Home Cosvig Incentivi alle rinnovabili elettriche: nuovi sviluppi

Incentivi alle rinnovabili elettriche: nuovi sviluppi

1032
0
CONDIVIDI
Modifiche alla precedente bozza del decreto attuativo sugli incentivi alle rinnovabili elettriche (escluso il fotovoltaico) previsto dal Dlgs. 28/2011 e che dovrebbe essere pronto per fine febbraio.

Fonte: Rinnovabili & Territorio

Autore: Redazione

Sembrano emergere alcune novità, rispetto alla precedente versione, nella bozza sugli incentivi alle rinnovabili elettriche, in particolare per l’ammontare degli incentivi, il tetto massimo di spesa e per la soglia di potenza oltre la quale si deve ricorrere all’asta.
I decreti attuativi previsti dal DLgs. 28/2011 cui stanno lavorando gli uffici dei Ministeri competenti, cioè Sviluppo Economico, Ambiente e Politiche Agricole, riguardano gli incentivi previsti dal 2013 per le rinnovabili elettriche (ad esclusione del fotovoltaico), termiche e per l’efficienza energetica.
Decreti attesi tra settembre e novembre e che, secondo le ultime indiscrezioni, saranno pronti -secondo quanto affermato dal ministro dell’Ambiente, Corrado Clini-  per la fine di febbraio.
Riguardo agli incentivi alle rinnovabili elettriche, rispetto alle bozze che circolavano a dicembre, una modifica dovrebbe riguardare il tetto di spesa che verrebbe ridotto da circa 6-7 miliardi (la stessa quota prevista per il fotovoltaico) a non più di 5,5 miliardi, che era il tetto previsto dall’ex ministro Tremonti.
Per tutto l’anno in corso per gli impianti di nuova realizzazione fino a 1 MW, resterà la tariffa omnicomprensiva e, per gli altri impianti rinnovabili, i certificati verdi; mentre come previsto anche nella bozza precedente, per il 2013 si abbandonerà il sistema dei certificati verdi.
Il nuovo assetto prevede che per tutti i nuovi impianti di piccola taglia, dal 2013 si applicheranno tariffe incentivanti fisse o onnicomprensive, quindi un sistema più diretto; per gli altri si passa al sistema delle aste.
In questo caso ci sarebbe un ulteriore modifica nell’ultima versione che riguarda la taglia degli impianti che devono partecipare alle aste, cioè non sarebbero più quelli superiori a 5 Mw ma superiori a 6 Mw.
Cambierebbe inoltre la durata del periodo d’incentivazione sia sulla base della fonte che della potenza dell’impianto: per l’idroelettrico di bacino e per acqua fluente superiore ai 6 MW di potenza sarà di 30 anni (erano 25 nella bozza precedente); sempre per l’idroelettrico ma per impianti da 1 a 6 MW diventano 25 anni e si riducono a  20 anni se la potenza è inferiore a 1 MW.
Per l’eolico offshore e per il geotermico di potenza superiore a 1 MW l’incentivo durerà 25 anni. Per tutte le altre tecnologie e applicazioni la durata sarà di 20 anni.
Cambiano anche i corrispettivi in base alla potenza dell’impianto, che secondo una tabella pubblicata da QualEnergia sarebbero ulteriormente ridimensionati.
Per l’eolico a terra si va da un minimo di 117 Euro/Mwh (base d’asta per gli impianti superiori a 6 MW) ad un massimo di 291 Euro/Mwh per gli impianti di potenza compresa tra 1 e 20 kW.
Per l’eolico off-shore sono previsti incentivi che vanno da un minimo di 146 Euro/Mwh  ad un massimo di 156 Euro/Mwh.
Per l’energia elettrica geotermica i corrispettivi sembrerebbero ulteriormente ridimensionati: si va da un minimo di 79 Euro/Mwh (era 102 nella bozza precedente) ad un massimo di 135  Euro/Mwh (era 230) per gli impianti di potenza inferiore al Mw.
Per quanto riguarda le biomasse, gli incentivi vanno, nel caso di impiego di prodotti di origine biologica, da 122 Euro/Mwh  a 213 Euro/MWh che diventano da 145 Euro/Mwh ai 227 Euro/MWh,  se si utilizzano, invece, sottoprodotti di origine biologica.
Per il biogas derivante dai rifiuti gli incentivi previsti  vanno da un minimo di 125 Euro/Mwh (sopra 6 MW) sino a 174 Euro/MWh (da 1 a 6 MW di potenza).
In caso di impianti in cogenerazione che utilizzano biogas, biomasse o altri bioliquidi (definiti “sostenibili”) è previsto un bonus all’incentivo che va da un minimo di 10 Euro/Mwh  ad un massimo di 40 Euro/Mwh.