Nei primi sette mesi del 2011 sono almeno 27 le multinazionali straniere che hanno dichiarato di voler investire ex novo o di espandersi in Italia, mobilizzando capitali per circa 1,2 miliardi di euro nei prossimi quattro anni. È il risultato dell’analisi svolta dall’ufficio studi di Banca Mps, che evidenzia come, tra i settori italiani «fortemente attrattivi» per gli investimenti esteri diretti, ci sia il fotovoltaico, dove parecchie multinazionali europee e americane stanno investendo Inoltre molte aziende di consulenza legale e finanziaria, con sede soprattutto in Gran Bretagna, stanno rafforzando la propria presenza in Italia, mentre operazioni di acquisizione caratterizzano il settore delle costruzioni e della grande distribuzione, con l’industria pesante oggetto d’interesse da parte delle multinazionali asiatiche Investimenti sono previsti anche nei comparti dei trasporti, dell’automobile, della chimica-farmaceutica e in quello alberghiero. Secondo il World investments prospects (Wips), diffuso dall’Onu sulla base di sondaggi effettuati su un campione di 236 aziende multinazionali, l’Europa rimane una delle principali mete degli investimenti esteri diretti anche per il biennio in corso, nonostante stia crescendo il peso dei paesi emergenti nella capacità di attrarre i flussi di capitali. Nel 2010, per la prima volta, le aree emergenti hanno assorbito oltre metà dei movimenti totali di fon di (52%). Le imprese intervistate si attendono nel biennio 20112012 un recupero dell’attività di internazionalizzazione, che sarà più forte nel prossimo anno. A essere oggetto di delocalizzazione saranno innanzitutto gli uffici vendite, seguiti dalla produzione e dalla logistica I settori dell’industria che sfruttano meglio i punti di forza delle economie avanzate nel processo produttivo sono relativi al manifatturiero il chimico-farmaceutico, l’elettronica-elettrotecnica, la meccanica di precisione; per quanto riguarda i servizi, le utilities, i trasporti e i servizi alle imprese. All’interno dell’area euro sono la Germania e la Francia i paesi con il più elevato grado di attrazione. I principali fattori che guidano gli investimenti in questi mercati sono la manodopera specializzata e i talenti, un contesto istituzionale stabile e orientato agli affari e la qualità delle infrastrutture. Gli incentivi alle imprese, invece, risultano all’ultimo posto nella scala, in ordine di importanza, per la localizzazione degli investimenti, dopo la facilità di accesso al mercato dei capitali. L’Italia non può sfruttare fattori quali il lavoro a basso costo, ne tanto meno il tasso di crescita del mercato, fattori tipici di attrazione di cui godono le economie emergenti, ma può contare su manodopera specializzata e talenti, un rapido accesso ai mercati internazionali e regionali, una forte presenza di fornitori e partner. II 2011 mostra buoni segnali di miglioramento Pur tenendo conto dell’elevata volatilità dei dati e della bassa incidenza degli investimenti esteri diretti in percentuale del pil italiano, nel primo trimestre, secondo le stime Ocse, l’Italia ha evidenziato un incremento negli investimenti di circa il 25% su base annua Al contrario, nello stesso periodo si sono registrate forti contrazioni per i flussi diretti verso Francia (-102,1%) e Germania (-73,6%). Molto, però, resta da fare Perii Doing Business 2011 della Banca Mondiale, l’Italia si trova all’ottantesimo posto nella graduatoria dei paesi in cui è più semplice fare impresa Rispetto a una nazione come la Spagna, che si trova in quarantovesima posizione, l’Italia è poco attraente soprattutto per quanto riguarda renforcement contrattuale, la pressione. II settore delle energie rinnovabili attrae capitali fiscale e l’eccessiva burocraziafattori che potrebbero essere decisivi per mantenere elevata nei prossimi anni la capacità di attrazione La crisi del debito europeo potrebbe comunque rappresentare un grosso freno per l’arrivo di nuovi flussi in area euro.