Home Cosvig Innovazione, Geotermia: L’acqua “supercritica”, tecniche di perforazione e sfruttamento della geotermia profonda

Innovazione, Geotermia: L’acqua “supercritica”, tecniche di perforazione e sfruttamento della geotermia profonda

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Si sta valutando se e come sfruttare risorse geotermiche a temperature e pressioni molto più alte di quelle finora sperimentate, con produzioni potenziali dieci volte maggiori rispetto alla geotermia convenzionale. Sarà possibile in Italia? Quali sono i problemi tecnici da affrontare?

Fonte: Qualenergia.it

Autore: Alessandro Codegoni

C’è una grossa differenza fra eolico e geotermia, da un lato, e fotovoltaico, idroelettrico e biomasse dall’altro: le prime due, per così dire, sfruttano una risorsa 3D, che si estende dal terreno in alto e in basso a vari livelli, le seconde usano invece una risorsa 2D, “spalmata” sulla superficie terrestre.

Tentativi di sfruttare l’eolico nella terza dimensione, sono stati fatti, cercando di andare a prendere il vento anche a grandi altezze, ma finora senza troppi risultati (vedi QualEnergia.it),

Adesso sembra che si cominci a pensare la stessa cosa per la geotermia, andando a cercare risorse molto più in basso di quanto fatto finora.

«In realtà non è proprio così – precisa l’ingegner Paolo Romagnoli, responsabile del Centro di eccellenza geo e drilling di Enel Green Power – la geotermia da sempre opera in un contesto tridimensionale, basti pensare a quella per pompe di calore e teleriscaldamento, che “gratta” appena la superficie terrestre, mentre quella per le centrali geotermoelettriche opera già a profondità molto diverse, a secondo di dove si trova la risorsa».

«Diciamo che adesso, più che a nuove profondità, con il progetto europeo Descramble e con il consorzio industriale Deepegs, a entrambi dei quali partecipa EGP, stiamo valutando se…(continua)».