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La geotermia nelle dichiarazioni programmatiche del nuovo premier, Giorgia Meloni

«La nostra Nazione, in particolare il Mezzogiorno, è il paradiso delle rinnovabili, con il suo sole, il vento, il calore della terra, le maree, i fiumi, un patrimonio di energia verde troppo spesso bloccato da burocrazia e veti incomprensibili»

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«La nostra Nazione, in particolare il Mezzogiorno, è il paradiso delle rinnovabili, con il suo sole, il vento, il calore della terra, le maree, i fiumi, un patrimonio di energia verde troppo spesso bloccato da burocrazia e veti incomprensibili»


Il neo presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha reso le dichiarazioni programmatiche del Governo in Parlamento, ottenendone la fiducia.

Già durante il primo intervento alla Camera, in riferimento al superamento della crisi energetica, la premier ha sottolineato l’opportunità di incrementare l’impiego delle fonti rinnovabili (e non) disponibili sul territorio nazionale, compresa la geotermia.

«La nostra priorità oggi deve essere mettere un argine al caro energia e accelerare, in ogni modo, la diversificazione delle fonti di approvvigionamento e la produzione nazionale, perché voglio credere che dal dramma della crisi energetica possa emergere, per paradosso, anche un’occasione per l’Italia. I nostri mari possiedono giacimenti di gas che abbiamo il dovere di sfruttare appieno e la nostra Nazione, in particolare il Mezzogiorno, è il paradiso delle rinnovabili, con il suo sole, il vento, il calore della terra, le maree, i fiumi, un patrimonio di energia verde troppo spesso bloccato da burocrazia e veti incomprensibili. Insomma sono convinta che l’Italia, con un po’ di coraggio e di spirito pratico, potrebbe uscire da questa crisi più forte e autonoma di prima».

C’è però una profonda differenza tra lo «sfruttare appieno» una fonte fossile come il gas naturale e fonti rinnovabili come «il calore della terra», ovvero la geotermia.

La prima contribuisce direttamente alla crisi climatica – uno dei fattori che sta spingendo la crescita dell’inflazione, come spiega direttamente la Banca centrale europea –, e il nostro Paese non è neanche dotato di risorse sufficienti a giustificare nuovi investimenti: le riserve certe di gas nel territorio italiano (tra sottosuolo e fondali marini) sono pari a 45,8 miliardi di Sm3, mentre la domanda nazionale è di oltre 70 miliardi di Sm3 (Standard Metro Cubo, unità di misura del gas, ndr) l’anno; questo significa che estrarre tutte le riserve certe di gas ci renderebbe indipendenti per poco più di 7 mesi.

Dovremmo poi andare ad esplorare le riserve “probabili” (che con altri 45,9 mld di Sm3 potrebbero garantirci al massimo altri 8 mesi di autonomia) e quelle “possibili” da 19,9 mld di Sm3, non cambiando di molto il risultato.

Al contrario del gas fossile, le fonti rinnovabili sono invece abbondantemente e gratuitamente presenti sul territorio nazionale, oltre a rappresentare uno strumento fondamentale sia contro la crisi climatica sia contro il caro bollette.

Per quanto riguarda in particolare la geotermia, si stima che le risorse teoricamente accessibili entro i 5 Km di profondità nel sottosuolo sarebbero sufficienti a soddisfare il quintuplo dell’intero fabbisogno energetico nazionale; si tratta di risorse diffuse lungo tutto lo Stivale, concentrate non solo nel Mezzogiorno ma in particolare in tutta l’area peritirrenica, a partire dalle aree geotermiche della Toscana, dove le tecnologie geotermiche sono nate per la prima volta al mondo oltre due secoli fa – costituendo un vero e proprio patrimonio tecnologico nazionale –, e dove la risorsa viene ancora oggi coltivata in modo sostenibile.

Eppure, la realizzazione di nuove centrali geotermoelettriche – in grado di produrre sia elettricità sia calore – è ferma da quasi un decennio: l’auspicio è che adesso il nuovo Governo possa supportare il comparto favorendo un cambio di marcia.

«Non c’è un ecologista più convinto di un conservatore – riportano sul tema le dichiarazioni programmatiche di Meloni – ma quello che ci distingue da certo ambientalismo ideologico è che noi vogliamo difendere la natura con l’uomo dentro, coniugando sostenibilità ambientale, economica e sociale. Accompagnare le imprese e i cittadini verso la transizione verde, senza consegnarci a nuove dipendenze strategiche e rispettando il principio di neutralità tecnologica: sarà questo il nostro approccio».