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La geotermia è strategica per la Regione Toscana: non si discute quindi sul SE ma su COME farla

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In occasione dell’assemblea annuale dei soci per l’approvazione del bilancio, CoSviG ha organizzato il seminario “La geotermia nella politica energetica della Regione Toscana”, cui ha partecipato l’Assessore all’ambiente e energia della Regione Toscana, Anna Rita Bramerini.

Fonte: Geotermia News

Autore: Redazione

Alla presenza dei sindaci del Distretto delle aree geotermiche della Toscana è stata presentata dal presidente di CoSviG, Piero Ceccarelli la cornice in cui si collocano le azioni che riguardano la geotermia: un nuovo quadro legislativo che apre al mercato il settore delle ricerche e dei permessi di esplorazione per lo sfruttamento geotermico, sino ad ora monopolio di una sola azienda, e che offre l’opportunità di impegnare nuove risorse nella media e bassa entalpia.

«In questo senso- ha detto Ceccarelli- va anche il progetto che si sta configurando a Monterotondo Marittimo, per la realizzazione di una centrale da 640 KW elettrici che stiamo portando avanti assieme a Geoenergy».

L’attuale sfruttamento geotermico in Toscana si è concentrato, infatti, sull’alta entalpia, che ha permesso una produzione effettiva nel 2010 pari a 5,029 Twh, ovvero oltre il 25% dei consumi elettrici toscani.

«La geotermia- ha detto Sergio Chaicchella, direttore di CoSviG – rappresenta ancora la fonte energetica rinnovabile più rappresentativa per la Toscana con oltre l’85% del totale della produzione elettrica da fonti di energia rinnovabile»

E «la produzione geotermoelettrica -ha ricordato Chiacchella -consente di risparmiare annualmente circa 1,1 milioni di TEP, evita l’immissione in atmosfera di quasi 3,5 milioni di t. di CO2 e permette di riscaldare 1,5 milioni di metri cubi che corrispondono a quasi 5000 utenze, risparmiando quasi 9.000 TEP con una mancata emissione di CO2 di circa 27.000 di tonnellate».

Sono tra l’altro in corso di realizzazione i progetti per riscaldare con la geotermia Monteverdi Marittimo (e la frazione di Canneto), Chiusdino, Montieri, Radicondoli (e la frazione di Belforte).

Il direttore di CosviG ha quindi fatto il punto su quanto prevede il Pier della regione Toscana che ha il compito di definire le scelte fondamentali della programmazione energetica sulla base degli indirizzi dettati dal Programma Regionale di Sviluppo. Proprio il PRS 2006-2010 prevedeva fra gli elementi base per costruire il futuro della Toscana “di avere un’energia rinnovabile, accessibile, pulita, anche oltre gli obiettivi di Kyoto, a basso costo, a partire dalla piena valorizzazione della geotermia, in un quadro di sostenibilità ambientale a scala locale”.

Riguardo alla geotermia il Pier indica una previsione di sviluppo per rispettare gli obiettivi di energie rinnovabili da raggiungere al 2020 nell’ambito del quadro degli impegni europei.

Rispetto ai dati attuali quindi «si può affermare senza alcun dubbio –ha evidenziato Chiacchella- che la geotermia costituisce una realtà importante per la regione Toscana».

Il direttore di CoSviG ha poi ricordato che la «produzione geotermoelettrica 2010 ha fatto maturare contributi che Enel deve versare alla Regione Toscana e ai Comuni geotermici per quasi 16.400.000 Euro, oltre alle “unatantum” per le nuove centrali» sottolineando, quindi, la valenza economica che ha questa risorsa per i territori geotermici; infine ha riassunto gli studi che la Regione ha commissionato a Istituti ed Enti di Ricerca, per indagare sugli eventuali aspetti di criticità ambientale e di salute per le popolazioni, ricordando che «in tutti gli studi sono emerse conclusioni rassicuranti».

«Senza voler sottovalutare gli impatti che ogni attività umana comporta, e allo stato delle attuali conoscenze tecniche e scientifiche- ha detto allora Chiacchella – pare di potere affermare a questo punto che il “se” considerare la geotermia una risorsa rinnovabile strategica per la Toscana sia decisamente superato nei fatti e si debba, invece, dedicare il massimo impegno per definire il “come” rendere compatibile a livello locale l’attività di coltivazione della risorsa nelle diverse circostanze».

Gli aspetti prevalenti per fare in modo che la geotermia possa essere considerata a tutti gli effetti un elemento importante per lo sviluppo sostenibile dei territori il direttore di CoSviG li ha riassunti in attività volte a migliorare l’ambientalizzazione delle attività industriali legate all’utilizzazione della risorsa, nella riduzione del quadro delle emissioni, nella valorizzazione degli usi diretti, e delle medie e basse entalpie.

Gli strumenti a disposizione per realizzare questo processo sono sia di natura volontaria e condivisa quali gli accordi sottoscritti da ENEL/Regione Toscana e enti locali – che prevedono precisi impegni ambientali ed economici per l’azienda – sia di natura normativa, in particolare il riassetto complessivo della legislazione in materia di ricerca e coltivazione delle risorse geotermiche, di cui l’aspetto immediatamente percepibile è stato quello dell’apertura al mercato degli operatori.

In Regione sono già 33 le richieste pervenute per i permessi di ricerca e per rendere questo nuovo quadro di liberalizzazione del settore geotermico un’ulteriore opportunità «un ruolo determinante sarà rappresentato dalla capacità della Regione Toscana di governare il processo – ha detto il direttore di CoSviG nella sua relazione- salvaguardando la risorsa e verificando la possibilità di saldare fra di loro competenze, capacità, eccellenze su pezzi della”filiera geotermica”».

Questo per fare in modo che dalla geotermia – oltre che produrre energia elettrica e calore – si possa ottenere qualità delle competenze, specializzazioni nella tecnologia, innovazione nei processi, riduzione degli impatti nei progetti proposti e riproducibili in altre zone.

Nel merito di questo punto si è espressa anche l’Assessore all’ambiente e energia della Regione Toscana nelle sue conclusioni.

«Questo incontro- ha detto l’assessore- è stata anche l’occasione per fare il punto sulle richieste di permessi di ricerca per la bassa e media entalpia pervenuti alla regione sulle quali alcuni comuni soprattutto dell’area geotermica tradizionale, si sono dimostrati interessati. E per ragionare su ipotesi di future sinergie tra società che gestiscono il teleriscaldamento».