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La Smith non chiude si torna al lavoro

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Lo stabilimento di Saline riprenderà la produzione di scalpelli di grosso calibro. Rientrano 80 addetti, il resto in “cassa”

Fonte: Il Tirreno, Cronaca di Cecina

Autore: Andreas Quirici

La strada sembra tracciata. La Smith Bits non chiuderà lo stabilimento di Saline di Volterra e riprenderà la produzione degli scalpelli di grosso calibro. Che vuol dire il ritorno al lavoro di poco meno 80 addetti. Il resto sarà messo in cassa integrazione ordinaria per un mese. Nel frattempo si lavorerà per trovare la quadra su alcuni aspetti che potrebbero far lievitare il numero dei dipendenti a circa 100. Anche attraverso un tavolo nazionale con governo, Eni, Enel ed altre grosse realtà legate al mondo delle energie, compresa Schlumberger. Questo il succo dell’incontro al Ministero dello sviluppo economico (Mise) tra sindacati, istituzioni e azienda che registra, di fatto, un compromesso tra la chiusura ventilata dalla multinazionale e la resistenza dei lavoratori. Via il presidio. Il contesto delineatosi, però, ha una clausola: le merci e le persone dovranno tornare a circolare regolarmente all’interno e all’esterno della fabbrica. In altre parole, allentare il presidio davanti ai cancelli e, soprattutto, eliminare la tensione creatasi con la dirigenza. È la richiesta avanzata dall’amministratore delegato di Smith, Giuseppe Muzzi, che sarà discussa stamani durante l’assemblea dei lavoratori, i quali saranno messi al corrente della bozza di piano che lo stesso ad ha in mente. I dettagli del piano saranno sviluppati da qui al 25 luglio, ma riguarderanno in gran parte la gestione delle persone non coinvolte nell’attività produttiva dei “big bits”, gli scalpelli con diametro superiore ai 18 millimetri, la cui produzione continuerà a essere realizzata a Saline, così come altre lavorazioni particolari iniziate con l’arrivo di Schlumberger. Il tutto per 78 lavoratori che torneranno in fabbrica in tempi brevissimi. Il tavolo dell’energia. Stamani il presidente della Regione, Enrico Rossi, parlerà col premier Matteo Renzi. Oggetto dell’incontro, tra gli altri, è stato il tavolo che ha chiesto di aprire al Ministero dello sviluppo economico a cui far sedere Eni, Enel (a cui sarà chiesto uno sconto sulla bolletta per Smith) e Schlumberger, la multinazionale che controlla Smith. L’obiettivo è creare una sorta di polo dell’energia, della meccanica e della logistica che faccia capo all’azienda di Saline di Volterra per integrare commesse e lavorazioni oltre ai “big bits”, aumentando così la quota dei 78 al lavoro fino a poco oltre 100 persone. Questa operazione è molto delicata ed è da costruire, anche se i contatti sono già molto avviati e potrebbero subire un’accelerata decisiva nelle prossime settimane. E il resto? L’incontro di ieri è stato salutato positivamente dalle parti in causa. «Abbiamo ottenuto il ritiro della mobilità e la rinuncia a chiudere lo stabilimento – ha detto Andrea Pagni, membro della Rsu –. Questi sono due aspetti positivi, ma non ci accontentiamo. In questo mese dovremo lavorare per trovare le soluzioni più giuste per tutti». Già perché se in 78 rientrano subito e un’altra ventina potrà tornare al lavoro prossimamente, il resto dovrà essere sostenuto economicamente e con azioni che offrano prospettive. Ecco perché sul tavolo l’azienda avrebbe messo 40mila euro a persona per eventuali uscite volontarie e la Regione avrebbe promesso risorse per trasformare la cassa integrazione in altri ammortizzatori sociali con durata maggiore dell’anno previsto. Nel confronto rientreranno anche sondaggi con le aziende della Valdicecina per assorbire gli esuberi, ma anche piani di formazione professionale in modo da consentire ricollocazioni qualificate. Ora il dilemma è chi farà parte di quei 78 praticamente sicuri di tornare presto in fabbric