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Il Watt d’Or 2012 al progetto geotermico della città di San Gallo

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Il premio dell’Ufficio Federale dell’Energia (UFE) svizzero è stato assegnato a un progetto in campo geotermico

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

Per il sesto anno consecutivo, l’Ufficio federale dell’energia (UFE) della Confederazione elvetica ha premiato con il Watt d’Or persone e organizzazioni che si sono distinte per progetti e iniziative esemplari volte a promuovere un futuro energetico sostenibile.
Il riconoscimento non prevede premi in denaro ma un oggetto simbolico che per questa edizione era rappresentato da una palla di neve in vetro creata da un’azienda viennese.
L’obiettivo di Watt d’Or è quello di far conoscere al pubblico questi progetti virtuosi e di incoraggiare i settori politici ed economici, nonché la popolazione, a scoprire i vantaggi offerti dalle tecnologie energetiche all’avanguardia.
Per il concorso Watt d’Or 2012 sono stati inoltrati all’Ufficio federale dell’energia 52 progetti suddivisi in cinque categorie, tra cui un  comitato di esperti ne ha selezionati 22 per la tornata finale. La giuria ha quindi nominato i sei vincitori che sono stati premiati la sera del 5 gennaio 2012, a Berna.
Nella prima categoria, quella dedicata alle società si è aggiudicato il Watt d’Or la città di San Gallo con il progetto “Energiekonzept hoch drei 2050 (EnK3 2050)”: la potenza dei tre nel concetto energetico.
Il progetto parte dall’aver assunto nella riconversione dell’approvvigionamento energetico urbano la considerazione delle tre dimensioni che sono il calore, l’elettricità e la mobilità nel loro insieme, ma anche nelle rispettive interdipendenze.
La città di san Gallo ha quindi lavorato a un progetto che prevede riqualificazione energetica e nuovi standard nella costruzione di nuovi edifici con l’obiettivo di arrivare nel 2050 a dimezzare il fabbisogno complessivo di energia per il riscaldamento dei locali e la produzione di acqua calda e con la riduzione della quota dei combustibili fossili dall’attuale 90 per cento a meno del 25 per cento.
Un obiettivo che si basa su un pilastro fondamentale che è rappresentato dalla realizzazione di una centrale geotermica i cui lavori di costruzione inizieranno quest’anno.
San Gallo è la capitale del cantone omonimo, nella Svizzera nord-orientale, e già nel 1992 aveva ricevuto il premio Wakker, attribuito annualmente dall’Heimatschutz Svizzera (organizzazione che si occupa della salvaguardia del patrimonio svizzero) al comune che meglio ha saputo conciliare il patrimonio storico con le necessità di modernizzazione.
A San Gallo nascerà, quindi, il primo grande impianto geotermico di riscaldamento della Svizzera: il progetto è stato approvato a novembre dalla popolazione (con l’80% di voti favorevoli) e, secondo i programmi, la centrale dovrebbe entrare in funzione nell’autunno del 2014.
Grazie a questo impianto la città intende compiere un grande passo avanti verso l’attuazione del proprio Piano energetico al 2050, con il quale ha anche vinto il premio Watt d’Or. 
Gli obiettivi sono quelli di ridurre i consumi energetici e la dipendenza da fonti energetiche non proprie, l’impiego di energie fossili e le emissioni di CO2 e al tempo stesso assicurare la fornitura di energia termica attraverso risorse disponibili a livello locale con l’opportunità di creare posti di lavoro nella regione.
L’uso di energia geotermica è tra le tante misure per raggiungere entro il 2050 questi obiettivi ambiziosi, quella basilare.
Il progetto è stato preceduto da studi di fattibilità effettuati in varie aree della città e, in una di queste, hanno dato esiti positivi sulla presenza di risorse disponibili a 4-5mila metri di profondità, dove l’acqua calda può raggiungere temperature fino a 170 gradi.
La centrale geotermica che sarà costruita in quest’area utilizzerà il sistema  idrotermale: saranno realizzate due perforazioni a 4.500 metri circa di profondità di cui la prima sarà usata per attingere l’acqua calda, la seconda per il ricircolo dell’acqua. 
In superficie i due pozzi si trovano in pratica uno accanto all’altro, ma sono separati a 1200 metri di profondità; questo impedisce all‘acqua calda di essere raffreddata dall’acqua fredda di ricircolo.
Con l’acqua calda ottenuta sarò possibile produrre energia elettrica mentre il calore residuo sarà usato per il riscaldamento.