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Incentivi alla geotermia: i sindaci geotermici toscani chiedono un incontro al MISE

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La richiesta è stata firmata dai sindaci di Pomarance, Monterotondo Marittimo, Roccalbegna, Radicondoli, Arcidosso, Montieri, Monteverdi Marittimo, Montecatini Val di Cecina, Castelnuovo Val di Cecina, Santa Fiora, Piancastagnaio, Chiusdino e Massa Marittima

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

I sindaci geotermici sono tornati a rivolgersi direttamente al ministero dello Sviluppo Economico (MISE) chiedendo un incontro per un confronto sugli incentivi geotermici, proprio come stabilito al termine della manifestazione di Santa Fiora – che lo scorso 22 dicembre ha portato circa 500 cittadini a manifestare in difesa degli incentivi volti a favorire la produzione elettrica da geotermia, in quanto fonte rinnovabile – e nel corso dell’ultima riunione dell’Osservatorio Economico dell’Alta Val di Cecina.

È infatti dal MISE che, oltre due mesi fa, è stato elaborato lo schema di decreto FER1 che per la prima volta cancella gli incentivi garantiti alla geotermia, aprendo preoccupanti prospettive sulla possibilità di continuare a sviluppare la coltivazione di questa fonte rinnovabile naturalmente presente nel sottosuolo.

Nella richiesta, firmata dai sindaci di Pomarance, Monterotondo Marittimo, Roccalbegna, Radicondoli, Arcidosso, Montieri, Monteverdi Marittimo, Montecatini Val di Cecina, Castelnuovo Val di Cecina, Santa Fiora, Piancastagnaio, Chiusdino e Massa Marittima, si osserva con amarezza come «la questione del ripristino degli incentivi alla geotermia non riesca a raggiungere sbocchi concreti, salvo qualche vago accenno alla possibilità di inserimento dello sviluppo geotermico nel futuro FER2, ma senza per adesso nessun elemento concreto e definito».

Possibilità «apprezzabili» ma «troppo vaghe», che lasciano aperta una prospettiva da incubo: senza incentivi alla geotermia tradizionale si tratterebbe di passare «dagli attuali 350 milioni di euro investiti annualmente da Enel Green Power a circa 80 milioni, un taglio di più di tre quarti dell’importo, con conseguenze facilmente immaginabili».

La geotermia, che in Toscana è utilizzata per fini industriali da oltre due secoli, è «una realtà imprescindibile per i nostri Comuni, per la Toscana e per il Paese, importantissima sotto il profilo occupazionale, per lo sviluppo socio-economico e tecnologico nonché turistico per i nostri territori oltre che, ovviamente, per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. La mancata riconferma degli incentivi alla geotermia tradizionale non sarebbe pertanto giustificata – argomentano i sindaci – né dal punto di vista economico, né tecnico né da quello ambientale, come stanno a testimoniare i numerosi studi fin qui eseguiti dagli organismi pubblici della Regione Toscana con ricerche da lei stessa finanziate con il contributo di CoSviG (il Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche, ndr) con ben 3 milioni di euro, le quali non hanno ad oggi dimostrato alcuna concreta criticità sanitaria e ambientale per la popolazione sia nella zona del monte Amiata sia nelle zone geotermiche tradizionali».

Per questo dopo l’incontro avuto dal presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, con Davide Crippa, sottosegretario MISE con delega all’Energia,, anche i sindaci geotermici chiedono che le loro voci vengano ascoltate «in tempi congrui» al ministero, per un confronto «su un tema, quello degli incentivi alla geotermia, vitale per la sopravvivenza dei territori che amministriamo».