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Larderello impianti, allarme rosso

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Dal summit della Cgil un nuovo appello per l’occupazione

Fonte: La Nazione, Cronaca di Pisa – Pagina Val di Cecina

Autore: Ilenia Pistolesi

Una sorta di grande vertenza collettiva che tocchi, da vicino, i problemi che attanagliano le aziende private, il sistema ospedaliero e quello bancario, fino ai centri riabilitativi: è la proposta lanciata dalla Cgil durante il confronto di ieri con i lavoratori, le istituzioni e le Rsu a Casa Torre Toscano. Insomma, per l’Alta Valdicecina, secondo i leader sindacali Gianfranco Francese, Marcello Franchi e Massimo Basilei, «sarà fondamentale invertire il passo, fotografando la zona non più come «Cenerentola» della Provincia, ma come territorio collegato alle zone di investimento costiero, creando anche un nuovo indotto geotermico».
E con la Regione, parola del consigliere Andrea Pieroni, pronta a mettersi in cabina di regia per mettere in piedi un progetto di rilancio dal respiro regionale e nazionale. Certo, i nodi al pettine sono ancora molti: partendo dalla fiumana di disoccupati lasciati per strada un anno fa da Smith, ai quali si sono aggiunti, proprio in questi giorni, gli ultimi otto operai licenziati «in maniera unilaterale e che hanno bisogno di risposte serie da parte delle istituzioni», come ha sottolineato, per le Rsu Smith, Andrea Pagni, e finendo con la delicata situazione che sta investendo la Larderello Impianti: «Non conosciamo le nostre prospettive future – dice, per le Rsu, Claudio Del Colombo – siamo 46 dipendenti, l’80% del fatturato annuo della ditta si lega ad Enel. Le rogne derivano dalle gare effettuate con il massimo ribasso e siamo tagliati fuori da quelle più grosse. Ora come ora, non c’è continuità nel lavoro. Al momento, stiamo godendo di un rientro di lavoro, ma quanto durerà? Non riusciamo più a lavorare con molte delle ditte della Valdicecina e, se dovesse chiudere del tutto la Larderello Impianti, a noi resterà che un’alternativa, cercare lavoro fuori da questa zona». E resta ancora in bilico la situazione della Locatelli, che continua a navigare in un mare burrascoso fra problemi di liquidità, il «fardello» Atisale (società per la quale è stato dilatato il concordato fallimentare e la cui situazione, di fatto, rende difficile l’accesso al credito), e la necessità dell’arrivo dei cogeneratori, l’unico strumento in grado di abbattere gli stellari costi dell’energia.
Fra l’altro, su questo punto, Locatelli ha già presentato la necessaria documentazione, ma ancora non arrivano le risposte. Ed i sindacati chiedono, al più presto, l’attivazione del nuovo piano industriale.