Home Cosvig La geotermia tra i “prodotti” made in Italy

La geotermia tra i “prodotti” made in Italy

582
0
CONDIVIDI
Secondo il Gestore dei servizi energetici l’industria delle rinnovabili, tra cui la geotermia, è tra le eccellenze che il nostro paese può esportare nei mercati internazionali

Fonte: Geotermia News

Autore: Redazione

 

Non solo cibo, moda e design, l’Italia scopre che tra le eccellenze da esportare all’estero ci sarebbe un nuovo settore: l’industria delle rinnovabili.

A rilevarlo il Gestore dei servizi energetici (Gse) nell’ambito del IX Forum Annuale del Comitato Leonardo che si è recentemente tenuto a Roma, e che aveva come focus la percezione del made in Italy oltre frontiera con particolare attenzione a due mercati di riferimento, quello della Cina e degli Stati Uniti.

Secondo il Gse che ha curato il capitolo dedicato alle rinnovabili «il mercato nazionale, sostenuto dagli impegni comunitari, può realmente costituire un trampolino di lancio per l’industria italiana con prospettive di crescita ampiamente confermate a livello globale>>.

La dimostrazione di questa asserzione secondo il gestore dei servizi energetici è data dal fatto che il comparto delle energie rinnovabili è quello in cui si è registrata una maggior tenuta nel corso della crisi economica e dove si rivela un marcato dinamismo.

La panoramica fornita dal Gse, che riguarda i settori maggiormente consolidati nelle rinnovabili e i relativi business, mostra che per quanto riguarda la geotermia l’Italia detiene «la leadership a livello globale, soprattutto nel settore delle perforazioni>> e che «il settore industriale maggiormente coinvolto è quello minerario>>.

Tra le opportunità del futuro viene, infine, segnalato il business dello «sfruttamento di rocce calde secche>> per la geotermia avanzata.

Per le biomasse «il settore industriale maggiormente coinvolto è quello della termotecnica>> per l’eolico «il meccanico per l’on-shore e l’elettrico per l’off-shore>>.

Nell’ambito delle energie solari «i punti di forza dell’industria italiana – ha spiegato il Gse – sono l’installazione, la produzione di inverter, i serbatoi di accumulo, la componentistica idraulica ed elettrica, le centraline>.

In questo campo «il settore industriale maggiormente coinvolto è quello chimico>>, mentre tra le nuove opportunità di business «ci sono il solare termodinamico e il film sottile>>.

Infine per quanto riguarda il segmento dell’energia idroelettrica «tra le nuove opportunità di business c’è il mini-hydro e il micro-hydro>> con i quali le
aziende italiane, in molti casi grandi gruppi quotati in borsa, sono spesso presenti nei principali progetti mondiali, soprattutto in Africa e Sud America.

Quindi anche la geotermia è tra le eccellenze del made in Italy che potrebbero conoscere ampi sviluppi non solo sul territorio nazionale ma anche fuori, con la possibilità di esportare oltre alla tecnologia anche il know how e personale qualificato.

In particolare proprio le risorse umane specializzate nel campo della geotermia sembrano scarseggiare, secondo l’allarme lanciato dall’industria dello sfruttamento della geotermia.

Una situazione che potrebbe avere la conseguenza di ritardare lo sviluppo di questo importante segmento delle energie rinnovabili.

All’origine di questo gap vi sarebbe la concorrenza esercitata da settori più maturi nel breve periodo, come quelli relativi allo sfruttamento di risorse non rinnovabili come il petrolio e il gas, che assorbirebbero posti di lavoro a discapito della geotermia e di altri segmenti eco-energetici.

Un problema particolarmente evidente nei paesi in via di sviluppo, laddove il ricorso a tali fonti rinnovabili dovrebbe invece essere in fase di rapida crescita.

Il problema del mercato del lavoro nel campo della geotermia sarebbe invece meno sentito negli Stati Uniti, secondo quanto riporta un recente studio pubblicato dalla Geothermal Energy Association.

Anzi, l’industria statunitense sarà in grado di ampliare il proprio serbatoio di risorse umane specializzate di alcune migliaia di unità nel corso del prossimo anno, grazie soprattutto all’erogazione d’incentivi governativi e di diversi programmi formativi di alta specializzazione organizzati da Università e college.
Le previsioni della Gea sono, anche in virtù di questa situazione favorevole, piuttosto promettenti per il 2011, che potrebbe essere per la geotermia l’anno del rilancio, dopo un 2010 piuttosto fiacco.

La stessa Gea sostiene, infatti, che la capacità installata alla fine di quest’anno sarà inferiore ai 176 MW del 2009.
Le nazioni USA maggiormente interessate dalle nuove
installazioni geotermiche saranno il Nevada e la California.

Uno scenario che potrebbe essere favorevole quindi proprio al settore dell’export segnalato dal Gse.