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La Russia interessata alla risorsa geotermica della Kamchatka e delle isole Kuril

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Annunciato dal ministro dell’energia russo un possibile accordo con l’Islanda per ottenere il know how e le migliori tecnologie dal paese europeo leader per lo sfruttamento geotermico

Fonte: Geotermia News

Autore: Redazione

 

Il ministro dell’energia russo Sergei Shmatko ha annunciato che il suo governo collaborerà con l’Islanda con l’obiettivo di costruire un nuovo impianto nella regione di Kamchatka e potenziare lo sviluppo della produzione di energia da fonti geotermiche.

Di ritorno da un viaggio in Vietnam il presidente russo Dmitri Medvedev è atterrato sull’isola Kunashiri, una delle quattro che compongono le Kuril del Sud contese fra Russia e Giappone, per visitare tra le altre cose anche una centrale geotermica.

I russi sembrano quindi davvero intenzionati a intraprendere la strada dello sfruttamento delle risorse del sottosuolo e non si curano nemmeno di causare un incidente diplomatico, a nemmeno due settimane dal vertice dei capi di Stato e di governo dell’Apec (Asia-Pacific Economic Cooperation) che si terrà a Yokohama, in Giappone, a metà novembre.

Le Kuril del Sud, occupate dall’ex Urss alla fine della seconda guerra mondiale e rivendicate dal Giappone come Territori del Nord, sono da sessantacinque anni l’ostacolo principale alla sigla di un formale trattato di pace tra il Giappone e la Russia. Un accordo che potrebbe divenire ancora più difficile da raggiungere dati i nuovi interessi della Russia per l’energia del sottosuolo.

Nella penisola della Kamchatka e nelle isole Kuril sono, infatti, concentrati oltre 150 gruppi di sorgenti termiche e di sistemi idrotermici che potrebbero fornire fra i 380 e i 550 MW geotermici. Si tratta di sorgenti con temperature che oscillano tra i 50°C e i 200° a profondità comprese tra i 200 e i 3mila metri.

La Russia è nuova alle esperienze geotermiche ma pare adesso molto convinta a intraprendere questo percorso.

Secondo quanto ha dichiarato il ministro dell’energia russo, Sergei Shmatko, la Russia vorrebbe poter utilizzare il know how e le migliori tecnologie sviluppate dal paese tra quelli al mondo con il più grande potenziale geotermico per espandere il mercato nazionale della produzione di energia da fonti rinnovabili.

Il primo passo di questa partnership con l’Islanda ha come obiettivo la costruzione congiunta di un nuovo impianto geotermico in Russia nella regione di Kamchatka, a servizio di un insediamento metallurgico.

Il ministro russo ha altresì ricordato che non sono stati ancora definiti gli ultimi accordi preliminari prima della firma definitiva dell’accordo quadro con il governo islandese, ma ha comunque sottolineato che «l’Islanda ha avuto un atteggiamento molto costruttivo e considera la cooperazione con la Russia prioritaria».

L’accordo con l’Islanda non è, comunque, l’unica iniziativa nel campo geotermico che la Russia pensa di intraprendere.
Shmatko, infatti, ha confermato che il governo russo sta investendo energie e risorse, in collaborazione con il gigante RusHydro, sullo sviluppo del comparto geotermico nazionale, come una delle più “promettenti” fonti di energia rinnovabile.

Il ministro ha poi spiegato che nel piano generale di produzione energetica l’obiettivo al 2020 è che circa il 4,5% dell’energia provenga da fonti rinnovabili. Per questo la geotermia si presenta assolutamente strategica.

In Russia lo sviluppo delle fonti rinnovabili è ancora in sostanza all’anno zero. Per soddisfare il proprio fabbisogno energetico, utilizza, infatti, quasi esclusivamente energie fossili – prima fra tutte il metano- – utilizzate sempre più in chiave di strumento politico ed economico.
Il metano di cui la Russia detiene le maggiori riserve a livello planetario soddisfa oltre la metà delle richieste energetiche interne (54%); il resto deriva da petrolio (20%), carbone (16%) e nucleare (6%), mentre le rinnovabili non superano il 3,5% del totale.