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Le associazioni dell’industria rinnovabile europea chiedono più coraggio all’UE

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Un messaggio chiaro che è stato rivolto alle istituzioni dell’Unione Europea, ad un mese dal Consiglio europeo che dovrà adottare il nuovo pacchetto delle politiche climatiche ed energetiche

Fonte: Rinnovabili e territorio

Autore: Redazione

Le associazioni dell’industria rinnovabile europea chiedono ai responsabili politici di mostrare maggiore ambizione per le energie rinnovabili nella futura politica climatica ed energetica dell’UE e nel piano d’azione per affrontare la crisi energetica.

Questo in sintesi è quanto è emerso dal convegno “Salvare l’Europa dalla dipendenza energetica: il ruolo delle fonti rinnovabili”, organizzato dalle associazioni delle industrie europee delle energie rinnovabili, Lunedì 22 settembre a Bruxelles, e che ha visto la partecipazione di oltre 140 rappresentanti tra istituzioni dell’Unione Europea, esperti di energia dell’Agenzia Internazionale Energetica (IEA) e industrie del settore dell’energia rinnovabile.

Il convegno è stato organizzato ad un mese dalla data fissata per il Consiglio europeo, che dovrebbe adottare una posizione ufficiale sulla proposta della Commissione per le future politiche climatiche ed energetiche dell’Unione europea.

EGEC e le altre associazioni europee delle energie rinnovabili (AEBIOM, ESHA, ESTELA, ESTIF ed EUREC) hanno accolto con favore l’ambizione della Commissione europea espressa dal neopresidente eletto Jean-Claude Juncker di creare l’”Unione Europea dell’energia per diventare il numero uno mondiale nel settore delle energie rinnovabili”. Ma hanno inviato un chiaro messaggio alle istituzioni dell’Unione europea: la visione della Commissione al 2030 non riflette in maniera concreta il potenziale rappresentato dalle diverse forme di energia rinnovabile, sia nel settore dell’elettricità sia in quello delle fonti termiche per il riscaldamento e il raffreddamento.

La crisi nella sicurezza dell’approvvigionamento energetico che sta affrontando oggi l’Unione Europea – secondo le Associazioni dell’energia rinnovabile – “pone la necessità urgente di rafforzare lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, da affiancare a misure di efficienza energetica, che rappresentano l’unico modo sostenibile per aumentare l’indipendenza energetica dell’UE, affrontare il cambiamento climatico, e rafforzare la nostra economia”. Tutto questo richiede, tra le altre cose, di fissare un obiettivo ambizioso per le energie rinnovabili nell’UE, suddiviso tra gli Stati membri, in target nazionali giuridicamente vincolanti.

«Nella decisione che assumeranno nel mese di ottobre, è essenziale che gli Stati membri attribuiscano un ruolo forte alle fonti rinnovabili nel futuro mix energetico dell’UE, anche per ridurre la nostra dipendenza energetica» ha detto il presidente di EGEC, Burkhard Sanner.

«La proposta della Commissione che ha un obiettivo di riduzione del 40% per le emissioni di gas serra ed un obiettivo del 27% per le energie rinnovabili al 2030 – ha proseguito Sanner – è semplicemente l’equivalente della situazione “business as usual“. L’obiettivo delle FER deve quindi essere rivisto al rialzo».

«Per avere un effetto concreto – ha aggiunto JeanMarc Jossart, Segretario Generale di AEBIOM – l’obiettivo delle FER per l’UE deve essere vincolante e devono essere definiti anche degli obiettivi vincolanti su scala nazionale. Dubitiamo che obiettivi nazionali su forma volontaria verrebbero rispettati!».
«Il futuro sistema energetico ha bisogno di concentrarsi sul consumatore, per renderlo parte della soluzione – ha dichiarato Pedro Dias, segretario generale di ESTIF – le tecnologie di riscaldamento con le rinnovabili, ad esempio, possono fornire opzioni più stabili e accessibili alle famiglie e l’industria, e possono promuovere investimenti locali con la creazione di posti di lavoro».