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La soluzione per uscire dalla crisi e per pianificare un futuro ricco e sostenibile è investire nelle rinnovabili.

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Emerge ormai in maniera evidente da tutti i rapporti di fonte istituzionale ed economica

Fonte: Rinnovabili & Territorio

Autore: Redazione

L’Annuario Istat 2011 rende noto che nonostante la crisi economica abbia influito sul calo della produzione elettrica italiana, l’energia generata dalle fonti rinnovabili è aumentata di circa il 19% rispetto alla precedente rilevazione (2008), soprattutto grazie al trend positivo della fonte fotovoltaica (+250 milioni di kWh).

La Germania nel 2022, data prevista per la definitiva chiusura di tutte le centrali nucleari, otterrà il 60% della propria energia da fonti rinnovabili e secondo quanto sostiene l’Agenzia federale delle reti, già a partire dal 2020 il fotovoltaico sarà la fonte energetica primaria del paese con 54 GW installati, seguito dai 47,5 GW dell’eolico (a terra). Ulteriori 13 GW saranno garantiti dall’eolico offshore.

Quando in Germania sarà chiusa l’ultima centrale nucleare, fotovoltaico ed eolico saranno i due settori trainanti della nuova economia energetica tedesca.

Le proiezioni al 2032, indicano che il fotovoltaico (65 GW) verrà quasi raggiunto dall’eolico di terra (64,5 GW), mentre importante sarà anche la crescita dell’eolico offshore (28 GW). Sono previsti in diminuzione nel 2032 il carbone (21,2 GW) e la lignite (13,9 GW), mentre è data in aumento la quota energetica dal gas (40,1 GW).

I dati riportati dall’Agenzia federale tedesca delle reti saranno la traccia su cui impostare i futuri provvedimenti in materia di rinnovabili e in previsione del raggiungimento di quota 80% entro il 2050 per lefonti energetiche rinnovabili.

La Germania è l’unico Paese europeo ad aver messo in atto politiche per la conversione degli impianti nucleari in energia rinnovabili, ottenendo un finanziamento dalla banca statale Kfw di oltre 100 miliardi di euro. Lo spiega Andrea Paliani, che sulla base dell’ultima stima dell’Ernst & Young Country Attractiveness Indeces indica che saranno comunque i paesi emergenti che traineranno il settore mondiale delle energie rinnovabili e dell’economia che vedrà, invece, i Paesi occidentali rallentare per i costi del petrolio e dei combustibili fossili.

I Paesi dell’Europa dell’Est, del Medio Oriente, del Sud Est asiatico, del Nord Africa e dell’America Latina -secondo le stime Ernst&Young- saranno il futuro dell’economia globale, grazie agli investimenti nelle energie pulite, maturati in questi anni di crisi e di stallo finanziario.

Questi Paesi con una domanda fortemente in crescita vedono nelle energie rinnovabili la possibilità di garantire un futuro a basse emissioni di carbonio ed efficiente sotto il profilo delle risorse.

I mercati maturi dell’energia rinnovabile dell’Europa occidentale e degli Stati Uniti sono, al contrario, stati colpiti da significative riduzioni degli incentivi governativi, un limitato accesso al capitale e una maggiore concorrenza proveniente dall’estero.

In particolare la Cina ha già fatto passi da gigante nell’economia, nelle infrastrutture, nella tecnologia e ora anche nell’uso di fonti rinnovabili e guiderà il mercato nell’eolico e nel fotovoltaico e nel fotovoltaico.

Gli investimenti della Cina in energie rinnovabili –e questo lo scrive un altro rapporto, stilato dal Vivid Economic- sono stati di ben 35 miliardi di dollari nel 2009 contro gli 11 miliardi della Gran Bretagna e i 18 degli USA.

E il paese del dragone ha intenzione di continuare su questa strada, annunciando obiettivi a dir poco ambiziosi per quanto riguarda il settore dell’energia eolica.

Oggi il fabbisogno energetico del Paese è coperto per l’1% dall’energia prodotta dai parchi eolici, con una potenza installata pari a 41 Gw nel 2010 ma il Governo nel suo piano energetico ha stabilito di innalzare questa cifra a ben il 17% nei prossimi 40 anni, per arrivare a raggiungere ben 1.000 GW di elettricità generati con il vento.

Gli investimenti sulle rinnovabili per la Cina tra l’altro non riguardano solo la produzione di energia, ma lo sviluppo della filiera tecnologica connessa a tutte le fonti rinnovabili.

Lo ha già fatto con le componenti fotovoltaiche, che stanno subendo solo adesso un calo di produzione ma non di esportazione. Costi competitivi, prezzi bassi e strategie di marketing di successo hanno, infatti, reso in questi anni le aziende della Repubblica popolare al primo posto sul mercato internazionale per spedizioni di ingenti ordini verso Germania, Stati Uniti e Italia.

Lo stesso percorso sembra che adesso la Cina lo voglia ripercorrere anche con le componenti necessarie alla realizzazione di parchi eolici.

Se prima la Cina acquistava, infatti, turbine eoliche dall’Europa, soprattutto dalla Spagna, ora le produce da sé e ha iniziato a fare la stessa politica marketing, gli stessi prezzi altamente competitivi rispetto alle industrie del settore europeo.

La qualità poi sembra addirittura più alta, dal momento che le turbine cinesi producono meno rumore e dunque meno inquinamento acustico ed hanno costi di manutenzione nettamente più bassi.

Quindi la soluzione per uscire dalla crisi e per pianificare un futuro sostenibile è investire nelle fonti rinnovabili.