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La Comunità del Cibo a Energie Rinnovabili si fa più grande, sul territorio e online

In dieci anni la CCER si è evoluta da progetto visionario a una realtà formata da 29 aziende locali, di cui 7 appena arrivate. E adesso ha anche un sito web interamente dedicato

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In dieci anni la CCER si è evoluta da progetto visionario a una realtà formata da 29 aziende locali, di cui 7 appena arrivate. E adesso ha anche un sito web interamente dedicato


Un nuovo sito web e ben sette nuove aziende sono andate ad arricchire la Comunità del Cibo a Energie Rinnovabili (CCER), l’ambizioso progetto nato esattamente dieci anni fa grazie a un’intesa tra Slow Food Toscana, Fondazione Slow Food per la biodiversità e il Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche (CoSviG), che, nel lontano 2009, riunirono una manciata di imprese pioniere nell’associazione Agricoltori custodi della Comunità del Cibo a Energie Rinnovabili della Toscana.

Quella toscana, leggiamo sul nuovo portale, “è la prima Comunità del Cibo al mondo ad energia pulita e rinnovabile che opera nel settore agroalimentare e che insiste sui metodi di produzione oltre che sui prodotti”: un esperimento allora visionario che, tuttavia, con gli anni, ha acquisito sempre maggior concretezza e solidità destando un interesse crescente, , come evidenziato nei giorni scorsi dall’adesione di cinque nuove aziende maremmane che hanno appena ricevuto l’ok Consiglio direttivo, che – anche in quel caso verificando la rispondenza dei parametri associativi richiesti – in estate aveva già dato il via libera all’ingresso di altre due imprese, in questo caso attive nell’area di Pomarance.

Se infatti nel 2009 la Comunità del Cibo è sbocciata nel cuore dell’area geotermica tradizionale – a cavallo tra le province di Pisa, Siena e Grosseto –, ampliandosi è riuscita ad aggregare imprese con sedi in tutto il territorio toscano, accomunate dall’impiego “predominante di energie rinnovabili nel proprio processo produttivo, materie prime esclusivamente toscane e sede produttiva all’interno della regione toscana”: in tutti i casi i tratti caratterizzanti sono la presenza di una filiera corta, il rilancio di forme di agricoltura sostenibile ed il recupero di produzioni tradizionali tipiche di alta qualità ed a rischio scomparsa.

Ad oggi, la CCER assomma 29 aziende, tra produttori (15) e sostenitori (14).

Tra i sostenitori figurano anche gli ultimi due ingressi pomarancini, ovvero l’azienda agricola Casalsole di Giancarlo Guerrieri e l’agriturismo San Carlo di Monica Antoni, dove i fiori all’occhiello della produzione sono grani e olio extravergine d’oliva; l’arrivo delle ultime cinque aziende maremmane vede invece due nuovi produttori e tre sostenitori, dove i prodotti d’eccellenza spaziano dai grani antichi alla pasta, dalle castagne ai salumi tipici.

I due nuovi produttori maremmani sono l’agriturismo Campo Ruffaldo – Azienda agricola Alessio Guazzini di Massa Marittima, e l’agriturismo Poggio tondo – Azienda agricola Chiara Bizzarri di Scarlino; entrambi parte della filiera Drago, nata sul territorio delle Colline Metallifere per riunire gli attori della filiera cerealicola dei grani antichi, all’interno della quale ambedue le aziende sono attive all’insegna della sostenibilità.

Per produrre e lavorare le materie prime del territorio – che possono poi essere gustate in agriturismo – a Campo Ruffaldo è infatti già attivo un impianto alimentato a biomassa utile per il riscaldamento degli ambienti, mentre sono in fase di realizzazione un impianto fotovoltaico per dare energia al mulino e al pastificio aziendali, e un impianto solare termico per la fase d’essicazione; a Poggio Tondo l’impianto fotovoltaico è invece già attivo, e oltre alle colture già menzionate vengono prodotte – tra le altre – orticole toscane a rischio erosione genetica come la cipolla maremmana e il pomodoro tondino liscio, in modo da preservare la biodiversità e le tradizioni locali.

I nuovi sostenitori maremmani della CCER arrivano da Magliano in Toscana, dove la Società agricola Tommaso Giordana produce sia olio extravergine di oliva toscano IGP biologico, sia salumi e carne fresca senza conservanti e senza glutine, prodotti da suini allevati allo stato brado senza Ogm e senza antibiotici; da Radicondoli, dove l’Azienda agricola Casastrada è specializzata nella coltivazione di cereali e grani; l’Associazione valorizzazione castagna Alta Maremma – nata per tutelare il patrimonio produttivo, culturale e ambientale del castagno – ha infine sede a Massa Marittima ma con soci attivi lungo la filiera su tutto il territorio, tra i quali spiccano associati che utilizzano biomassa o fonte geotermica per l’essiccazione delle castagne, grazie ai quali queste energie rinnovabili autoctone garantiscono sostenibilità e innovazione a un ciclo produttivo nato per valorizzare il prodotto che forse più di ogni altro incarna le tradizioni dell’Alta Maremma.

La Comunità del Cibo a Energie Rinnovabili va costituendosi dunque come una costellazione sempre più variopinta e diffusa su tutto il territorio toscano, che aveva bisogno di una nuova “casa” che potesse meglio raccontarla: una casa che è , da questa settimana, il nuovo sito www.ccer-toscana.it, all’interno del quale sono disponibili informazioni puntuali su tutti i soci della Comunità e dove troveranno spazio tutte le numerose novità che attendono la CCER.