La World Bank ha deciso di approvare un prestito del valore di 330 milioni di dollari a favore del Kenya, intenzionato ad espandere la propria rete di distribuzione dell’energia sostenendo lo sviluppo della generazione da fonte geotermica.
Il paese attualmente ottiene il 65% dell’energia grazie allo sfruttamento dell’idroelettrico, purtroppo soggetto a calo della risorsa e a tagli del dispensamento in occasione di prolungati periodi di siccità che portano alla riduzione dei livelli delle dighe.
“Il deficit di approvvigionamento e i costosi interventi a breve termine limitano la crescita economica e riducono la competitività regionale del settore privato in Kenya”, ha riferito la Banca Mondiale in un comunicato.
“Il divario – continua la nota stampa – tra offerta e domanda dell’energia elettrica è aumentato negli ultimi anni grazie alla forte crescita economica del Kenya e alla carenza di investimenti nelle infrastrutture energetiche”.
Il prestito multimilionario rientra in un fondo da 1,4 miliardi di dollari che il governo sta investendo a favore dello sviluppo energetico con il supporto della World Bank e di altri enti, per portare a termine il progetto che punta ad aumentare la percentuale geotermica nel mix energetico nazionale con l’obiettivo di incrementare anche la generazione da fonte eolica.
Attualmente il principale sviluppatore di energia del paese, Kengen, possiede una capacità di circa 1000 MW di energia elettrica, equivalente all’80% della domanda keniota, di cui 700 generati grazie allo sfruttamento delle dighe.
“(Questo prestito) consentirà al Kenya di espandere la produzione geotermica nell’ambito della sua strategia per lo sviluppo dell’energia verde”, ha comunicato la Banca Mondiale riferendo i dati stimati da alcuni funzionari i cui calcoli hanno annunciato di poter raggiungere i 7000 MW sfruttando il vapore nascosto sotto la crosta terrestre del paese, con la previsione di raggiungere una capacità minima da fonte geotermica di 5000 MW entro il 2030.