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Impianto produrrà energia elettrica dalle onde del mare

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L’operazione che prevede un investimento di 300.000 euro ruota intorno a Michele Grassi, matematico che ama la vela

Fonte: Il Tirreno, Cronaca di Pisa

Autore: Gianluca Campanella

MARINA Mancano gli ultimi passaggi burocratici e poi ci sarà il via libera della Capitaneria di porto per autorizzare la realizzazione del primo impianto al mondo che sfrutta l’energia delle onde per produrre energia elettrica: a un centinaio di metri al largo da piazza Sardegna (Marina di Pisa) sarà installato un impianto costruito dalla 40 South Energy srl capace di produrre una potenza complessiva di 99 KW (chilowatt). Il 18 febbraio, infatti, scadono i venti giorni entro i quali il Codice della navigazione dà la possibilità di presentare osservazioni sul progetto; trascorsi questi senza intoppi, la Capitaneria rilascerà la concessione. L’azienda ha la sua sede operativa a Pisa e sede legale a Londra; il presidente e amministratore delegato è un ex normalista, Michele Grassi: classe 1970, ha studiato matematica e ha la passione per la vela. I suoi soci sono «un fondo di investimento, degli imprenditori e delle persone normali», spiega Grassi e attualmente danno lavoro a una ventina di persone, comprese quelle impiegate con un’altra società, la Elements Works srls: quest’ultima è una startup innovativa italiana, fondata dallo stesso Grassi, che si occupa della parte di sviluppo dei siti e dell’installazione delle macchine. «Ci sarà bisogno di altri addetti sia per la costruzione che per lo sviluppo», anticipa il presidente, dando prospettive di impiego al personale locale. Il progetto di Marina avrà un costo di circa 300.000 euro e l’investimento potrà essere recuperato in sei, sette anni grazie alla vendita di energia prodotta; dopo quel periodo comincerà a generare utili. Per il finanziamento Grassi lancerà a breve una campagna di crow funding, cioè di raccolta di fondi attraverso la rete: si pensa di dividere il progetto in due impianti da 49,5 KW e di stabilire che il finanziamento completo di uno sia la soglia minima per decretare il successo della raccolta. L’impianto occupa una superficie di 378 metri quadri a cui se ne aggiungono altri 179 occupati dal cavo che porta l’energia a riva. L’azienda ha scelto Londra perché «è la patria dell’energia dalle onde, visto che lì il livello di energia prodotto dal mare è maggiore», illustra Grassi; ma anche a «livello strategico» è il luogo dove il mercato energetico funziona meglio. La 40 South Energy ha un sito sperimentale a punta Righini (Castiglioncello) e ha già ottenuto la concessione per un impianto commerciale all’Elba (che venderà energia a Enel Green power); ma quello di Pisa sarà realizzato prima dell’altro isolano. Grassi, che vive a Pisa, ritiene che le onde del nostro litorale siano di «buon livello energetico»: basta pensare alle mareggiate quando c’è libeccio, che arrivano nonostante la barriera posta a circa 50 metri dalla costa. E ha avviato contatti anche con Livorno per un impianto da poggiare «davanti alla diga attuale»; se un giorno fosse costruita la Darsena Europa, molto più aggettante verso il mare, non ci saranno problemi: «Le nostre strutture si smontano con facilità e basterà spostarle». In ogni caso l’impatto ambientale è bassissimo: l’impianto poggia sul fondale e non disturba né flora, né fauna marina. Il sito www.watercrowder.com contiene un filmato e molte informazioni sul progetto.