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L’alternativa dell’energia smart

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Il clean-tech continua a correre. Ma puntando meno su solare ed eolico e più sull’accumulo e sui sistemi intelligenti
Milano. Dalla diga alla centrale idroelettrica, dalla centrale termoelettrica fino a una piattaforma petrolifera in mezzo al mare: tre animazioni tridimensionali per spiegare come nasce l’energia. Dalle diverse fonti alla produzione, un viaggio per capire come l’energia arriva fino alle nostre case

Fonte: Il Sole 24 Ore

Autore: Elena Comelli

Crisi o non crisi, il clean-tech continua a correre. Nel 2013 gli investimenti mondiali nelle fonti pulite sono arrivati a 254 miliardi di dollari, secondo Bloomberg New Energy Finance. Ma il flusso di fondi destinati all’innovazione energetica sta cambiando direzione: se prima vincevano le nuove tecnologie di sviluppo delle fonti di base, solare ed eolico, ora invece si scommette più volentieri sull’efficienza energetica, i sistemi di accumulo, le smart grid, le bioenergie avanzate e il fotovoltaico di terza generazione.
La forte crescita della produzione elettrica da fonti rinnovabili, infatti, ha messo in evidenza il grave problema di fondo del solare e dell’eolico, che sballano il sistema con la loro produzione incostante. Di conseguenza, l’attenzione degli innovatori si è spostata verso i sistemi di accumulo e le reti intelligenti, chiavi di volta per continuare sulla strada dello sviluppo sostenibile. L’impresa nascente che riuscirà a trovare un modo per stoccare l’energia elettrica così facilmente come oggi si mette un litro di benzina in una tanica, avrà scoperto una miniera d’oro.
Corrono anche le bioenergie avanzate, nella speranza di riuscire a convertire gli scarti in biocarburanti, con una tecnologia talmente efficiente da sbaragliare la concorrenza dei combustibili fossili. E le nuove scoperte sui semiconduttori attraggono capitali, facendo intravedere un futuro non lontano in cui l’energia del sole potrà essere imbrigliata in maniera super-economica. Nel frattempo, l’intelligenza delle reti consentirà di mettere d’accordo meglio la domanda con l’offerta, spianando i picchi dei consumi, che mettono in difficoltà le fonti verdi.
Andando a vedere i singoli settori, nel 2013 gli investimenti nell’eolico sono calati leggermente a 80,3 miliardi di dollari (contro gli 80,9 miliardi dell’anno precedente), mentre è stato più marcato il calo nel fotovoltaico, dovuto soprattutto alla riduzione dei prezzi: qui gli investimenti sono scesi a 114,7 miliardi di dollari (da 142,9 miliardi nel 2012), mentre la potenza installata annuale è cresciuta da 30 a 36 gigawatt, con un’ulteriore crescita prevista quest’anno a 45-49 gigawatt.
Si sviluppa invece con decisione il comparto energy smart technologies, che comprende smart grid, accumuli, veicoli elettrici e soluzioni per l’efficienza energetica: nel 2013 è arrivato a 34,6 miliardi di dollari, contro i 32,7 miliardi dell’anno prima.
L’avvertimento più chiaro sui nuovi filoni vincenti nel mondo dell’energia l’hanno lanciato per prime le banche d’investimento, preoccupate dagli effetti che l’evoluzione in atto avrà sulle grandi utility. Fotovoltaico sul tetto, sistemi di accumulo e veicoli elettrici sono il trio di tecnologie che già nei prossimi anni sconvolgeranno il sistema elettrico, secondo la svizzera Ubs Bank, la banca privata più grande del mondo.
La crescita di queste tre tecnologie, soprattutto nei Paesi come la Germania e l’Italia, dove l’energia del sole ha già un ruolo importante nella produzione elettrica nazionale, dipende dal rapido calo dei rispettivi prezzi, che le sta rendendo sempre più competitive.
Il fotovoltaico, sostiene Ubs nel suo rapporto, conviene già oggi in molte aree del mondo, anche senza incentivi, rispetto all’acquisto dell’elettricità dalla rete. Il costo dei sistemi di accumulo, in particolare delle batterie al litio, diminuirà del 50% entro il 2020 e del 75% entro il 2025, in base alle previsioni della banca elvetica. I veicoli elettrici, che risentono soprattutto del prezzo delle batterie, già entro cinque anni costeranno tanto quanto quelli con motore a combustione e secondo Ubs arriveranno a coprire il dieci per cento del parco veicoli europeo entro il 2025.
Ma è la combinazione delle tre tecnologie che alimenterà, secondo la banca, un boom della generazione distribuita, con le auto elettriche e le batterie domestiche utilizzate come sistemi di accumulo del l’energia solare prodotta durante il giorno dai pannelli, per sfruttarla la sera e la notte, quando il sole non splende, raddoppiando il rendimento dei piccoli impianti fotovoltaici.
A livello globale, la società di analisi Ihs Technology prevede nel suo ultimo dossier, uscito pochi giorni fa, che il mercato mondiale del fotovoltaico con accumuli si moltiplicherà per dieci nei prossimi quattro anni: dai 90 megawatt del 2014 a 900 megawatt nel 2018.
Ma i dispositivi per l’accumulo fanno gola anche all’eolico, che, come noto, ha gli stessi problemi d’incostanza del solare. E gli esperimenti non si fermano all’abbinamento con batterie convenzionali, come vediamo nel progetto da 8 miliardi in via di sviluppo a Los Angeles, che potrebbe entrare in funzione nel 2023.
Il sistema proposto da quattro grandi utilities californiane, basato su un sistema di accumulo ad aria compressa abbinato a un grande parco eolico, fornirebbe 9,2 terawattora di energia pulita e sarebbe programmabile ogni anno, cioè il doppio della gigantesca diga di Hoover in Nevada, diventando il principale impianto di produzione elettrica per Los Angeles e la California del Sud.