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La geotermia toscana nel Piano Regionale di Sviluppo 2021-2025

«In Toscana un contributo fondamentale al raggiungimento della neutralità carbonica potrà essere assicurato dalla geotermia: l'obiettivo al 2050 potrebbe consistere in 1.500/2.000 megawatt di potenza installata»

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«In Toscana un contributo fondamentale al raggiungimento della neutralità carbonica potrà essere assicurato dalla geotermia: l’obiettivo al 2050 potrebbe consistere in 1.500/2.000 megawatt di potenza installata»


In Toscana è ufficialmente avviato il percorso per arrivare ad approvare il nuovo Piano Regionale di Sviluppo (PRS), con orizzonte 2021-2025.

Un documento che «va approvato entro settembre-ottobre» per guidare la ripresa post-Covid, come ha spiegato il presidente Eugenio Giani in Consiglio Regionale, dove ha reso all’Aula una prima informativa sul nuovo Prs.

Gli strumenti attuativi del nuovo Piano Regionale di Sviluppo si articoleranno in 27 progetti regionali, con un impegno trasversale sulla transizione ecologica:

«Si tratterà – spiega il documento – di portare avanti un’idea in cui la riconversione ambientale, la transizione energetica, la bonifica e la gestione sicura dei territori sono finalizzate ad accelerare la corsa verso il traguardo di un bilancio emissivo pari a zero, mettendo in atto azioni immediate sia per ridurre le emissioni – superando il modello dell’economia lineare del produrre e del consumare – sia attraverso un vero e proprio piano regionale verde, per accrescere nelle nostre città la presenza di alberi e piante e rendere migliore l’aria che respiriamo. A tal proposito un ruolo importante sarà affidato al documento programmatico Toscana carbon neutral», documento più volte presentato sin dal 2017 ma che resta da approfondire.

In questo contesto la geotermia assume un ruolo centrale per aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili e dunque per la decarbonizzazione dell’intera economia regionale al 2050: «In Toscana un contributo fondamentale al raggiungimento della neutralità carbonica potrà essere assicurato dalla geotermia, sulla quale – spiega l’informativa – sarà necessario investire, anche in termini di ricerca ed innovazione, per incrementare al massimo la produzione di energia elettrica a partire dalla riduzione degli impatti ambientali e dal contenimento dell’occupazione di suolo. L’obiettivo al 2050 potrebbe consistere in 1.500/2.000 MWe di potenza installata».

Ad oggi la potenza geotermoelettrica installata sul territorio è ferma a 915,8 MWe, dunque si tratterebbe di un raddoppio.

Non è un caso che l’unica area vasta d’Europa ad essere – già da un decennio ormai – certificata come carbon neutral sia la Provincia di Siena, dove il 92% dell’elettricità prodotta viene dal calore della terra, una fonte rinnovabile dove l’unica CO2 emessa è quella naturalmente prodotta nel sottosuolo.

Al proposito, proprio dall’Alleanza territoriale carbon neutrality Siena – supportata dall’Ateneo senese – spiegano che «queste emissioni possono essere viste come una parte dei cicli che includono vulcani e fenomeni simili, i quali possono avvenire in modo causale e improvviso o seguire un trend più continuo. Poiché tali emissioni fanno parte di processi naturali, la CO2 prodotta dalle centrali geotermoelettriche è compensata da una riduzione delle emissioni naturali da siti geotermici».

Una prospettiva già in passato confermata anche da Alessandro Sbrana dell’Università di Pisa e soprattutto dall’IPCC, la massima autorità scientifica internazionale in fatto di cambiamenti climatici.

Per quanto riguarda invece le emissioni inquinanti legate all’attività geotermoelettrica – nessuna attività umana è infatti a impatto zero – è utile ricordare che il Gestore Nazionale dei Servizi Energetici (GSE), l’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) e ancora l’Università di Siena giungono tutti alla stessa conclusione: i vantaggi che l’impiego di questa fonte rinnovabile garantisce sono ben più ampi degli svantaggi.

Da parte sua, il Consiglio Regionale ha risposto all’infromativa resa dal presidente Giani con un atto d’indirizzo presentato dal PD e approvato dall’Aula a maggioranza: una risoluzione con la quale il Partito Democratico «condivide i contenuti del Programma regionale di sviluppo (Prs) 2021-2025» e pone una serie di impegnative alla Giunta Regionale.

Per quanto riguarda in particolare la transizione ecologica, l’atto d’indirizzo ribadisce «l’impegno di arrivare ad una società a impatto climatico zero entro il 2050» e si indicano le seguenti priorità: «Arrivare ad un nuovo piano dei rifiuti sia urbani che speciali, con adeguata dimensione impiantistica, in grado di coniugare i principi di sostenibilità e circolarità; sviluppare i temi della riduzione dei consumi energetici, anche attraverso modalità innovative come le comunità energetiche, così come definite anche nel PNRR; prevedere uno spazio per il tema della geotermia, per il quale occorre coniugare ambiente e sviluppo nelle aree geotermiche, che rappresentano anche un potenziale ambito di sviluppo turistico».