Società Chimica Larderello (Scl), azienda pisana specializzata nei prodotti a base di boro e nei fertilizzanti speciali, investe 20 milioni di euro per creare in Alta Val di Cecina un centro per la ricerca e lo sviluppo di fertilizzanti green, dando così avvio a una nuova fase di sviluppo.
Dopo il passaggio di mano nel 2010 – da un imprenditore americano a investitori privati italiani guidati dall’attuale presidente Attilio Pellero – e dopo l’acquisizione di due aziende (l’inglese Joseph Storey & co e l’argentina Quimicos Essiod), accelera dunque il percorso di crescita di Slc, delineato nel protocollo d’intesa firmato ieri con Regione Toscana, Comune di Pomarance e sindacati Cgil, Cisl e Uil.
Il progetto punta sull’innovazione di prodotto e prevede serre climatizzate che utilizzano i vapori della geotermia (Larderello è sede del più antico complesso geotermico al mondo) per riprodurre microclimi diversi e sperimentare così l’efficacia dei nuovi fertilizzanti, diretti all’agricoltura naturale e sostenibile.
L’esigenza, per l’azienda che ha lo stabilimento produttivo a Larderello (nel comune di Pomarance, Pisa) e sede a Milano, è quella di ampliare la gamma di prodotti e la presenza nel mercato dei fertilizzanti speciali nelle Americhe. È per questo che, per la realizzazione del centro ricerche, si era guardato anche al Sud America (che avrebbe avuto costi più bassi), ma si è poi decisa la localizzazione in Toscana per utilizzare le competenze delle Università di Pisa e di Firenze. «Dobbiamo cercare di far leva sui vantaggi competitivi che abbiamo – spiega Pellero – abbiamo fatto una sorta di patto con le autorità locali per trovare soluzioni che consentissero lo sviluppo del business». «È un esempio da seguire – afferma il presidente toscano Enrico Rossi – perché è un’azienda che ha mantenuto gli impegni e si è rapportata positivamente con Regione e Comune». La realizzazione del centro ricerche porterà all’assunzione di 30 nuovi addetti entro il 2020 – facendo così salire l’occupazione da 76 a 106 persone – e dovrebbe far crescere il fatturato dai 39 milioni del 2015 (+35% sull’anno precedente), per il 90% all’estero, ai 60 milioni del 2020. L’investimento spalmato in cinque anni ammonta a 20 milioni, per metà destinati al centro ricerche, al marketing e allo sviluppo commerciale dei nuovi fertilizzanti, e per metà alla modernizzazione degli impianti.
Il percorso di crescita dell’azienda pisana, che dal 2010 a oggi ha più che raddoppiato il fatturato (da 16 a 39 milioni) e aumentato del 52% gli addetti (da 50 a 76), punta a decollare con la fase-2 che prevede accordi con Enel Green Power per sfruttare i cascami dei vapori della geotermia e una riorganizzazione funzionale dello stabilimento.