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La nuova Fukushima tra geotermia, eolico e solare

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Dopo il terribile terromoto che ha causato uno dei più gravi disastri nucleari della storia recente del Giappone, a Fukushima si volta pagina: entro il 2016 entrerà in funzione la più grande centrale geotermica mai costruita nel paese dal 1999.

Fonte: Enel Green Power

Autore: Andrea Chirichelli

La nuova centrale geotermica sorgerà all’interno del Bandai-Asahi National Park e produrrà circa un quarto dell’energia prodotta dalla centrale nucleare colpita dallo tsunami. Questo non è l’unico “progetto rinnovabile” pensato per cancellare la parola nucleare da quel sito.

Un gruppo di 13 aziende nipponiche, guidate dalla connazionale Marubeni, sta progettando la costruzione di una fattoria eolica galleggiante sperimentale, al largo delle coste della prefettura di Fukushima, allo scopo di installare 12 MW eolici nelle acque giapponesi per rifornire elettricamente oltre 100 mila famiglie.

Il Giappone sta facendo passi avanti velocissimi verso la riconversione ad altri tipi di energia: 53 dei 54 impianti nucleari del paese sono attualmente spenti, resta in attività un unico reattore sull’isola di Hokkaido gestito dalla Hokkaido Electric’s.

Passi avanti si stanno compiendo anche nello sviluppo di centrali solari: il Solar Techno Park, in fase di sviluppo, mira ad ottenere una potenza combinata dai 40 ai 60 chilowatt.

Avrà sede nel sud del Paese, nei pressi della città di Kagoshima frutto dell’accordo tra la Kyocera Corporation, azienda di Kyoto con oltre 35 anni di esperienza nel settore solare, la IHI Corporation e la Mizuho Corporate Bank.

I piani per l’impianto, la cui costruzione dovrebbe iniziare nel mese di luglio di quest’anno, dovrebbero portare ad una capacità totale di 70MW: il più grande impianto di energia solare mai esistito in Giappone.

La potenza erogata dovrebbe bastare a soddisfare il 40% del fabbisogno energetico totale del Paese e far risparmiare circa 25.000 tonnellate di CO2 all’anno. Il Governo ha poi annunciato che entro il 2020 doterà l’80% delle case di impianti solari, arrivando ad ottenere una copertura completa entro il 2030.