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La classifica della Green Economy 2014, stilata da Fondazione Impresa

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Al Top troviamo il Trentino, il fanalino di coda spetta alla Sicilia. La Toscana si piazza al quinto posto.

Fonte: Rinnovabili&Territorio

Autore: Redazione

Un’Italia “a macchia di leopardo” dove i classici squilibri Nord-Sud vengono superati e dove l’economia verde è “patrimonio di tutti”: in questa edizione dell’Indice di Green Economy, ai primi 10 posti della classifica si trovano 4 regioni del Nord 3 del Centro e 3 del Mezzogiorno.

Il Trentino Alto Adige si conferma la regione più verde d’Italia, dominando la classifica grazie ad un rendimento efficiente nella maggioranza degli indicatori green. In più di un terzo degli indicatori (8 su 21) si posiziona infatti sempre nelle prime 3 posizioni e solamente in 4 indicatori su 21 scende sotto metà classifica. Rimane leader assoluto nelle detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazioni energetica (51,5 richieste inviate ogni 1.000 abitanti, più del doppio della media italiana che si “ferma” a 24,1) e per qualità ambientale dei prodotti (56,1 marchi ecolabel ogni 100 mila imprese contro i 6,0 del resto Italia).

Al secondo posto troviamo le Marche, grazie a da due leadership assolute: la regione fa registrare sia la potenza solare-fotovoltaica in conto energia installata più elevata d’Italia (654,8 Kw ogni 1.000 abitanti) sia il più elevato numero di punti vendita di prodotti biologici (16,0 ogni 100 mila abitanti). Si ricordano, in particolare, anche degli ottimi posizionamenti nella qualità ambientale dei prodotti (4° per licenze ecolabel), raccolta differenziata (4° posto, nel 2013 ha superato il 55%) e alloggi-agrituristici (5°).

Subito dopo troviamo la Valle d’Aosta. La regione va a podio con un terzo degli indicatori (7 su 21) e fa registrare ben 4 primi posti assoluti: energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, carbon intensity, qualità ambientale delle organizzazioni/imprese e più bassa percentuale di famiglie che dichiarano sporcizia nelle strade (12,1% vs 28,6% della media italiana).

La Toscana raggiunge la quinta posizione assoluta, grazie al primato per il risparmio energetico ottenuto attraverso i certificati bianchi (467,7 TEP ogni 1.000 abitanti) e un terzo posto per qualità ambientale dei prodotti (13,3 licenze ecolabel ogni 100 mila imprese). Non vi sono altre eccellenze ma quello che colpisce è l’ottima costanza di rendimento con un totale di 15 indicatori (sui 21 presi in esame) in cui la Toscana si inserisce nella parte alta dei rank (dal 10° posto in su).

La “black list” della Green Economy 2014 spetta al Lazio e alla Sicilia. Rispetto ai 21 indicatori presi in considerazione per ben 15 volte il Lazio risulta nelle parti basse della classifica (11° posto o peggiore); inoltre risulta terzultimo per punti di vendita bio (4,2 ogni 100 mila abitanti) e dotazioni di parcheggio (7,7 ogni 1.000 auto), penultimo per energia elettrica da fonti rinnovabili (meno del 19%) e ultimo per maggiore numero di famiglie che dichiarano la presenza di sporcizia nelle strade (il 45,9%). Ultimo posto invece per la Sicilia. In 3 indicatori è fanalino di coda: risparmio energetico certificato, qualità ambientale delle organizzazioni e raccolta differenziata; si “contano” anche 4 penultimi posti (punti di vendita bio, densità di piste ciclabili, dotazione di parcheggi e rifiuti smaltiti in discarica) e 3 terzultimi posti (energia elettrica da fonti rinnovabili, carbon intensity e detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici).