti di lavoro sul territorio.