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L’anno volge al termine ma non altrettanto il dibattito sulla geotermia

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Per gli irriducibili avversari «non crea sviluppo e danneggia l’ambiente», per gli Enti Locali che la geotermia hanno sul proprio territorio «è un settore «strategico, che produce risorse e occupazione e rappresenta un pezzo importante dell’economia toscana», per il tossicologo Eros Bacci non è comprensibile «tanto accanimento contro questo dono della Terra».

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

I primi di dicembre, nelle commissioni regionale Ambiente e Sviluppo Economico presiedute rispettivamente da Vincenzo Ceccarelli e Caterina Bini, è stato approfondito il tema della geotermia, in un incontro con Enti Locali, Arpat, Usl di Grosseto e Siena, Università di Firenze, Pisa e Siena, Associazioni di categoria e ambientaliste, Organizzazioni agricole, Comitati di consumatori e utenti, Organizzazioni sindacali, Enel.

Un incontro che ha confermato le posizioni contrapposte tra i fautori dello sviluppo di questa energia rinnovabile, seppur in un alveo che tenga conto della salute dei cittadini e dell’ambiente, e i comitati ambientalisti dell’Amiata – che l’avversano senza se e senza ma – e che hanno annunciato un altro incontro pubblico il 3 gennaio ad Arcidosso per ribadire le proprie contrarietà nei confronti della geotermia.

Energia, quella geotermica, che, assieme alle altre fonti rinnovabili potrebbe, secondo Jeremy Rifkin, rappresentare per l’Italia «quello che per l’Arabia Saudita è il petrolio dato che ha più sole, più vento e più energia geotermica degli altri Paesi europei».

«Per questo l’Italia -dice Rifkin – potrebbe essere il Paese leader in Europa per le energie alternative insieme alla Germania. La Germania lo ha capito, l’Italia sembrava averlo fatto, ma ancora non si è messa sulla strada giusta».

Tra l’altro, come sottolinea Enel Green Power , «la geotermia, scoperta a Larderello all’inizio del secolo scorso, è oggi un patrimonio energetico, culturale e turistico dell’Italia e costituisce un’eccellenza che Enel Green Power esporta in tutto il pianeta con una leadership indiscussa a livello internazionale.»

A sostegno della geotermia, anzi rassicurandone sugli aspetti tossicologici si è espresso dopo Natale in un’intervista rilasciata a La Nazione anche Eros Bacci, professore di ecotossicologia all’Università di Siena.

«La geotermia è un fenomeno naturale con un significato tossicologico pari a zero» sostiene Eros Bacci che per questo aggiunge che è inspiegabile «tanto accanimento contro questo dono della Terra che, come frammento stellare in via di raffreddamento, produce al suo interno ancora enormi quantità di calore che può essere impiegato sia in sistemi a bassa entalpia, sia con macchine in alta entalpia. Si tratta di energia disponibile, anche in grandi quantità, senza attivare alcun processo di combustione».

Anche a proposito delle emissioni, Bacci è molto rassicurante, perché nonostante «i fluidi geotermici non sono solo vapor d’acqua e anidride carbonica, ma anche metano, idrogeno solforato, ammoniaca e tracce di arsenico e di mercurio» e quest’ultimo elemento nell’area amiatina raggiunga livelli dieci volte superiori (0,00001 %), «queste concentrazioni di mercurio -spiega Bacci- producono un innalzamento dei livelli del fondo naturale percettibili solo con strumentazione in alta risoluzione e misurabili, in tracce minime, nella vegetazione spontanea che vive nel raggio di alcune centinaia di metri dalle installazioni. In assenza di trattamenti di abbattimento, le concentrazioni in aria sarebbero comunque molto inferiori a quelle del fondo naturale in mezzo agli Oceani». Quindi: «Significato tossicologico zero. Sotto i 200 ng/m3 non esiste alcun problema per gli organismi viventi, esposti per tutta la vita. Considerazioni analoghe valgono per gli altri componenti minori. In tossicologia gli zeri contano e fanno la differenza tra una condizione naturale, con le sue oscillazioni, e una condizione di pericolo che si colloca al di sopra dei livelli di contaminazione generati».

In altre parole secondo il professore dell’Università di Siena «ci sono aree, come quella amiatina, in cui certi elementi sono presenti a prescindere dall’attività geotermica».

Ragionamento diverso per l’idrogeno solforato ma anche in questo caso non per gli effetti dannosi alla salute quanto per i fastidi odorigeni che provoca a chi abita nelle vicinanze dei pozzi geotermici.

«I livelli monitorati da Arpat (per l’idrogeno solforato) mostrano come si sia sempre entro i limiti che tutelano la salute, con punte sulle 24 h ben al di sotto degli 0,1 mg/m3. Tuttavia, essendo la soglia nasale molto bassa (sotto 0,01 mg/m3) si possono creare odorosità fastidiose».

Infine, le emissioni di anidride carbonica.

«E’ vero –spiega Bacci- che in talune centrali si arriva a rilasci in atmosfera dell’ordine dei 500 grammi per ogni kWh elettrico prodotto, ma non si deve dimenticare che quell’anidride carbonica, generata dalla scissione termica dei carbonati (processo naturale che avviene sotto terra), avrebbe comunque raggiunto la nostra atmosfera».

Un’ultima nota Eros Bacci l’aggiunge mettendo a confronto le emissioni di azoto delle centrali a combustibile fossile con quelle geotermiche: «mentre quelle a combustibile fossile (gas naturale, carbone, olio combustibile) emettono in atmosfera importanti quantità di ossidi di azoto, le centrali geotermiche (perché tale è il processo che genera il calore della Terra) emettono azoto, sì, ma come N2 che è quasi l’80% dell’aria che respiriamo».