Il Governo sta dalla parte della Green economy, crede nel potenziale del Sud Italia e nella sua "riunificazione" al Nord proprio grazie all’imprenditoria verde. A confermarlo è Graziano Delrio, sottosegretario alla presidenza del Consiglio.
Quali sono le linee del nuovo accordo 2014-2020 sui Fondi strutturali europei?
La programmazione europea dei fondi è orientata alle strategie di Europa 2020 che, seppur da aggiornare, hanno identificato ciò di cui i Paesi europei e il nostro in particolare, hanno più bisogno: crescita inclusiva, intelligente, sostenibile. Per il prossimo settennio ci saranno importanti risorse su queste tre linee strategiche di crescita, che si intersecano tra di loro e che possono cambiare radicalmente il paese, creando lavoro e impresa. Del resto non è da oggi che il governo, le amministrazioni locali, penso ad esempio con il Patto dei sindaci, e le imprese si stanno orientando su queste direttrici. Emerge dal rapporto di Greenitaly Unioncamere e Fondazione Symbola quanto sia avanzata la riconversione delle imprese e come sia inevitabile e conveniente per tutte le start up rispettare l’input della sostenibilità, del bio, del chilometro zero, delle basse emissioni e così via. Il protocollo d’intesa firmato al Mise pochi giorni fa sulla riconversione verde della raffineria Eni di Gela, è il segno di un passaggio italiano decisivo.
Sono già noti i dettagli dell’accordo?
L’accordo di partenariato con la Commissione europea sui fondi prevede, come dicevo, risorse su più obiettivi tematici che, nell’affrontare problemi strutturali del Paese, coinvolgono a pieno titolo la Green economy. I 44 miliardi di fondi europei dell’accordo, senza contare i 20 miliardi di cofinanziamento nazionale, sono distribuiti prevedendo 3,7 miliardi per ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione. Per migliorare l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, ovvero la agenda digitale, sono a disposizione 2,1 miliardi, 7,8 per la competitività dei sistemi produttivi, 3,9 per energia sostenibile e qualità della vita, al fine di sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, 2,3 miliardi per promuovere l’adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi, 4,4 miliardi per la tutela dell’ambiente e la promozione dell’uso efficiente delle risorse, 2,4 miliardi per sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le strozzature nelle principali infrastrutture di rete, 4,3 miliardi sull’occupazione sostenibile, di qualità e per sostenere la mobilità dei lavoratori.
La Green economy è considerata dal Governo come possibile volano per la ripresa economica del Paese? E in che modo il Governo può sostenere le aziende che operano in questo settore?
L’approvazione di un piano di efficientamento energetico nazionale di livello europeo è una chiara scelta che guarda anche a una nuova economia verde. Già con il bonus energia al 65% e introducendo così una specifica accentuazione sul riuso e il recupero in edilizia, il governo ha dato un forte segnale su una edilizia sostenibile diversa e che non vuole consumare territorio. Tra l’altro sia il presidente, sia io stesso, da sindaci, abbiamo promosso piani regolatori a consumo zero, consapevoli della saturazione del territorio. questo non significa invece che non ci sia spazio per la riconversione del patrimonio esistente, privato e pubblico, perché sia a basso consumo. Per le imprese green stiamo introducendo politiche e incentivi, tramite il Mise, senza dimenticare tutte le politiche integrate tra i vari ministeri, come Ambiente e Agricoltura.
Quale ruolo la green economy e le iniziative per la tutela dell’ambiente possono svolgere per lo sviluppo del Sud?
La Green Economy deve e può trovare a Sud il suo orizzonte privilegiato, per creare benessere e lavoro. Abbiamo l’occasione, grazie a questa programmazione europea fortemente dedicata al Sud, e alle azioni che sta mettendo in campo il Governo, di "riunificare" Nord e Sud e di rilanciare il Paese