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Investimenti al via E i Ventotto chiedono l’Unione energetica

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Tra oggi e domani i Ventotto, riuniti qui a Bruxelles per l’ultimo Consiglio europeo del 2014, daranno il via libera politico al piano di investimenti della Commissione Juncker e chiederanno all’esecutivo comunitario una rapida proposta di unione energetica.

Fonte: Il Sole 24 Ore

Autore: Beda Romano

Tra oggi e domani i Ventotto, riuniti qui a Bruxelles per l’ultimo Consiglio europeo del 2014, daranno il via libera politico al piano di investimenti della Commissione Juncker e chiederanno all’esecutivo comunitario una rapida proposta di unione energetica. Alcuni paesi, l’Italia è in prima fila, vorranno probabilmente porre ancora una volta il problema della deduzione dal calcolo del deficit degli investimenti pubblici, ma difficilmente vi saranno aperture significative su questo fronte.
Il piano di investimenti da 315 miliardi di euro – che deve servire a rilanciare l’economia pur di scalfire il rischio di deflazione – dovrebbe vedere la luce entro giugno, ma i Ventotto chiederanno alla Banca europea degli investimenti di iniziare a lavorarvi fin da gennaio. Sempre entro gennaio, Bruxelles deve presentare i testi legislativi per creare lo strumento di finanziamento, il Fondo europeo per gli investimenti strategici (noto con l’acronimo inglese EFSI).
Lo schema prevede un capitale iniziale di 21 miliardi di euro, a cui i governi possono contribuire. Parlando ieri a Strasburgo, il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha esortato i governi «a mettere la mano al portafoglio». Ha poi aggiunto: «Aspetto ora proposte concrete e non solo parole, parole, parole. Ho bisogno di soldi, money, money, moneta sonante». Ammette però un responsabile europeo: «Non mi aspetto che il Consiglio europeo si trasformi in una conferenza dei donatori».
«Molti paesi vogliono avere certezze sul processo decisionale del nuovo Fondo – spiega dal canto suo un funzionario comunitario –. Il tema è controverso. Chi prenderà le decisioni sui progetti su cui investire: esperti indipendenti, come vorrebbe la Commissione; o i governi attraverso la BEI a cui lo stesso Fondo si appoggerà?». Non è previsto che i leader prendano decisioni formali su questo aspetto, ma certo alcuni di loro vorranno tentare di influenzare il lavoro della Commissione.
Le minute delle conclusioni del vertice, che circolano in queste ore a Bruxelles, non fanno menzione del dibattito, cavalcato dall’Italia, sull’ipotesi di dedurre gli investimenti dai deficit statali. Si limitano a ricordare che la Commissione è pronta a valutare con magnanimità l’eventuale contributo nazionale nel capitale iniziale dell’EFSI. Negli ultimi giorni alcune delegazioni nazionali hanno tentato di eliminare questo riferimento nelle conclusioni della riunione.
«La Germania sta dando battaglia – ammette un diplomatico –. È possibile che il governo federale sia infastidito dall’insistenza con cui l’Italia preme perché vi sia una deduzione di tutti gli investimenti pubblici dal calcolo del disavanzo nonostante le regole non lo permettino». Sottolinea il responsabile europeo: «Non mi sembra ci sia una maggioranza di paesi favorevole a questa ipotesi. Elementi di flessibilità sono già contenuti nel Patto di Stabilità e di Crescita».
L’altro tema sul tavolo del vertice è la perdurante crisi ucraina e le gravi tensioni con la Russia, alle prese ormai con una crisi economica dalle conseguenze politiche imprevedibili. Spiega il responsabile europeo. «I Ventotto chiederanno a Mosca di rispettare pienamente l’accordo di Minsk». L’intesa firmata in Bielorussia in settembre prevede la fine delle ostilità in Ucraina orientale e il ritorno delle truppe russe oltre la frontiera con russo-ucraina. A tre mesi dall’accordo, il cessate-il-fuoco si è dimostrato labile.
«Almeno a livello informale, il tema al centro delle discussioni sarà cosa fare delle sanzioni contro la Russia, una volta che quelle adottate nel corso del 2014 verranno a scadere tra marzo e luglio», aggiunge il responsabile europeo. Rinnovarle? Rivederle? Il tema è controverso. Dinanzi alle difficili relazioni con Mosca, fornitore di gas dell’Europa, i Ventotto dovrebbero chiedere alla Commissione di presentare entro marzo una proposta di unione energetica, anche per aumentare l’indipendenza del continente.