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La ricerca accelera sulla geotermia per rispondere alla richiesta di energia

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E’ infatti partito lo studio per realizzare un Atlante che, “già tra un anno, servirà a tracciare un quadro chiaro delle risorse geotermiche di Campania, Puglia, Calabria e Sicilia” dichiara la geofisica Adele Manzella

Fonte: ADN Kronos

Autore: ADN Kronos

All’indomani dell’addio al nucleare, la ricerca scientifica accelera sulla mappa della geotermia italiana. E’ infatti partito lo studio per realizzare un Atlante che, "già tra un anno, servirà a tracciare un quadro chiaro delle risorse geotermiche di Campania, Puglia, Calabria e Sicilia". Tutte aree dove gli esperti sono al corrente di "evidenze di risorse importanti". Ad annunciarlo all’Adnkronos è la geofisica Adele Manzella, scienziata dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del Cnr di Pisa.

Manzella assicura che "entro quattro anni" saranno pronti "con un progetto che comprende anche tutte le altre regioni, per fornire così un quadro totale della capacità di produzione di energia dal calore della Terra". Il progetto Atlante geotermico, spiega ancora l’esperta del Cnr, "rappresenta un primo livello di sistematizzazione di dati geotermici che, per le Regioni del Mezzogiorno, intende verificare e localizzare le risorse geotermiche utilizzabili non solo con le tecniche oggi disponibili ma anche con metodi innovativi in via di sviluppo per la produzione di energia geotermoelettrica".

 

 

L’Italia, dice Manzella, "deve puntare di più sulla geotermia visto che già ad oggi è il primo Paese in Europa ed il quinto nel mondo per produzione di energia elettrica ricavata sfruttando il calore del sottosuolo". E gli scenari sembrano essere favorevoli per questa fonte rinnovabile ancora poco conosciuta e poco sfruttata. "Se si sviluppasse tecnologia più avanzata, secondo stime internazionali, -riferisce Manzella- si potrebbe decuplicare nel mondo la produzione di energia elettrica da geotermico. Attualmente, al mondo la produzione di energia elettrica da geotermico ha una capacità di 10.7 GW e produce 67.2 Twh. Si prevede di arrivare nel 2015 a avere una capacità di 18.5 Gw. Questa cifra riguarda essenzialmente l’uso di tecnologie già sviluppate, mentre con lo sviluppo di nuove tecnologie si prevede di poter arrivare a 70 Gw nel 2050". (

 

 

E l’Italia? "A dicembre 2010 -dice Manzella- la produzione geotermica in Italia risulta pari a 882 MW di capacità, 5343 Twh all’anno di produzione elettrica, 1 milione di tonnellate equivalenti di petrolio (Tep), per il calore geotermico la stima, sempre al 2010, risulta equivalente a 280mila Tep. In totale quindi con la geotermia si produce meno dell’1% del fabbisogno energetico italiano, ad oggi. Con tecnologie attuali si potrebbe raddoppiare la produzione nel giro di 10 anni, visti i tempi lunghi per le procedure e l’impianto".

 

 

E, prosegue l’esperta del Cnr, dallo sviluppo di questa fonte rinnovabile, oltre ai vantaggi energetici "si aprirebbe un fronte occupazionale anche per ‘cervelli’ di grande competenza, visto che in questo settore servono specializzazioni multidisciplinari che vanno dalla geologia alla geofisica, dall’ingegneria alla geomeccanica". Insomma la geotermia apre a migliaia di posti di lavoro qualificati con la possibilità di contenere anche la tanto diffusa fuga di cervelli nostrani. "Nella stesura dell’Atlante verranno presi in considerazione -dice ancora Manzella- anche tutte le informazioni attualmente disponibili per la definizione dei sistemi geotermici offshore, cioè quelli situati sui fondali del Mar Tirreno e a Sud della Sicilia".

 

 

E ancora. "Sull’Atlante geotermico -aggiunge Manzella- si innesta il progetto Vigor (Valutazione del potenzIale Geotermico delle RegiOni ConveRgenza), in cui il dettaglio delle informazioni e dei risultati, il loro livello di fruibilità per Amministrazioni ed imprese e la definizione di progettualità innovative ed immediatamente utilizzabili a fini produttivi, raggiunge livelli pari ai migliori standard internazionali, come contributo al riequilibrio di condizioni strutturali meno avvantaggiate e in funzione dell’esigenza di attivare il tessuto produttivo".

 

 

Soggetto attuatore del progetto Vigor è il Cnr, l’ente, sottolinea Manzella, "che possiede competenze ed un know how specifico nel settore geotermico riconosciuti a livello internazionale, che vanta la presenza di una capillare rete di istituti sul territorio e si avvale di numerosi contatti e sinergie con le Università delle regioni interessate".

 

 

Il progetto Vigor, che ha durata 24 mesi, "segna un passaggio importante -aggiunge ancora Manzella- per il raggiungimento dell’obiettivo generale del Poi ‘Energie Rinnovabili e Risparmio Energetico 2007-2013’ di aumentare la quota di energia consumata proveniente da fonti rinnovabili e di migliorare l’efficienza energetica, promuovendo le opportunità di sviluppo locale". Molti secondo gli esperti i vantaggi dallo sviluppo di questa fonte rinnovabile.

 

 

"Come per il nucleare, il geotermico, rispetto alle altre fonti rinnovabili, offre una produzione di energia costante e non variabile nel tempo. E questo è un aspetto cruciale per l’approvvigionamento energetico" spiega la scienziata del Cnr che conclude ricordando che in Italia le zone dove si registrano temperature elevate, quindi dove si può guardare ad impianti più potenti e ad una una maggiore capacità installata, già da oggi fanno la parte del leone la Toscana e l’alto Lazio, ma aree vulcaniche, come i Campi Flegrei a Napoli, l’isola di Ischia o le isole siciliane possono a loro volta diventare ‘centrali naturali’ di produzione di energia.