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La Regione Toscana avvia un tavolo di confronto sulla geotermia con le parti sociali

Monni: «Per la Toscana lo sviluppo della geotermia è strategico ai fini della transizione ecologica e il suo contributo sarà essenziale»

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Monni: «Per la Toscana lo sviluppo della geotermia è strategico ai fini della transizione ecologica e il suo contributo sarà essenziale»


Un nuovo tavolo di confronto – stavolta con le parti sociali, dopo quello già avviato da tempo con il Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche (CoSviG) e i Comuni della Toscana dal cuore caldo – per aiutare la ripresa degli investimenti in geotermia e gestire al meglio la scadenza delle concessioni minerarie ad oggi fissata al 2024.

È questa la scelta della Regione Toscana, ispirata dall’assessore all’Economia, Leonardo Marras, per valorizzare al meglio la fonte rinnovabile che più di ogni altra caratterizza il nostro territorio.

Dal calore della Terra arriva infatti oltre il 70% di tutta l’elettricità prodotta in Toscana da fonti rinnovabili – quanto basta a soddisfare circa il 30% del fabbisogno regionale – oltre a importanti quantitativi di calore, utili a riscaldare oltre 10 mila case, 30 ettari di serre e aziende della filiera agroalimentare, floricola e dell’artigianato.

Un aspetto di questa poliedrica fonte rinnovabile cui la Regione guarda adesso con particolare attenzione.

«Che imprese e lavoratori possano essere coinvolti nel dibattito è importante – spiega l’assessore all’Economia, Leonardo Marras – Il nostro obiettivo è che la risorsa geotermica sia utile non solo alla filiera energetica ma che possa diventare un volano di sviluppo locale più diffuso con il recupero dell’energia non utilizzata per altre iniziative economiche, così come stabilisce del resto la nostra legge. Oggi più che mai questo può essere un grande vantaggio competitivo rispetto al costo dell’energia che cresce e rischia di mettere in ginocchio numerosi settori della nostra economia».

Si tratta dunque di rafforzare un modello di sviluppo sostenibile già presente in Toscana, come recentemente sottolineato anche dal presidente dell’Unione Geotermica Italiana (UGI) e riconosciuto a livello internazionale, ad esempio proprio sul fronte degli usi diretti del calore all’interno delle filiere agroalimentari locali.

«Le sfide globali poste dai 17 Sustainable development goals dell’Agenda ONU 2030 sono tutte interconnesse con stretti rapporti relazionali – osserva nel merito il presidente UGI, Bruno Della Vedova – Il lavoro CoSviG, presentato a Reykjavik sulle aree geotermiche toscane è un ottimo case history dove la ricerca del giusto equilibrio tra risorse naturali, innovazione, tecnologia, patrimonio storico e paesaggistico, insieme al coinvolgimento inclusivo delle comunità locali rappresentano un metodo partecipato e sostenibile da esportare ed estendere a modello anche a scala di settore».

Per continuare a migliorare, il dialogo con il territorio e con le parti sociali resta un aspetto determinante.

«Per la Toscana lo sviluppo della geotermia è strategico ai fini della transizione ecologica e il suo contributo sarà essenziale per raggiungere gli obiettivi di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile – conclude l’assessora all’Ambiente, Monia Monni – Siamo anche molto consapevoli del ruolo che la geotermia ha nello sviluppo locale, di resilienza di un territorio bellissimo che ha bisogno di essere meglio valorizzato per poter essere più attrattivo per chi scegliesse di investirci o viverci. Trovo molto opportuna la costituzione di un tavolo con le parti sociali voluta dell’assessore Marras e darò volentieri il mio contributo per animare questo spazio e favorire un confronto costruttivo».