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L’Arpat fotografa la qualità dell’aria in Toscana

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Criticità per Pm10, ossidi di azoto e ozono. Per quanto riguarda invece l’H2S, caratteristico (tra l’altro) delle manifestazioni geotermiche, i «valori registrati presso le stazioni della rete regionale sono ampiamente inferiori al riferimento dell’Oms»

Fonte: Rinnovabili&Territorio

Autore: Redazione

All’interno dell’ultima Relazione annuale sullo stato della qualità dell’aria nella Regione Toscana, Arpat – l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana – aggiorna al 2017 i dati relativi all’inquinamento atmosferico raccolti in base alla Rete regionale di monitoraggio di qualità dell’aria (composta da 37 stazioni sparse sul territorio), dalle stazioni locali, dalle campagne indicative effettuate sul territorio regionale e dall’analisi delle serie. Ne emerge un quadro «complessivamente positivo», anche se «permangono alcune criticità per tre inquinanti: Pm10, ossidi di azoto e ozono».

A tal proposito l’Arpat sottolinea che vengono presi in considerazione tutti i parametri monitorati dalla Rete regionale, per i quali si riporta sia il confronto con i valori limite definiti dalla normativa vigente (D.lgs.155/2010) che con quelli suggeriti dall’Oms (Organizzazione mondiale per la sanità) che ha individuato i valori guida di concentrazione per i principali inquinanti atmosferici, da rispettare per salvaguardare la salute della popolazione mondiale.

Per quanto riguarda in particolare le polveri sottili (Pm10), il limite massimo pari a 35 giorni di superamento del valore medio giornaliero di 50 μg/m3 non è stato rispettato in 2 stazioni di fondo (LU-Capannori nella “Zona Valdarno pisano e Piana lucchese” e PT-Montale nella “Zona Prato Pistoia, mentre il limite di 40 μg/m3 come media annuale è rispettato in tutte le stazioni. Relativamente al biossido di azoto (NO2)  il valore limite di 40 μg/m3 come media annuale non è stato rispettato in tre stazioni di traffico (FI-Mosse, FI-Gramsci e SI-Bracci), mentre l’ozono conferma la sua criticità per entrambi i valori obiettivo previsti dalla normativa – per la protezione della popolazione e della vegetazione – che sono stati superati nell’80% delle stazioni.

È invece utile notare che non si segnalano criticità di alcun tipo relativamente all’H2S, caratteristico (tra l’altro) delle manifestazioni geotermiche: per quanto riguarda l’acido solfidrico infatti «i valori registrati presso le stazioni della rete regionale sono ampiamente inferiori al riferimento dell’Oms, per entrambi i siti di monitoraggio», uno dei quali è la stazione PI-Montecerboli. Per quest’ultima si segnalano solo disagi olfattivi (negli ultimi anni presenti generalmente per circa un quarto del tempo di monitoraggio).

Posto infatti che il valore guida indicato dall’Oms per la protezione della salute che è pari ad una media giornaliera pari a 150 μg/m3, la stazione PI-Montecerboli presenta nel 2017 una massima media giornaliera pari a 36 μg/m3, dato che come si nota è «ben al di sotto del valore guida», pari per l’esattezza al 24% del valore limite del Oms.