Home Cosvig La geotermia a bassa entalpia è il futuro del rinnovabile termico

La geotermia a bassa entalpia è il futuro del rinnovabile termico

705
0
CONDIVIDI
Per il Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, Gian Vito Graziano, la geotermia a bassa entalpia a pompe di calore è la tecnologia a più alta efficienza tra le rinnovabili e in Europa rappresenta il presente, ma anche, e soprattutto, il futuro del rinnovabile termico nel comparto residenziale.

Fonte: Geotermia News

Autore: Redazione

«L’Italia è in grado di darsi una prospettiva di sviluppo e di affiancare le rinnovabili ai settori industriali di più antiche e consolidate tradizioni. Si tolgano però gli ostacoli dagli investimenti in pompe di calore geotermico».
A dirlo è Gian Vito Graziano, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi (CNG), che ricorda che «l’Italia produce sempre più energia dalle rinnovabili, settore al quale appartiene la geotermia».
E grazie agli oltre i 600.000 impianti da fonti rinnovabili presenti nel nostro paese «sull’energia l’Italia è sempre meno dipendente dall’estero».
Dal 2000 ad oggi –ricorda in una nota il Consiglio Nazionale dei Geologi- ben 47,4 TWh da fonti rinnovabili (solare fotovoltaico, solare termico, idroelettrico, geotermia ad alta e bassa entalpia, impianti a biomasse e biogas) si sono aggiunti al contributo dei vecchi impianti idroelettrici.
Il bilancio energetico italiano dipende, dunque, sempre meno dall’estero e diventa più pulito e moderno, avvicinando la produzione alla domanda di energia di famiglie e di imprese. Uno scenario che ha aspetti positivi  anche per le ricadute occupazionali, con 120.000 nuovi posti di lavoro nel solo 2012.
Il Consiglio Nazionale dei Geologi, ricorda inoltre che gli “impianti termici ed elettrici sono ormai diffusi nel 98% dei Comuni italiani  e costituiscono un articolato sistema di generazione sempre più distribuita, che nel 2012 ha garantito il 28,2% dei consumi elettrici e il 13% di quelli complessivi del nostro Paese”.
“La crescita della produzione rinnovabile –continua la nota del CNG- ha permesso di sostituire quella da impianti termoelettrici, di certo più inquinanti e che emettono gas serra, che è calata di 61TWh tra il 2007 e il 2012, permettendo di diminuire le importazioni di petrolio e di gas e di ridurre le emissioni di CO2, con vantaggi per il clima e per l’ambiente”.
Quindi, per il CNG, “grazie alla disponibilità di elevate capacità tecnologiche e professionali di alto livello, il Paese è in grado di darsi una prospettiva di sviluppo e di affiancare le rinnovabili ai settori industriali di più antiche e consolidate tradizioni”.
«La geotermia a bassa entalpia a pompa di calore, ad esempio, è la tecnologia a più alta efficienza tra le rinnovabili e che in Europa rappresenta il presente, ma anche il futuro del rinnovabile termico, soprattutto nel comparto residenziale» sottolinea il presidente del CNG, ricordando che «la geotermia ancora oggi è un’eccellenza tutta italiana  con un know how che non deve essere disperso».  
Anzi, secondo Graziano, è necessario che l’Italia sappia valorizzare questo vantaggio di conoscenza così da programmare il possibile sviluppo dell’utilizzo della fonte geotermica e delle altre fonti rinnovabili.  
L’attenzione verso il settore appare invece non sempre agevolata nel nostro paese e, ad esempio, il mercato delle pompe di calore, nonostante la crescita che l’ha contraddistinto, è tuttavia ancora ostacolato da strumenti di sostegno evidentemente non adeguati.
«Da più parti –sottolinea Graziano- si afferma con certezza che le pompe di calore geotermico svolgeranno un ruolo chiave per il conseguimento dei target del Pacchetto Clima per il 2020, con proiezioni che danno il potenziale delle pompe di calore persino superiore agli obiettivi del Piano di Azione Nazionale (PAN) per le energie rinnovabili. Se gli obiettivi nazionali 2020 dovessero essere raggiunti, si stima che le pompe di calore saranno responsabili del 30% dello sforzo aggiuntivo per il consumo di rinnovabili termiche e del 14% della riduzione di consumo di energia».
Per questo è necessario semplificare le regole e disegnare «una politica energetica non solo forte e decisa, ma che si rivolga finalmente con decisione alle pompe di calore geotermico, perché esse rappresentano per l’Italia una grande occasione per il rilancio dell’economia».