Varati due nuovi schemi di decreti ministeriali in materia di energie rinnovabili che rivoluzionano i nuovi incentivi per l’energia fotovoltaica (Quinto Conto Energia) e per le rinnovabili elettriche non fotovoltaiche (idroelettrico, geotermico, eolico, biomasse, biogas). In particolar modo, con riferimento al fotovoltaico, i punti salienti sono riconducibili a un sostanziale abbassamento della tariffa incentivante, all’entrata in vigore dal 1° luglio 2012 e all’introduzione di registri per impianti superiori a 12 kW.
Corsa contro il tempo dunque per non perdere i benefici di un maggior incentivo per chi voglia allacciare il proprio impianto fotovoltaico nei prossimi mesi: se il quarto conto energia già penalizzava coloro che lo avessero messo in funzione oltre il 30 giungo 2012, gli schemi dei decreti ministeriali del quinto rafforzano fortemente tale assunto. Sarà necessario dunque, calcolatrice alla mano, capire le reali possibilità per poter allacciare il proprio impianto entro il 30 di giugno e la potenziale perdita qualora vi sia un inevitabile slittamento di messa in funzione oltre tale data.
Il quinto conto energia. Gli schemi ministeriali prevedono, per il fotovoltaico, tre principali novità: la prima riguarda un sostanziale abbassamento degli incentivi per poter allineare gli stessi a livello europeo oltre che per adeguarli agli andamenti dei costi di mercato degli impianti calati drasticamente nel corso degli ultimi anni.
Per un impianto di 200kW per esempio, se fino al 30 di giugno l’incentivo e la rivendita di energia renderanno 0,313 per ogni Kwh, oltre tale data crollerà drasticamente a 0,199 al Kwh. Stessa cosa dicasi per gli impianti domestici e per i grandi impianti installati a terra con dei decrementi intorno al 50% (si veda la tabella in pagina).
La seconda novità riguarda l’entrata in vigore della nuova tariffa incentivante.
Seppur sia stata fissata per la data del 1° luglio 2012, viene fatto salvo il raggiungimento della soglia dei 6 miliardi di incentivi per il fotovoltaico.
In altri termini, fin quando non verrà raggiunta tale soglia varranno le vecchie regole seppur, verosimilmente, il superamento è ampiamente previsto entro luglio dunque il nuovo conto energia dovrebbe essere immediatamente operativo a partire dal secondo semestre 2012.
La terza importante novità riguarda infine l’introduzione di registri per governare la potenza annua installata. Fino a 12 kW, gli impianti rimarranno liberi dall’accedere all’incentivo non appena entreranno in esercizio mentre, per gli impianti superiori ai 12 kW, sarà necessaria una preventiva iscrizione presso appositi registri al fine di poter usufruire di tale tariffa incentivante.
La tariffa incentivante. In seguito alle modifiche che verranno apportate dal quinto conto energia a partire dal secondo semestre 2012, diventa fondamentale capire l’impatto, in termini finanziari, di un impianto allacciato entro o oltre il 30 di giugno.
La nostra ipotesi di partenza prenderà in considerazione dei moduli installati su di un tetto di un fabbricato industriale, rivolti completamente a sud e con un inclinazione pari a 30 gradi.
L’esempio riguarderebbe un’azienda industriale che decida di installare pannelli fotovoltaici per 200 kW e di rivendere l’energia dagli stessi prodotta.
Iniziamo con l’analizzare l’entrata finanziaria legata agli incentivi statali di durata ventennale. Per un impianto di 200 kW, gli incentivi e l’energia prodotta ammontano a 0,313 per kWh nel caso lo stesso sia allacciato entro il 30 di giugno e 0,199 qualora venga installato oltre tale data.
Questo significa non solo che a seconda dei kWh prodotti otterremo una somma più o meno elevata di incentivi ma anche che gli stessi varieranno sensibilmente a seconda di quando si ultimerà l’allaccio dell’impianto: la discriminante tra primo e secondo semestre genererà infatti per i successivi 20 anni una tariffa incentivante ben diversa.
È possibile inoltre stimare, in maniera prudenziale, i kWh mediamente generati in un anno da un impianto a seconda che lo stesso si trovi in regioni settentrionali, centrali o meridionali. Tali dati, presenti nel sito del GSE, prevedono una forchetta che varia dai 1.000 ai 1.500 kWh /anno a seconda della posizione dello stesso.
Ammettendo che la nostra azienda, operante nel centro Italia, sviluppi una media prudenziale di 1250 kWh/ annui i kWh totali su di un impianto di 200 kW sarebbero pari a 250.000.
Siamo dunque in grado di definire quale sarà, mediamente, la remunerazione omnicomprensiva dell’energia prodotta che ci verrà riconosciuta dal GSE ogni anno: 250.000*0,313 = 78.250,00 nel primo caso e 250.000*0,199=49.750,00 nel secondo caso.
La differenza di 28.500,00 euro, inoltre, andrà di fatto moltiplicata per i venti anni della durata della tariffa incentivante dunque, l’impatto di un allaccio entro od oltre il 30 giugno genererà, negli anni, una differenza di flussi in entrata di 570.000,00 euro circa.
Vale la pena considerare che, seppur molte aziende rivenderanno la propria energia, resterà comunque molto più appetibile consumarla per le esigenze di carattere produttivo.
In tal caso infatti, il minor costo che si sosterrà per l’acquisto di energia sarà di gran lunga maggiore rispetto alla rivendita della stessa. Se da un lato il prezzo di acquisto si aggira intorno ai 0,18 /kWh, quello di rivendita non supera gli 0,09 /kWh.
È auspicabile dunque, un chiarimento con riferimento alle tariffe incentivanti nel caso in cui si optasse per lo scambio sul posto piuttosto che per la rivendita.