Dal sindaco di Monterotondo Marittimo, Giacomo Termine, un appello agli onorevoli Alessia Rotta, Susanna Cenni e Luca Sani e al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani
Giacomo Termine, sindaco del Comune geotermico di Monterotondo Marittimo, ha rivolto un appello agli onorevoli Alessia Rotta, Susanna Cenni e Luca Sani e al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani affinché la geotermia venga «inserita come priorità nazionale nel Recovery plan» in via di definizione.
Tra prestiti e trasferimenti, l’Italia si attende oltre 200 miliardi di euro di risorse europee per finanziare la ripresa post-Covid e secondo i criteri stabiliti a Bruxelles i due principali target sui quali investire dovranno essere la transizione digitale e quella ecologica. Nella proposta di PNRR approvata dal Governo però la geotermia ad oggi non compare, nonostante pochi mesi fa le premesse sembrassero essere altre.
Ad esempio il dossier Iniziative per il rilancio. Italia 2020-2022, consegnato al Governo dalla task force guidata da Vittorio Colao – con al suo interno personalità di primo piano in fatto di sostenibilità, come la presidente del WWF Donatella Bianchi e il portavoce dell’ASviS Enrico Giovannini –, chiedeva di «definire i criteri di incentivazione della geotermia nel nuovo decreto FER e chiarire le future modalità di riassegnazione delle concessioni geotermiche», in modo da favorire lo sviluppo sostenibile del Paese.
«Nel Piano nazionale del Recovery Plan – osserva adesso il sindaco Giacomo Termine – alla voce dedicata sulla produzione di energia da fonti rinnovabili non si annovera la geotermia. Questa assenza ritengo che sia determinata non da una superficiale dimenticanza, ma da una scelta politica che non può essere accettata. Non ci sono, infatti, motivazioni tecnico-scientifiche o economiche a giustificare tale scelta e, tantomeno, si possono accettare pregiudiziali ideologiche. La geotermia è una risorsa energetica strategica per il nostro Paese. La Toscana ha due aree di sviluppo della geotermia: quella storica, situata attorno a Larderello, dove l’attività geotermoelettrica è il fulcro del tessuto economico, produttivo, sociale e culturale di quei territori, e quella relativamente nuova sull’Amiata», dove si risale comunque alla metà degli anni ‘60 del secolo scorso per rintracciare le radici dello sviluppo geotermico, che ha poi subito un consistente sviluppo nel decennio 1990-2000. Ed è sempre la geotermia che, sull’Amiata, ha offerto una via d’uscita al declino dell’industria mineraria del mercurio, lasciando spazio – oltre alla produzione di energia rinnovabile – alla possibilità di una diversificazione economica che spazia dalle terme al turismo, dalla floricoltura all’agroalimentare di qualità, come nelle altre aree geotermiche toscane.
«La Regione Toscana – conclude il sindaco di Monterotondo Marittimo – non ha dimenticato la pagina sulla geotermia e già nel 2019 ha prodotto una normativa per regolare lo sfruttamento dell’energia geotermica, poi, successivamente, nell’estate del 2020 ha modificato il suo Piano Ambientale ed Energetico introducendo, dopo un lungo processo partecipativo con la popolazione, le aree idonee per lo sfruttamento dell’energia geotermica. Lo ha fatto tenendo in considerazione le volontà dei territori. Quanto affermato dalla Regione Toscana nelle sue norme è una buona base, frutto di una competente analisi tecnica e politica, che può essere esempio e traccia per quella pagina mancante del Recovery Plan».